Visualizzazioni post:671
Recensione scritta da René Urkus
Per quanto questo sia solo il loro secondo album, i cechi Odraedir hanno una storia molto lunga, che inizia nel 2009; ciò ha permesso agli est-europei di formare il proprio stile mentre le ultime orde di gruppi pagan metal facevano sentire la propria presenza sulla scena. Questo si sente molto in Vengeance, quindi siete avvertiti: se avete qualche annetto in più, probabilmente sarete maggiormente in sintonia con la loro musica rispetto alle nuove leve…
Dopo l’introduzione marziale e cinematografica, “The Inception” è un incalzante esempio di quello che, per un breve periodo, si è chiamato battle metal, una etichetta che piaceva molto al sottoscritto: per farla breve, se i primi Ensiferum (non quelli un po’ annacquati di oggi), i primi Equilibrium o gli Eluveitie sono fra i vostri gruppi preferiti, la miscela sonora degli Odraedir fa per voi! Grazie alla cornamusa iniziale, la dimensione folk di “Back To The Void” è ancora più pronunciata, mentre ha un approccio più classico, per chi sappia riconoscere le sfumature, “Driven By Lust”. “Schackles” ha quell’andamento rotondo tipico del folk metal di quindici o vent’anni fa; “Hand Of Justice”, dal canto suo, si rivela uno dei migliori brani del disco, veloce, incalzante, oserei dire finntrolliano. Un suono leggermente più squillante, grazie ai sintetizzatori, per “Vengeance”. Poi la lunga “The Last Say”, che ospita una tal Anna Pavlů, cantante degli a me sconosciuti Thanallian, per un duetto efficace con Jakub Držmíšek. Poi si chiude su un finale evocativo ed ultra-epico.
Certamente non è più al centro della scena, ma il pagan metal puro, senza tutte le contaminazioni che oggi vanno per la maggiore, è ancora vivo: gli Odraedir sono qui a dimostrarlo.