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Ed eccomi finalmente qui a recensire un disco atteso tanto dal sottoscritto quanto da orde di giovani fanatici del death/grind nostrano ovvero l’esordio sulla lunga durata (si fa per dire) dei ravennati Slug Gore, They Slime! They Ooze! They Kill!, ormai ben più che sensazioni del panorama estremo della penisola. Dopo la loro fondazione datata al 2022 per mano di due tra i più conosciuti protagonisti di Youtube Italia per quanto riguarda le tematiche heavy metal, Danny Metal (Daniele Faccani) alla batteria e Poldo (Andrea Salvatore Parisi, in arte Sbocco per l’occasione) alla voce, il quartetto completato da Fuoco (Alessandro Fuoco) alla chitarra e Amianto (Pietro Gessaroli) al basso, si è fatto largo rapidamente nell’underground dei club e dei festival fino ad assurgere a tempo di record a icona nazionale del oltranzismo sonoro.
Complice una presenza scenica già rodata e con un immaginario stilistico vicino a tendenze modaiole se non rivoluzionarie quantomeno rivisitate in chiave moderna con le felpe a maniche lunghe, cappellini e occhiali colorati, il combo dell’Emilia-Romagna pone in essere spettacoli incendiari e che da quest’anno godranno di una marcia ulteriore rappresentata dalla freschezza delle tracce proposte che compongono il nuovo disco, alcune delle quali presentate già in alcuni spettacoli precedenti all’uscita dell’album.
Album che vive, come da tradizione, di scenari e racconti di natura B-movie e fanta-horror e che va a scomodare insettoni radioattivi, bestioni lumacosi e in genere visioni orrorifiche e decisamente zozze. Senza farci ingannare da un campionamento elettronico che avvia l’inziale “Post Nuclear Big Smile” ci si getta immediatamente nel calderone dell’offerta che per semplicità si può definire Death metal mentre per dovizia di cronaca andremo a smembrare e dettagliare come un divertente mix di Brutal Slam e Grindcore. Per i meno avvezzi, significa che dallo stereo vi arriveranno le nocche di Tyson sul setto nasale per circa una ventina di minuti. Evitabile? Forse, ma sai che esperienza? E quindi via coi riff incazzatissimi di “Demented Cricket” e “Overthrow the Surface” con il suo ritornello reiterato e sbraitato dall’amato Poldo.
A fare da contraltare alla iperbreve “Salt” troviamo le suite di circa due minuti ciascuna di “The Dust Says You’re Fucked”, ottimo per avviare e mantenere il mosh-pit grazie ad una tendenza più thrash rispetto alle altre e “The Deadly Spawn” resa particolarmente assatanata grazie alla collaborazione in essa proposta coi Fulci, dei quali gli Slug Gore si possono senza timore di errore definire come figli artistici prediletti. Non a caso quest’estate a Genova entrambi i gruppi saranno presenti al nuovo festival metal della città in apertura ai Carcass… dei quali gli Slug Gore possono essere i nipoti a ‘sto punto. Che al mercato mio padre squartò.
Benchè le ritmiche siano mediamente elevate in termini di velocità, non siamo al cospetto di una proposta puramente aggressiva in termini di BPM ed anzi in episodi come “Primal Rules” il lato più groove e intenso della band viene espresso al meglio, creando quella piacevole tentazione a scuotere il collo alzando il volume fino a picchi totalmente irrispettosi per la quiete del vostro vicinato. Come si suol dire “gli Slug Gore sono il gruppo preferito del mio vicino anche se lui non vorrebbe”.
Con una produzione adeguata alla proposta e una copertina simile a quei collage orribili che ci facevano fare nell’ora di arte alle elementari e che perciò rappresenta al meglio l’intenzione tanto seria in termini musicali quanto scanzonata in quelli stilistici, They Slime! They Ooze! They Kill! è un disco fresco e che soddisferà per certo gli amanti dei suoni estremi e violenti. Bravi Slug Gore!