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Premessa: negli ultimi anni sono aumentate in modo esagerato le pubblicazioni musicali (in ogni settore). Solo nel genere heavy, che include una miriade di sottogeneri ed un quantità esagerata di gruppi underground, sono decine di migliaia i demo, gli EP, gli album… Impossibile seguire tutto? Certo, soprattutto se ci si allontana dai gruppi TOP e si scende verso l’oscurità. Ci sono artisti validi che passano in secondo piano e potevamo noi forse dimenticarli? NO!
Da qui la necessità di creare una serie di articoli/pubblicazioni oltre la classica recensione, che prevede ascolti e tempi di realizzazione più lunghi. Una sorta di breve presentazione di artisti ed uscite, come una volta si poteva trovare sulle riviste di settore.
Ricordatevi di ascoltare il nostro Dottore. Benvenuti a Pillole D’Acciaio!!!
Silverbones – Brethren Of The Coast (Stormspell Records)
È uscito a novembre 2023 Brethren Of The Coast, secondo album che i pirati veneti Silverbones hanno pubblicato con la Stormspell Records! E se si parla di heavy metal e pirateria, beh, non si può non pensare a chi, per primo, li ha uniti in dischi divenuti dei classici, ovvero i Running Wild del capitano Rolf Kasparek, grossa influenza nello stile dei Silverbones che, come i loro corregionali Rogue Deal, rileggono ed attualizzano la lezione dei maestri attraverso ottime capacità esecutive e di scrittura. Rispetto all’esordio, Wild Waves del 2016, le novità riguardano una formazione rinnovata ed ampliata dall’aggiunta di un cantante di ruolo (il bravissimo Lorenzo Nocerino, dalla voce potente e pulita, indubbiamente meno ruvida di quella di Rock ‘n’ Rolf) ed una produzione dai suoni migliori. Mentre non è variata la qualità della musica, sempre di qualità: Brethren Of The Coast è un disco decisamente azzeccato – «strong and proud», come cantano in “Granite Heart”! – con assoli incisivi e ritornelli efficacissimi che generano brani trascinanti e divertenti come “Raise The Black”, “Headless Rider” e “Die For The Crown”! Insomma, se vi sentite orfani dei vecchi Running Wild ed apprezzate Blazon Stone e Rocka Rollas, il rum-fueled pirate metal attack dei Silverbones è ciò di cui avete bisogno! (Luca Avalon)
Etichetta – Facebook – Bandcamp
Eldamar – Lost Songs from the Ancient Land (Northern Silence Productions)
L’ultima uscita del progetto solista Eldamar, del norvegese Mathias Hemmingby, ci regala con solo tre brani circa quaranta minuti di musica. Una corposa discografia (il primo disco è del 2016), ritmi lenti tipici del genere Atmospheric/Ambient Black Metal, voci sintetizzate e l’impressione di essere di fronte agli spettacolari scenari che l’autore mette sempre in copertina. Qui vengono recuperati due brani demo dal 2015, “Spirit of the North” presente sul primo disco ed “Entering Eldamar”, un brano mai pubblicato. La presentazione del progetto è “L’obiettivo dell’arte di Eldamar è quello di aiutare gli ascoltatori ad aprirsi alla musica in modo emotivo, a combinare l’esperienza con la propria immaginazione e ad allontanarsi nei propri sogni durante l’ascolto delle canzoni”; parole che sono perfette per definire l’essenza di questa musica che, lontana da logiche di mercato e mode, penetra in chi ascolta e suscita ogni volta emozioni. Per amanti di atmosfere, Tolkien, magia e natura. (Lele Triton)
Etichetta – Facebook – Bandcamp
Helms Deep – Treacherous Ways (Nameless Grave Records)
Chiodo: indossato. Borchie: agganciate. Pantaloni logorati dall’uso, o spandex se la vostra linea lo permette e a meno d’essere metallari cinquantenni in qualche festival tedesco, dove tutto è lecito: indossati. T-shirt della oscura band di culto bulgaro-nipponica: presente. Note scarpe da pallacanestro vissute: calzate. Se volete, all’occorrenza potete rispolverare l’uniforme post apocalittica a la Mad Max: approvata. Dovrebbe esserci quasi tutto l’indispensabile per prepararsi all’ascolto dell’esordio degli americani Helms Deep (senza apostrofo), trio scaturito dalla visione del chitarrista e cantante Alex Sciortino, che dalla Florida recluta nientemeno che Mike Heller alla batteria – anche produttore – e Sua Maestà John Gallagher al basso, per un album il cui unico scopo è risvegliare i nostri mai troppo sopiti umori metallici. Se poi la copertina è affidata ad un fuoriclasse di nome Michael Whelan, gli ingredienti per una uscita degna di interesse ci sono tutti, e la Nameless Grave Records è stata lesta ad accaparrarsi il pacchetto completo. Messo in chiaro che “Treacherous Ways” non è una copia dei Raven realizzata con carta carbone, prendete questi 50 minuti per quello che al recensore d’acciaio piace sempre definire come colata metallica e lasciatevi trasportare dalla maestria nell’esecuzione, dai riusciti arrangiamenti e dal continuo susseguirsi di riff che inneggiano al classico heavy metal, tra cavalcate ed up tempo, cori epici, sentori speed metal e sapori NWOBHM, per un risultato letale e mai stancante. Divertimento garantito, provare per credere! (Pol)
Keres – Homo Homini Lupus (Gruesome Records)
I Keres sorgono nel 2015 dalle ceneri dei furono The Crying of Angels giugnendo nel 2016 alla pubblicazione di un EP intitolato “Heresy”, dalle tematiche legate alla mitologia ellenica, dalla quale deriva anche il nome stesso della band. Ker è la personificazione del destino dei guerrieri o della morte violenta che colpiva durante duelli o azioni furtive. Il primo album giunge oggi alle stampe. “Homo Homini Lupus” è un nerissimo compendio di disamina misantropica che poche speranze pare voler concedere a noi esseri umani al di fuori di un’estinzione meritata come espiazione di una natura, la nostra, la quale non riesce proprio ad evitare di creare dolore e tragedie. La tematica brutale è egregiamente supportata sul piano stilistico da questi musicisti dediti alla causa del Blackened Death metal che essi sfoggiano senza accostarsi troppo a grossi nomi del genere quali Behemoth, ma anzi presentandone una propria versione originale e talvolta trafitta da una morbosa epicità. Un brano su tutti, “Leviathan” consente di comprendere la bravura tecnica dei Keres e la loro ferocia strumentale e lirica. Attenti a non farvi sopraffare da questa mezz’ora di violenza cieca! (Vittorio Manzone)