ANGRA + DRAGONHAMMER + GREAT MASTER + BLACK MOTEL SIX


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Angra + DragonhammeR + Great Master + Black Motel Six

Articolo a cura di Fabio Perf

Foto per gentile concessione di Slaughter Club

 

Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI), 24-03-2024

Appuntamento imperdibile per gli amanti del Power: tornano in Italia gli Angra per la presentazione del nuovo disco “Cycles Of Pain”! Dopo il sold-out di Roma e (quasi) di Mantova, anche lo Slaughter Club è bello gremito.
Di supporto troviamo due ottime realtà italiane della scena Power: DragonhammeR e Great Master, più i groove-metallers  Black Motel Six.

BLACK MOTEL SIX

I Black Motel Six sono una band romana che propone un robusto groove metal, molto tirato e d’impatto. Probabilmente un po’ fuori dal contesto della serata, i Nostri sono fautori di una buona prestazione, molto professionale. Colpisce l’energia e la grinta del gruppo, in particolare del cantante Stefano Calabrese, autore di una prova molto sentita e assolutamente potente.

Il pubblico non è ancora molto numeroso ma sembra gradire l’energia sprigionata dai capitolini. Missione compiuta, quindi, per i Black Motel Six.

 

GREAT MASTER

Tornano i veneti Great Master, band di gran classe che propone un gustoso mix tra metal tradizionale (con venature epiche) e un Power tipicamente europeo. Relativamente freschi di pubblicazione del nuovo album di inediti, l’ottimo Montecristo (uscito nel settembre 2023), la formazione propone maggiormente i brani più recenti. Si nota fin da subito un gruppo compatto e ben rodato, grazie anche alle recenti date nel nord Italia. Il suono è potente e chiaro e possiamo godere di un’ottima riproposizione dei brani del nuovo disco.
Si parte infatti con la coppia di pezzi che aprono Montecristo (“Back Home” e “The Left Hand Joke”). Il pubblico, aizzato dal cantante Stefano Sbrignadello, canta i cori dei brani ed è molto partecipe durante tutta l’esibizione. Esibizione per altro totalmente convincente: ottimo il lavoro delle chitarre (sia in fase ritmica che solista) e, ugualmente pregevole, l’impatto dei cori, eseguiti da quasi tutto il sestetto. Le tastiere di Giorgio Peccenini fanno da collante tra la parte più metallica e quella più orchestrale del suono dei Great Master.

Lo show prosegue con “War” (da Skull And Bones – 2019) è uno dei brani più oscuri ed heavy dei Nostri, che rende ottimamente dal vivo. “Montecristo”, la title-track del disco, risulta molto coinvolgente facendo cantare tutto il pubblico nel pre-coro.

I Great Master fortunatamente non si dimenticano del passato e ci regalano un paio dei loro classici: la magniloquente  “Traveller Of Time” e, in chiusura, la veloce “Another Story”, pezzo Power con un coro davvero maestoso!

Ottima esibizione quindi per i veneti, decisamente più che un mero antipasto, in attesa del piatto forte della serata.

 

Scaletta
Back Home
The Left Hand Joke
War
Montecristo
Your Fall Will Come
Traveller Of Time
Man From The East
Another Story

DRAGONHAMMER
È il turno dei capitolini DragonHammer, band dedita a un classico Power europeo. I Nostri sono ritornati sulle scene con un album davvero valido, intitolato Second Life. Ed è proprio il brano di apertura di questo disco, Kingdom Of The Ghosts, ad introdurre la loro esibizione: un ottimo esempio di Power attento alla melodia e all’epicità, senza trascurare l’impatto metallico. Inizialmente riscontriamo qualche piccolo problema tecnico che però si sistema abbastanza in fretta e non intacca l’esibizione dei Nostri.

Si susseguono i pezzi migliori dell’intera discografia del quintetto romano, in cui apprezziamo la bravura dei musicisti, tra le classiche battaglie chitarre-tastiere, una ritmica martellante e la voce limpida e potente del cantante Mattia Fagiolo. A tal proposito, la cosa che mi è saltata subito all’occhio (e all’orecchio) è stata la totale assenza di cori: il cantante infatti si sobbarca tutte le parti vocali. Se da un lato ho apprezzato il fatto di evitare ulteriori tracce registrate (troppo spesso un abuso da parte di diversi gruppi), dall’altro avrei gradito un apporto dagli altri membri, per lo meno per i cori più semplici. Poco male perché comunque Fagiolo si è rivelato anche dal vivo un ottimo interprete, con una voce potente in grado di reggere alla grande per tutto lo show.

L’inno “DragonHammer” conclude nel migliore dei modi l’esibizione del combo romano, assolutamente positiva.

Scaletta

Kingdom Of The Ghosts
Sickness Divine
Legend
Blood In The Sky
The End Of The World
Children Of The Sun
Silver Feathers
DragonHammer

ANGRA
Era il 1995 quando i brasiliani Angra, freschi del loro clamoroso debutto Angels Cry, suonarono per la primissima volta in Italia, proprio a Milano. All’epoca l’attesa era spasmodica, visto il successo del loro disco d’esordio. Questa introduzione, non per rimpiangere i tempi che furono, ma per sottolineare che, dopo quasi 30 anni, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Tra cambi di formazione, (ahimè) premature scomparse, ad oggi l’unico membro superstite è il chitarrista fondatore Rafael Bittencourt: un destino poi non tanto inusuale nella storia di varie line-up di gruppi metal.
I Brasiliani sono quindi guidati dal citato chitarrista e dal “nostro” Fabio Lione alla voce, ormai i due veri leader del gruppo.

Probabilmente la magia del 1995 si è un po’ persa ma l’attesa per questo spettacolo era comunque palpabile e, anche se non c’è stato il tutto esaurito, lo Slaughter Club era bello pieno. I Nostri sono in tour per la presentazione dell’ottimo nuovo disco Cycles Of Pain, a testimonianza che la classe della band è tutt’altro che scemata col tempo; vengono infatti suonati diversi brani dal nuovo album.
Quando però le luci si spengono ecco che parte la base registrata di “Crossing”, preludio a “Nothing To Say”, tratto dal quel capolavoro che risponde al nome di Holy Land. Si parte subito forte e il pubblico reagisce alla grande cantando e partecipando ai cori. Non c’è tempo di rifiatare che Lione annuncia un altro dei classici più amati degli Angra, proprio “Angels Cry”! Anche qui un tripudio di cori e mani alzate, con il pubblico scatenato durante il famoso intermezzo neoclassico.
Ecco che vengono presentati i primi brani di Cycles Of Pain, come l’intensa e intricata “Tide Of Changes”, con una prova molto sentita e grintosa da parte di Lione. In evidenza anche il virtuoso bassista Felipe Andreoli, che si scatena col suo enorme basso a 6 corde.
“Vida Seca” rappresenta in pieno il nuovo corso degli Angra: un brano che ci immerge completamente nella calda atmosfera brasiliana, senza però tralasciare l’impatto del metal. La prima parte del pezzo è cantata in portoghese da Bittencour, seguito poi da Lione per la parte in inglese. Davvero un’ottima esecuzione che ha saputo catturare i presenti.
Uno dei momenti più intensi arriva con “Lisbon” (singolo del disco Fireworks del 1998). Lione introduce il pezzo onorando il compianto Andrè Matos (storico cantante degli Angra, scomparso prematuramente nel 2019). Ho apprezzato molto la dedica di Lione, molto semplice e genuina, tutt’altro che melodrammatica. Il pubblico canta praticamente tutto il pezzo e io non posso trattenere qualche lacrima d’emozione…

“Dead Man On Display” è un altro dei migliori brani dell’ultimo album, dal tema, ahimè, molto attuale. Ho notato con piacere come molti dei presenti, specie ragazzi piuttosto giovani, siano stati catturati da questo disco, pieno manifesto degli Angra attuali.

Col proseguo dello show abbiamo modo di godere dell’arrembante “Ride Into The Storm”, tipico pezzo Power alla Angra che fa scatenare tutti i presenti, e dell’intensa “Rebirth” (tratta dall’omonimo disco del 2001). Superlativa la prova dei Nostri, con questo fantastico brano!

Ci si avvicina alla chiusura e ho apprezzato particolarmente la scelta di proporre la ballata “Bleeding Heart”, non suonata molto spesso, una vera chicca all’interno di una scaletta sicuramente interessante.
Con l’energica “Waiting Silence”, uno dei brani migliori dell’era Falaschi, si chiude lo spettacolo ma gli Angra ci mettono veramente poco a risalire sul palco per il consueto bis.
L’intro “Unfinished Allegro” lascia poco spazio all’immaginazione: il pubblico è in visibilio, pronto a scatenarsi con l’inno “Carry On”. Questo super classico viene eseguito, come accade ormai da diversi anni a questa parte, fino al break solista, terminando in medley con “Nova Era”, che conclude definitivamente il concerto.
Gli Angra hanno dato prova di essere sempre un punto di riferimento per quel che riguarda il Power Metal (quello vero!) e non solo.

Da parte mia mi sento di ringraziare vivamente gli Angra che furono, per aver dato vita a questa fantastica avventura, e gli Angra attuali, per mantenere sempre viva la fiamma, con una qualità sempre alta ed ottime esibizioni come quella di stasera.

 

Scaletta
Crossing (intro registrata)
Nothing To Say
Angels Cry
Tide Of Changes – Part I
Tide Of Changes – Part II
Lisbon
Vida Seca
Dead Man On Display
Rebirth
Morning Star
Cyclus Doloris (intro registrata)
Ride Into The Storm
Cycles Of Pain
Bleeding Heart
Waiting Silence
Bis: Unfinished Allegro (intro registrata)
Carry On + Nova Era

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