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I famigerati Korpiklaani tornano in scena caparbi più che mai e ci rifilano il loro ennesimo disco folk metal. Avrei potuto scommettere qualsiasi cosa, ma ero già sicura che con Rankarumpu non avrei ascoltato niente di troppo sconvolgente o inatteso. Mi aspettavo una dozzina di canzoni non troppo lunghe, perfettamente circoscrivibili all’interno del loro inconfondibile stile, qualche pezzo festaiolo e spensierato, altri più dinamici ed energici, qualche altro assolutamente passabile (o evitabile, da un punto di vista più severo).
Chi ama far baldoria, birra alla mano, sarà certo felice di brani come “Kotomaa”, “Aita” e “Saunaan”, nei quali l’emblema dello spirito gaio e saltellante della humppa che ha reso noti i Korpiklaani torna a farsi sentire in un connubio ben orchestrato di botta e risposta tra la fisarmonica di Sami Perttula e il violino di Olli Vänskä, di cui questo disco riesce a mettere in luce l’ottimo talento, accompagnati efficacemente dal sempre peculiare cantato dell’inesauribile Jonne Järvelä.
Per la felicità degli ascoltatori più esigenti, troviamo invece qualche elemento che rovescia le carte in tavola. “Mettään” sviluppa una linea più irruenta e spedita rispetto al tipico stile dei Korpiklaani e coronandosi di un ritornello cadenzato e prepotente, si dimostra senz’altro interessante. “Oraakkelit” è il brano più eccentrico, rende giustizia al suo titolo con un’atmosfera mistica e lenta. Funziona brillantemente anche l’attimo di respiro che ci lasciano il tipico pezzo (serio) al centro del disco “Kalmisto” e “Viikatelintu” a cui possiamo assegnare il cartellino di ballad di turno, che in ordine di ascolto delimitano la divertente “Rankarumpu”, che sarà a mani basse uno dei cavalli di battaglia dei prossimi concerti.
Come presagito inizialmente quindi niente di nuovo in casa Korpiklaani pure a questo giro, anche se è innegabile come il gruppo abbia partorito “Rankarumpu” grazie a uno slancio abbastanza ispirato, che perlomeno lo differenziano in qualità dai lavori recenti, risultando più eterogeneo e ragionato. Probabilmente il gruppo ha raggiunto ora la formazione ideale, trovando il giusto equilibrio tra musicisti maturi e artisticamente consapevoli, e il risultato si sente.