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Arrivano dalla Germania del Sud e portano un hard rock melodico e progressivo. I Wolfen Reloaded ci presentano il loro secondo lavoro dal titolo The Ghost From Within. Sonorità compatte e registrazione di gran classe. Tutti gli strumenti si sentono nitidamente e distinti. Il basso ha un suo ruolo ben preciso e riempie bene i vuoti lasciati da una chitarra che si occupa, giustamente, dei suoni più alti. Voce calda e morbida. La batteria scandisce i tempi più progressivi del disco.
Più di una volta mi è venuto in mente il genere proposto dagli australiani Vanishing Point (soprattutto la ballata “Broken” accompagnata da pianoforte e chitarra acustica), anche se più soft. Dunque la chiave di tutto è senza dubbio la melodia. Il quartetto tedesco riesce perfettamente a canalizzare le energie in un rock quasi perfetto, nelle sue dieci tracce. Avrei azzardato un voto più alto, se non fosse per qualche stonatura vocale da perfezionare. Il termine “stonatura” è un po’ esagerato forse, ma alcuni passaggi sono da rivedere, riportare in linea e magari qualche lavoro sui cori avrebbe potuto migliorare questo prodotto, tutto sommato valido.
La produzione come si è già detto non è da sottovalutare e finalmente, con un disco così ben riuscito, è più facile la valutazione. Potrebbe non colpire subito all’ascolto, quanto proposto dai Wolfen Reloaded, ma a parte qualche momento un po’ più debole, devo ammettere che ho ascoltato questo album più volte senza grandi momenti di noia. I pezzi migliori per il sottoscritto sono stati “Rise Of The Machines” e “Point Of No Return”, oltre la già citata “Broken”.
Un buon secondo lavoro, sicuramente da migliorare, ma il gruppo non è affatto male. Dategli una possibilità e se vi va, fateci sempre sapere se avete ascoltato il disco con un commento. Ci chiediamo sempre se qualcuno, ogni tanto, ha scoperto un nuovo gruppo grazie a qualche nostro consiglio.