NEW HORIZON – Conquerors

Titolo: Conquerors
Autore: New Horizon
Nazione: Svezia
Genere: Power Metal
Anno: 2024
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Jona Tee: chitarra solista e ritmica, basso, tastiera e cori
Nils Molin: voce

Musicisti aggiuntivi:
Georg Härnsten Egg: batteria
Elize Ryd: voce solista in “Before The Dawn”
Love Magnusson: chitarra solista su “King Of Kings” e “Edge Of Insanity”
Daniel Johansson: chitarra solista su “Daimyo” e “Apollo”
Laucha Figueroa: chitarra solista in “Shadow Warrior” e “Fallout War”


Tracce:

01. Against The Odds
02. King of Kings
03. Daimyo
04. Shadow Warrior
05. Apollo
06. Fallout War
07. Messenger of The Stars
08. Before The Dawn
09. Edge of Insanity
10. Alexander The Great (356-323 B.C.)


Voto del redattore HMW: 7/10
Voto dei lettori: 8.8/10
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I power metal svedesi New Horizon, dopo l’esordio del 2020 con Gate Of The Gods, ritornano con il loro secondo album in studio sempre con il polistrumentista, compositore e produttore Jona Tee (Crowne, Autumn’s Child, H.E.A.T.) ma senza il cantante Erik Grönwall (ex Skid Row, ex H.E.A.T.) sostituito dall’amico Nils Molin (Dynasty, Amaranthe). Conquerors, presenta anche alcuni ospiti: il chitarrista Love Magnusson (Dynazty, Crowne) nell’assolo di “King Of Kings” e in quello di “Edge Of Insanity”, Daniel Johansson alla chitarra in “Daimyo” e in “Apollo”, il chitarrista Laucha Figueroa in “Shadow Warrior” e in “Fallout War” ed Elize Ryd degli Amaranthe che aggiunge la voce solista in “Before The Dawn”. Il sound è un power metal pesante e melodico con molte sfumature oscure e inquietanti, che raccontano nel dettaglio i momenti cruciali della storia umana e degli straordinari uomini che l’hanno plasmata. La voce imponente di Nils è più versatile del precedente singer e si intreccia perfettamente con le sovrapposte melodie di Tee. Quest’ultime danno poi vita a un suono che è allo stesso tempo familiare e piacevolmente innovativo. Musicalmente, il contesto è un heavy – power metal melodico influenzato da band fondamentali come gli Iron Maiden, gli Hammerfall, i Nocturnal Rites e gli Edguy.

“Al nostro primo incontro in studio, Nils ha detto: se devo farlo, devo essere coinvolto al 100%. Nils e io abbiamo esplorato la possibilità di collaborare in un progetto ormai da qualche tempo. All’inizio, l’ho ritenuto improbabile visto che aveva già molto da fare, tuttavia, ho dovuto chiederglielo e sono rimasto felicemente sorpreso che lo abbia preso in considerazione e quando abbiamo iniziato a proporre idee per i temi dei testi è apparso cristallino. Il dado è tratto”, afferma Jona Tee.

L’apertura furiosa di “Against The Odds” è il biglietto da visita della potenza sonora del duo scandinavo grazie ad una doppia e fragorosa doppia cassa seguita da riff melodici e velocissimi di chitarra elettrica conditi poi da prolungati assoli al fulmicotone. In generale le canzoni sono veloci e pesanti per via di un possente groove e arricchite da bellissime melodie. Ne è un esempio l’epico singolo: “King Of Kings”, che narra, grazie a un intro tastieristico e religioso, di Gesù Cristo, mischiando divinamente l’hard rock classico e il metal di stampo nordico ma con una produzione moderna e cristallina che mette in risaldo tutti gli strumenti. Poi l’autorevole gamma vocale di Molin rasenta la perfezione in tutti i brani in cui è coinvolta riuscendo ad alternare registri bassi ad altri più alti con tonalità vocali grezze e potenti da far venire la pelle d’oca. L’altro singolo “Daimyo” è un altro pezzo da novanta dell’opera. Qui la storia del Giappone feudale viene espressa con rabbia e con un ritmo cadenzato, arricchito da una melodia guidata dall’ottimo ritornello e dalla fenomenale voce del vocalist svedese. Il tutto sotto i colpi avvolgenti di morbidi sintetizzatori e prolungati assoli di chitarra elettrica. Addirittura, l’assolo di tastiera si trasforma in un grandioso assolo di chitarra, lasciando l’ascoltatore estasiato da tanta magnificenza. Piace pure il proseguo con la maestosa e orientaleggiante, “Shadow Warrior”, song aggressiva e armoniosa, piena di possenti cori e arricchita dall’ugola acutissima di Nils capace di suscitare fortissime emozioni. Il refrain del pezzo è comunque impressionante per via degli intrecci di chitarra elettrica supportata da una martellante sezione ritmica e una raffinata tastiera in sottofondo. L’AOR cadenzato di “Apollo” fa calare il ritmo e respirare dopo tanto metal ascoltato nei primi brani. La tastiera e i cambi di tempo esaltano il gradevole ritornello e in generale la sdolcinata e la magnifica melodia incoronata da un velocissimo e adrenalinico assolo di chitarra elettrica.

Qui a discapito del titolo non si parla dell’antica Grecia ma della corsa allo spazio tra Russia e Stati Uniti negli anni difficili della “Guerra Fredda”. La successiva e inquietante, “Fallout War”, offre un suono tenebroso e massiccio in cui i crudeli riff di chitarra e il cantato urlato di Molin la fanno da padrone sotto i colpi di sinistri sintetizzatori. La canzone più affascinante del disco è comunque “Messenger Of The Stars”, un prog power metal che si appoggia sulla poderosa energia sprigionata dalla batteria di Georg Härnsten Egg e sulla consueta e ondeggiante tastiera di Jona Tee. Anche qui si ode l’ottima abilità del vocalist dei Dynazty che canta in modo disinvolto del nostro posto nell’universo e del pianeta Terra che ruota attorno al Sole. Verso la fine dell’album ci si imbatte nella mielosa e discreta ballata “Before The Dawn” caratterizzata dal duo canoro formato dalla passionale voce della svedese Elize Ryd e da quella più robusta e profonda del connazionale Nils Molin, entrambi uniti per l’occasione nella speranza di un futuro migliore. Il contesto armonioso è ricco di accenni celtici e di una sottile esecuzione acustica che rende il pezzo tranquillo nei primi minuti per poi crescere d’intensità verso la fine. Dopo questo momento leggero e intimo i New Horizon ripartono in quarta con il ruggente e movimentato “Edge Of Insanity”, che vede il vocalist cantare a squarciagola in un contesto sonoro molto pesante e ribelle ma sempre melodico. Anche qui il lavoro chitarristico e tastieristico di Tee è enorme perché l’artista cura ogni minimo dettaglio sull’arrangiamento della song, aiutato poi da una battente e precisissima sezione ritmica. Alla fine, un narrato frammento sonoro prepara all’inizio glorioso di “Alexander The Great (356-323 a.C.)”, cover dei mitici Iron Maiden, estrapolato dall’album Somewhere In Time del 1986 e omaggio ad uno dei più grandi conquistatori militari del mondo. Sinceramente è preferibile la versione originale perché più grezza e cantata magistralmente da uno dei cantanti più bravi del pianeta. Imitare Bruce è impossibile ma Nils intelligentemente non cade in quest’errore e canta come sa fare mentre la canzone cresce in intensità e con cambiamenti ritmici abbastanza progressivi che la rendono interessante. Conquerors offre svariati spunti d’interesse perché oltre ai bei testi e ad alcune narrazioni storiche, il gruppo offre drammaticità e teatralità ad un sound power metal di vecchio stampo ma sempre in auge nei cuori dei metalheads di tutto il mondo. L’aggiunta di Molin è poi la ciliegina sulla torta di un progetto meritevole di continuazione che vede questi bravissimi musicisti sfornare un altro bel disco confezionato appositamente per gli amanti del genere.

 

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