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Carissimi amici e navigatori di Heavy Metal Webzine, eccomi pronto a darVi conto, nonostante un fastidiosissimo dolore alla testa, della sesta fatica discografica dei moldavi Infected Rain, nati nel 2008 dall’unione del chitarrista Vadim “Vidick” Ojog, della cantante Elena Cataraga (meglio nota come Lena “Scissorhands”) e del DJ Ivan Kristioglo (meglio noto come DJ Kapa). I nostri iniziarono la gavetta dal vivo nell’agosto 2008 partecipando ad un concerto tributo agli Slayer e poi al festival crimeo Red Alert In Crimea, oltre a vari concerti a Chișinău e in Ucraìna. Questa fruttuosa attività non impedì loro di riuscire a trovare il tempo necessario a registrare il primo demo. Le date continuavano ad avvicendarsi: Metal Heads’ Mission, RockHausen, Fuckin’ Fuck Fest 3, Big Up! Urban Fest 2009 e Forest Kap tra le altre
Nell’estate del 2009 riuscirono a pubblicare Judgemental Trap. Lo stile era caratterizzato dalla combinazione di urli femminili, riff duri e campioni elettronici, elementi che lo resero molto personale e quantomeno singolare. Dopo aver concluso l’attività dal vivo (2010), il gruppo decise di rinchiudersi in studio per dar alla luce il primo album. Il risultato dell’attività in studio portò i suoi frutti e alla fine del 2011 Asylum fu pronto.
Vennero altri concerti: una tournée in Romania e date a supporto ai Mötley Crüe e ai Dimmu Borgir non furono che le più importanti. Dopo la pubblicazione di Embrace Eternity (2014), il secondo album, parteciparono infine a numerosi festival al fianco di gente Obituary, Behemoth, Sodom e Katatonia. Dopo tre anni di attesa, fu poi l’ora di 86 (termine che, nello slang inglese ed americano, significa “sbarazzarsi di qualcosa, espellere qualcuno o rifiutare il servizio” ma che i più informati hanno interpretato come l’anno di nascita della cantante Lena “Sсissorhands”), che vide anche la produzione del talentuoso Valentin Voluța. Dopo aver pubblicato, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, altri due splendidi album, nel 2023 dovettero affrontare un cambio di formazione per via dell’uscita dei fratelli Babich e l’ingresso del bassista Alice Lane.
Forti di una solida formazione a quattro, ci regalano ora un vero e proprio viaggio musicale introspettivo ed allucinante tra sonorità progressive, elettroniche ed alchemicamente condite da elementi nu-metal nonché inframmezzate da elementi eterei e melodici, che rendono meno pesanti ed assassine le granitiche mazzate che compongono questi pezzi. Per farsene una chiara idea basta ascoltare il brano di apertura, “Because I Let You”, e le splendide “Dying Light”, “The Answer Is You” e “Pandemomium”. Gli amanti del trip-hop potranno avere piena soddisfazione ascoltando “Never To Return”, brano che potremmo definire uno spartiacque tra le varie sonorità che caratterizzano Time.
Per concludere, non mi resta che fare ai complimenti al gruppo che, colpevolmente, non avevo mai ascoltato e che mi ha ora folgorato con la sua tecnica e la sua energia. Consiglio l’ascolto di questo lavoro sia agli amanti del genere sia anche a tutti coloro che adorano la musica di classe, quella con la M maiuscola.