ODRAEDIR – Vengeance

Titolo: Vengeance
Autore: Odraedir
Nazione: Repubblica Ceca
Genere: Pagan Metal
Anno: 2023

Formazione:

Jakub Držmíšek – Voce Sporca
Marek Brabec – Chitarre
Petr Matouš – Chitarre, Voce, Flauto, Arpa
Luboš Růžička – Basso
David Urban – Batteria


Tracce:

01. The Other Side
02. The Inception
03. Back To The Void
04. Deep Sea Slumber
05. Driven By Lust
06. Hand Of Justice
07. Shackles
08. Never Surrender
09. Vengeance
10. Glacial Storm
11. The Last Say


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 9.5/10
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Recensione scritta da René Urkus

Per quanto questo sia solo il loro secondo album, i cechi Odraedir hanno una storia molto lunga, che inizia nel 2009; ciò ha permesso agli est-europei di formare il proprio stile mentre le ultime orde di gruppi pagan metal facevano sentire la propria presenza sulla scena. Questo si sente molto in Vengeance, quindi siete avvertiti: se avete qualche annetto in più, probabilmente sarete maggiormente in sintonia con la loro musica rispetto alle nuove leve…

Dopo l’introduzione marziale e cinematografica, “The Inception” è un incalzante esempio di quello che, per un breve periodo, si è chiamato battle metal, una etichetta che piaceva molto al sottoscritto: per farla breve, se i primi Ensiferum (non quelli un po’ annacquati di oggi), i primi Equilibrium o gli Eluveitie sono fra i vostri gruppi preferiti, la miscela sonora degli Odraedir fa per voi! Grazie alla cornamusa iniziale, la dimensione folk di “Back To The Void” è ancora più pronunciata, mentre ha un approccio più classico, per chi sappia riconoscere le sfumature, “Driven By Lust”. “Schackles” ha quell’andamento rotondo tipico del folk metal di quindici o vent’anni fa; “Hand Of Justice”, dal canto suo, si rivela uno dei migliori brani del disco, veloce, incalzante, oserei dire finntrolliano. Un suono leggermente più squillante, grazie ai sintetizzatori, per “Vengeance”. Poi la lunga “The Last Say”, che ospita una tal Anna Pavlů, cantante degli a me sconosciuti Thanallian, per un duetto efficace con Jakub Držmíšek. Poi si chiude su un finale evocativo ed ultra-epico.

Certamente non è più al centro della scena, ma il pagan metal puro, senza tutte le contaminazioni che oggi vanno per la maggiore, è ancora vivo: gli Odraedir sono qui a dimostrarlo.

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