LAB X – Ikigai

Titolo: Ikigai
Autore: Lab X
Nazione: Italia
Genere: Progressive Metal
Anno: 2023
Etichetta: autoprodotto

Formazione:

Alberto Bergonzoni: chitarra
Enrico Lorenzini : tastiere
Luca Nicolasi: basso
Giacomo Calabria: batteria


Tracce:

01. The Ronin’s Memories
02. Duty Against Feelings
03. JY Line
04. Watch Your Step
05. The Monk
06. Green On Gray
07. Heart Of Hiroshima
08. Lost In Nara
09. Streets Of Shibuya


Voto del redattore HMW: 8/10
Voto dei lettori: 9.0/10
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Progetto scaturito dalla mente del tastierista Enrico Lorenzini (Art) e del batterista Giacomo Calabria (Qvintessence), i Lab X giungono nel 2023 al debutto sulla lunga distanza.
Le nove tracce, come si evince sin dal titolo (la parola “ikigai” è l’equivalente giapponese dell’espressione italiana “ragion di vita”) sono ispirate dalla cultura nipponica, frutto di un viaggio nella terra del Sol Levante compiuto da Calabria.

I due hanno coinvolto il chitarrista Alberto Bergonzoni, già noto come fondatore degli Atroci con lo pseudonimo “La Bestia Assatanata” e il bassista Luca Nicolasi, anch’egli in forza negli Atroci nelle vesti dell’”Oscuro Alchimista”, nonché nei Qvintessence. L’album è permeato dai sintetizzatori di Lorenzini che qui spadroneggiano, supportati dalle ritmiche intricate del tandem Nicolasi/Calabria e dagli ottimi interventi di Bergonzoni. Musicalmente i riferimenti vanno ricercati in quei gruppi che tentano di coniugare il rock progressivo, il metal e la fusion jazzistica in una dimensione strumentale, come per esempio Liquid Tension Experiment, Planet X, The Aristocrats o i messicani Glass Mind; i LabX citano questi gruppi, aggiungendoci una sensibilità tutta italiana.

Le piacevolissime “The Ronin’s Memories” e “Duty Agains Feelings” offrono già un buon saggio delle capacità tecnico-compositive del quartetto, ma “JY Line” e “Watch Your Step” fanno ancora meglio, richiamando il miglior progressive rock con gustose divagazioni jazz. “The Monk” alterna momenti soffusi ad altri più movimentati e di matrice metal, le sonorità più moderne e solari di “Green On Gray” lasciano il passo alla delicata “Heart Of Hiroshima” che inizia soffusa per poi sviluppare sonorità sinfoniche, mentre “Lost In Nara” (Nara, è una città che, in passato, è stata capitale del Giappone) mostra il lato più funambolico del quartetto e l’ottima “Streets Of Shibuya”, dedicata a uno dei quartieri più affollati di Tokyo, chiude il lavoro.

Ottimi suoni, soprattutto per quanto concerne la batteria, composizioni riuscite e un elevato tasso tecnico: se vi piace il genere, è vivamente consigliato!

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