SAFFIRE – For The Greater Good (Redux)

Titolo: For The Greater Good (Redux)
Autore: Saffire
Nazione: Svezia
Genere: Hard rock
Anno: 2024 (2015)
Etichetta: Rock Of Angels Records

Formazione:

Tobias Jansson: voce
Victor Olsson: chitarra
Dino Zuzic: tastiere
Magnus Carlsson: basso
Anton Roos: batteria e percussioni


Tracce:

01. The Great Escape
02. Casters Of The First Stone
03. For The Greater Good
04. Heartless
05. Dandelion’s Shame
06. Shadowland
07. Wake Up The World
08. As Promises Burn
09. Blame It On The Rain
10. Ghost Town
11. This Is Not The End


Voto del redattore HMW: 8/10
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Nati nell’ormai lontano 2005, gli svedesi Saffire, sopo un primo album rilasciato nel 2013, due anni dopo danno alle stampe l’ottimo For The Greater Good, che oggi viene rimasterizzato e ristampato dalla Rock Of Angels nella versione “redux”, sia in digipack cd che in vinile trasparente in edizione limitata a 300 copie. L’album propone un infuocato hard-rock che risente dell’influenza di Deep Purple, ma attualizzato da suoni più potenti e moderni e con una piccola componente prog.

Tobias Jansson ha una voce sporca che ben si adatta al genere, ma capace di generare buone melodie e Olsson e Zuzic, rispettivamente chitarrista e tastierista, tessono basi validissime, sui quali innestare i loro spumeggianti assoli. L’iniziale “The Good Escape” può contare su una grande dose di energia corroborata da un bel ritornello e la successiva “Casters Of The Fires Stone” non è da meno: pur abbassando i bpm, possiede linee vocali più epiche e stimolanti.

L’album continua a proporre questo eccitante mix sonoro con ottimi pezzi come “Heartless”, nella quale il quintetto suona come una versione più moderna degli Uriah Heep e “Dandeliom’s Shame”, dal bel tiro e con un azzeccatissimo ritornello. E se “Shadowland” è una potente cavalcata lungo le valli del rock più duro, “Wake Up The World” cita “Perferct Stranger” dei Purple (che a sua volta citava “Kashmir” dei Led Zeppelin) tramite sonorità più moderne e groovy. Anche le ultime quattro canzoni confermano la bontà di questo lavoro, tra la semi ballata dal sapore prog di “As Promises Burn” e la conclusiva “This Is Not A End”, intensa ed emozionante. Un album da riscoprire e da ascoltare.

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