VINCENT CROWLEY – Anthology Of Horror

Titolo: Anthology Of Horror
Autore: Vincent Crowley
Nazione: Stati Uniti D'America (Ohio)
Genere: Horror Metal
Anno: 2024
Etichetta: Hammerheart

Formazione:

Vincent Crowley: voce
Ryan Arter (turnista): batteria
Eric Stewart (turnista): chitarra
Art Taylor (turnista): chitarra
Tim Wilson (turnista): basso
[non dichiarato]: tastiera


Tracce:

01.   Intro VI VI VI
02.   Amityville’s Horror
03.   That Which Lurks Below The Sea
04.   Under The Hanging Tree
05.   Nowhere To Hyde
06.   Blood Moon Lycanthropy
07.   Gods Of Crimson Cullings
08.   Coupe De Poudre
09.   Madame Laveau (Voodoo Queen)
10.   Killer


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori:
Ancora nessun voto. Vota adesso!
Please wait...

Visualizzazioni post:333

Esercita un’attrazione speciale quest’uomo. Un magnetismo oscuro; per trita che sia tale immagine nell’odioso bailamme di pubblicità ingannevoli ed incensazioni altisonanti. Questo disco ha un magnetismo oscuro.
Nel bene e nel male, gli americani Acheron avevano dalla propria una grande personalità – come solo i gruppi di una volta – e la traversata di Crowley, dal porto di quella prima, putrida cassetta dei Nocturnus fino ad Anthology Of Horror, è stata lunga e frastagliata. Il distacco dal death metal può dirsi completo e l’oscurità ha preso nettamente il sopravvento. Una lama rutilante che fende seccamente l’aria gelida e umida della notte. Non a caso, la versione di “Killer” dei King Diamond (da The Spider’s Lullabye, 1995), brano ispirato dalle gesta di Richard Ramirez, non perde un grammo della crudezza originale.

Ceduto il basso interamente in mani terze e concentratosi sulla voce, il ciclopico Crowley narra d’impiccagioni, pratiche vudù, zoomorfismi, infestazioni ed oscenità assortite. La consueta cascata di assoli, laddove ha rappresentato un freno al maggior dinamismo di Beyond The Acheron, ha ora buona ragion d’essere: perversa collezione di stilettate in un album in cui, relegata la velocità all’angolo, l’incedere crepuscolare trascina con sé un manto pulverulento e carico di negatività…

La foschia davvero si soffonde nella stanza, davvero vomita dèmoni di natura non troppo dissimile da quelli che turbarono i Necrophagia nell’era Titta Tani. “Under The Hanging Tree” rappresenta l’acme suprema – o piuttosto l’abisso più spaventevole – di tale grigiore, ed è difficile dire quanti e quali lavori prima di Anthology Of Horror abbiano saputo descrivere classici dell’orrore dando loro contorni così irrimediabilmente polverosi.

A dispetto, se non di tutto, almeno di molto e forte ora del supporto dell’istituzione discografica di Guido Heijnens, quella dell’ex reverendo sembra una storia ancora lungi dal poter dirsi conclusa. Quanto alla messa, quella è finita di certo.   Satanae do animam meam. Cum diaboli facio Pactum Aeternum. Nego creatorem caeli et terræ, nego baptisma, nego adorationem Deo a me præstari solitam, tibi adhæreo, in te credo.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.