VIPASSI – Lightless

Titolo: Lightless
Autore: Vipassi
Nazione: Australia
Genere: Extreme Progressive Metal
Anno: 2024
Etichetta: Season of Mist

Formazione:

Daniel Presland          Batteria
Ben Boyle                    Chitarra
Benjamin Baret          Chitarra
Arran McSporran        Basso


Tracce:
  1. Lightless                  05:07
  2. Labyrinthine Hex  07:11
  3. Morningstar           06:57
  4. Shapshu                  04:23
  5. Phainesthai            05:49
  6. Ruination Glow     06:05
  7. Neon Rain              03:59
  8. Promethea             10:42

Voto del redattore HMW: 6,5/10
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Si apre con un accordo pulito questo album.
Seguito subito dopo da una leggera melodia e le percussioni, più tribali che ritmiche, che entrano a contorno.

Come una piccola fiammella che si accende nel buio. E si ingrandisce a poco a poco.
E cresce leggera, sempre più grande e potente. Poi arriva un refolo di vento e sembra spazzarla via, spegnerla…

Questa si muove leggera e veloce, sferzata dal vento, ma resiste, con la melodia che ti accompagna nella sua storia.
E infine regge il colpo e si sveglia di nuovo la fiammella. Diventa fiamma viva e brucia e consuma il legno che la alimenta. Fino a renderlo cenere e lentamente, pachidermicamente, a spegnersi.

Me li sono figurati così i primi 5 minuti di apertura di questo Lightless dei Vipassi.
Questi australiani, giunti nel 2024 alla prima prova sulla lunga distanza, dopo l’EP del 2016 (ben 8 anni fa e sempre che 30 minuti di pubblicazione possano considerarsi un EP).
Costola dei più famosi e lodati Ne Obliviscaris, oltre che di altre realtà.

Inoltre questo è un progetto interamente strumentale, di extreme progressive metal.

La metafora con cui ho raccontato la prima delle 8 tracce che compongono questo lavoro è l’unico metodo che mi sovviene per poter descrivere ciò che si può provare ascoltando questo lavoro.
E per ogni traccia, sarà la mente di ognuno che si approccia a questo disco, la fantasia, l’estro a comporre le immagini che vengono suscitate ed ispirate dalla musica dei nostri e a renderla “visibile”.

Musicalmente parlando siamo di fronte ad un lavoro molto vario dal punto di vista degli arrangiamenti e delle soluzioni proposte, con un chiaro filo conduttore di un metal estremo e con evidenti influenze moderne, alcune djent e altre addirittura di post rock, dove i Vipassi riescono a incastrare tutto in un fluire abbastanza coerente e lineare, mai eccessivamente “prog” o disordinato.
Spesso suoni di chitarra leggiadri e leggeri, “puntuti” ed incisivi (appunto) puntellano il resto degli strumenti, andando a colorare in maniera, di volta in volta, diversa ogni canzone.

Un lavoro minuzioso, dove, a mio avviso, il trasporto e il semplice fluire delle cose e delle idee è spesso tenuto al guinzaglio, più che altro perché non è un fiume in piena quello che esce dalle menti di nostri, ma mi sovviene una diga dalla quale vengono fatte sgorgare le giuste quantità di acqua a seconda dell’obbiettivo che ci si è posti, andando anche a modificare il corso del torrente, creando anse dove si vuol fare approdare l’ascoltatore.

Nonostante questa sensazione, il risultato è comunque naturale, spontaneo e vivace.

Una produzione pressoché perfetta, pulita, dove tutti gli strumenti escono splendidamente dalla tavolozza con tutti i loro colori e vanno a comporre il quadro che i Vipassi hanno voluto dipingere. E per questo la copertina, molto evocativa, avrebbe quasi potuto essere il perfetto manifesto se fosse stata realizzata come un quadro o un disegno invece che con un collage di immagini modificate a photoshop.

Difficile dare un voto totalmente oggettivo, poiché penso che l’apprezzare un disco come Lightless sia molto legato alla predisposizione, allo stato d’animo e al momento in cui viene fruito.
In definitiva un lavoro molto buono, evocativo e coinvolgente, che rimane però ad appannaggio di chi abbia voglia di sentirsi quasi un’ora di strumentali.

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