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Recensione scritta da René Urkus
Hanno ancora senso gli EP nell’era della musica digitale?
Gli spagnoli Theragon credono evidentemente di sì, al punto da produrre anche il CD di questo Lumina, che segue il full-length d’esordio Where The Stories Begin. Ricordo di aver ascoltato il disco alla sua uscita, nel 2020, e di non esserne rimasto particolarmente colpito: i nostri mi sembrarono dediti a un power a tinte fantasy d’ordinanza, sincero ma non particolarmente esaltante.
Lumina presenta invece quattro pezzi tutti interessanti, che potrebbero essere – ma dovremo verificare con il prossimo disco – avvisaglia di una maturazione.
Se avete amato il power nella sua epoca d’oro, non potrete resistere né alle tastiere né al ritornello di “Heartbound”, che ci riporta veramente a band come i Dreamtale o, per restare nella penisola iberica, ai migliori Dark Moor, quelli di Ancestral Romance o di Ars Musica. Tenendo poi conto che il cantante Ferran Quiles ha degli acuti notevoli, i nostalgici sono avvertiti… avvolgente tappeto di tastiere per la più meditata “The Bird That Cannot Fly”, mentre è grintosa “We All Are One”, che in ogni caso mantiene una melodia cristallina e si avvicina di più a quello che hanno fatto di recente formazioni come i Dragony. Si chiude con “In Valentia”, che incorpora nel sound qualche vago elemento folk e un coro allegro, non da taverna per fortuna, ma magari vicino a qualcosa dei Power Quest.
Se queste poche righe vi hanno incuriosito, e i vostri album preferiti hanno tutti un drago in copertina, il consiglio è di dare un ascolto a Lumina, perché potrebbe catturarvi.