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… ed è proprio in un profondo silenzio che provo ad immergere i pensieri mentre Terra Madre mi percorre i ricordi diurni senza emettere un fiato. C’è più di solo qualche cosa che non mi dà pace.
È davvero così che ci si vuol sapere degradati? Non mi faccio una ragione di come un gruppo dalla penna felice confezioni poi la propria arte in un involto acustico tanto commerciale. Certo, una perplessità da ettachiloplicare e porre al riguardo di altrettante pubblicazioni sparse lungo decenni e continenti. Pregi e difetti.
Formazione stazionaria, scrittura stabile (Deo gratias), inclusa la pecca di vederla punteggiata di cali di attrattiva, lingua della terra madre (Deus magnus est!!!), impianto e squadra di produzione artistica riconfermati (infeliciter…).
Il risultato è un heavy metal di stampo classico e in certa misura legato alla struttura introduzione-strofa-ritornello-strofa-ritornello-ponte-assolo, qualche testo di denuncia sociale (quando “Schiavo Della Mente” fa rima con benzoilmetilecgonina), linee vocali valide e mai troppo succubi della rima fra accenti tronchi, buona presenza del basso, begli assoli (i cui omologhi su Ritornato Dall’Incubo furono invero un po’ sminuiti da ZZ) e, soprattutto, riff nodosi quanto si conviene.
Forse manca una freccia infuocata come fu “Elettroshock” per il precedente – una freccia scoccata verso il cielo a propellere una media di certo non scarsa. Ci pensano però “Tempesta Di Meteoriti” e “Scilla E Cariddi” a praticare choc elettrici di voltaggio adeguato. In alto la bandiera dell’heavy metal.
Potrei ora citare alcuni degli episodi meno irruenti e parimenti pregevoli ma, che ciò equivalga o meno a “Terra 51” e/o a “Quarantena”, la sostanza è che Terra Madre non scosta le intenzioni degli autori né mette in discussione i parametri di gradimento del loro pubblico.
La vittoria qui rimane aver sgominate le migliaia di cervelli avariati e convinti che la musica funzioni solamente se cantata in inglese. La prossima però, Silenzio Profondo, fermatevi allo Studio 73, eh? Questione di pochi chilometri.