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Dalla smisurata dedizione e passione dell’artista campano Antonio Giorgio, ecco giungere a noi questo ambizioso progetto dal titolo di Imajica, secondo lavoro discografico della sua carriera dopo Golden Metal: The Quest For The Inner Glory risalente al 2017.
L’opera, dalla importante durata di più di un’ora, è stata originariamente rilasciata nel 2022 ma si è vista rinnovata nel 2023 con una nuova versione digitale, con alcune aggiunte in più le quali regalano ulteriori elementi di ascolto, senza snaturare l’originale.
La definizione più calzante per Imajica è quella di « Opera Metal » a tutti gli effetti, con un tema concettuale che ruota attorno al legame tra Arte e Magia, oltre a rappresentare il secondo capitolo della saga delle avventure di Gabriel Raven, personaggio introdotto con il già citato Golden Metal. La struttura del disco si appoggia su tre differenti atti.
L’apertura è affidata alla suite “Wisdom Of Imagination”, che fissa subito il tono delle composizioni, create per unire un eccellente virtuosismo tecnico, soprattutto in fase chitarristica, con un grande gusto per le orchestrazioni e passaggi sinfonici che colorano ogni canzone. Notiamo però nell’immediato, dopo i primi due suggestivi minuti, che all’interno di questo tripudio di riff notevoli, coerenza stilistica e di intenti anche su minutaggi elevati, si inserisce una linea vocale (del nostro Antonio) che risulta un po’ più debole del resto delle parti. La qualità delle sezioni che delineano “Wisdom Of Imagination”, dapprima rapida e poi incisiva con un ritornello molto Rock che si abbandona ad una parte centrale più compassata e atmosferica prima di rientrare con il giro portante del pezzo, riesce ad ovviare a questa incertezza che, a dire il vero, risulta tale soltanto in alcuni sporadici episodi.
Le successive, “Silver Sanctum” e “Gothic Church“, spostano gli stilemi proposti verso la direzione dell’hard rock, contaminando gli spunti chitarristici con le tastiere e creando soluzioni di ascolto più immediate, che catturano l’attenzione senza perdere di vista gli elementi sinfonici e orchestrali peculiari dell’album. Fino a questo momento si incontrano power metal, progressive, symphonic e tanti tocchi hard rock, ma è possibile rendersi conto della grande originalità di Giorgio attraverso “Gates Of Doom”, strumentale che sfocia nei territori di un doom metal monolitico, e che si adegua bene al clima generale di originalità che il polistrumentista desidera mostrarci.
Il giro di basso di “Lucifer’s Treasures” introduce uno dei brani più duri del lotto, teso ma mai dimentico della coerenza musicale di ciò che è venuto prima e viene dopo, e quindi anche qui la componente operistica si unisce bene alla durezza dell’heavy metal. Con “In Your Eyes” si passa alla ballatona dell’album, veramente ben piazzata e con l’ospite Claudia Beltrame dei Degrees Of Truth ad arricchire il risultato finale con la sua splendida voce.
Con i suoi venticinque minuti e ben sette movimenti, “Imagica” concretizza ulteriormente la convinzione che Antonio abbia impegnato i suoi sforzi con grande passione e dedizione, ottenendo un biglietto da visita per Imajica da ascoltare più volte per coglierene le tantissime sfumature che tratteggiano una composizione ambiziosa quanto ben riuscita.
Al netto di qualche incertezza legata ad alcune linee vocali non eccellenti, considero Imajica un disco in grado di catturare l’attenzione dell’ascoltatore, soprattutto se quest’ultimo è propenso alla concentrazione e desidera approfondire con calma ciò che passa nel suo stereo, e che rappresenti un importante passo in avanti nella carriera del bravo Antonio Giorgio.