OVERLORDE – Awaken The Fury

Titolo: Awaken The Fury
Autore: Overlorde
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: US Power Metal
Anno: 2023
Etichetta: No Remorse Records

Formazione:

George Tsalikis – Voce
Mark Edwards – Chitarra
John Bunucci – Basso
George Janeira – Batteria


Tracce:

01. Awaken The Fury
02. Fire In The Sky
03. The Madness Within
04. Battle At Marathon
05. Destroy Us All
06. Gargoyles
07. Ashes
08. Hammer Strike
09. Paranoid Delusions
10. Migraine


Voto del redattore HMW: 5/10
Voto dei lettori: 5.0/10
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Recensione scritta da Lorenzo “Caotico” Castiglioni

Effetto “George Foreman” è quello che ho pensato appena appreso che gli Overlorde sarebbero usciti con un nuovo disco (con la benedizione dell’autorevole No Remorse Records). Effetto Foreman perché come il campione texano di pugilato, il quale si allontanò dal ring per molto tempo per poi ritornarci con lo scetticismo di tutti gli addetti ai lavori, questi metaller ora ritornano sulla scena dopo un ventennio dal loro ultimo (e primo) lavoro. Non che si fossero sciolti ma, alzi il braccio chi dopo il Keep It True del 2005 non abbia telefonato almeno una volta a “Chi l’ha visto?” per ricevere aggiornamenti sul loro conto.

Agli atti va subito messo che al microfono non c’è più Bobby Lucas (Attacker e Morbid Sin), sostituito da George Tsalikis (Zandelle) mentre alla batteria non c’è più il co-fondatore Dave Wrenn, sostituito da tal George Janeira. La copertina disegnata dall’italiano Daniele Gay, a detta del gruppo stesso, vuole catapultare la mente alle cronache di guerra di questi anni con gli orchi blu e rossi (come la bandiera della Russia) a cui si contrappongono i cavalieri dagli scudi gialli e blu (come la bandiera dell’Ucraina).

L’apertura “Awaken The Fury” è un furioso antipasto dove c’è dentro tutto quello che serve per far crescere sane e forti le orecchie: velocità delle bacchette di Janeira, acuti poderosi di Tsalikis, pulsante tocco delle dita di Bunucci, concrete frustate della sei corde di Edwards e struttura della canzone che acchiappa dal primo ascolto. Anche se i sismografi non registrano i picchi della opener, sullo stesso livello più o meno si trovano “Ashes” e la conclusiva “Migraine”. Trovo sufficienti anche “Fire In The Sky” che funziona in tono minore ma comunque funziona e “Gargoyles” la quale, sarebbe anche una canzone apprezzabile da Nord a Sud se non avesse una intro così stancamente trascinata per tre minuti.

Purtroppo è con “The Madness Within”, “Battle At Marathon”, “Destroy Us All”, “Hammer Strike” e “Paranoid Delusions” che mi si abbassa il livello di serotonina come quando guardo una gara di Formula E.

Con tutte le difficoltà del caso, apprezzo lo sforzo fatto dai musicisti del New Jersey di tornare dopo vent’anni con questo Awaken The Fury, ma mediamente trovo il precedente Return Of The Snow Giant superiore. “Awaken The Fury”, “Ashes” e in parte “Migraine” fanno risvegliare il Krakatoa, ma a malincuore devo sentenziare che 16 minuti di alto valore su 56 non bastano per poter ritornare campioni mondiali dei pesi massimi; Foreman ci riuscì, loro no.

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