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Mese di Luglio, mese di festival metal! In un weekend carico di impegni per i fan della musica dura, la redazione di Heavymetalwebzine.it è riuscita a dividersi i due principali: il boss Ivan si è recato alla prima giornata del Metal Park mentre il sottoscritto sceglie la prima edizione del Genova Summer Live per scongelarsi dal proprio oblio degli ultimi mesi.
Quelle liguri sono latitudini poco battute per quanto riguarda l’estremo ed oggi vedono compiersi gli sforzi di un progetto tanto ambizioso quanto riuscito ovvero portare nella Superba dei veri mostri sacri sia attempati quanto più recenti. Difatti, Sabato 6 Luglio sul palco della suggestiva Arena del Mare sita al Porto Antico del capoluogo ligure sono andate in scena ben 7 band tra le quali gli imprescindibili Carcass al loro unico appuntamento italiano per il 2024. Ecco il racconto della giornata!
SLUG GORE
Facciamo giusto in tempo a superare i cancelli aperti con un vago ritardo attorno alle 17:40 che gli Slug Gore si sono già appropriati del palco dal quale senza colpo ferire iniziano a presentare il loro nuovo repertorio estratto dal disco “They Ooze! They Slime! They Kill” (Qui recensito) unendolo a pezzi già proposti dal vivo in molte altre occasioni. D’altronde, nonostante la giovane età, i 4 negli ultimi anni sono assorti a band di tutto rispetto, vuoi anche per una certa notorietà conferita al progetto dalla presenza dei due famosi youtuber Danny Metal e Poldo. Notorietà che però a molti non è andata giù e difatti durante l’esibizione non sono mancate provocazioni e botta e risposta tra alcuni spettatori particolarmente accesi e i membri della band, i quali non si sono certo fatti pregare nel rispondere agli insulti soprattutto attraverso una buona prova che a mio onesto parere conferma la qualità del loro Grind/Death metal. Un appunto più tecnico è relativo ai volumi del basso che per gran parte delle sessioni strumentali dei brani tendeva a oscurare prepotentemente la chitarra. Per il resto si segnala soltanto una bella atmosfera di festa tra chi è accorso per godersi qualche ora di musica senza rompere le scatole agli altri. Brutta bestia l’invidia…
NECROART
Nota di merito agli uomini di palco che per tutta la serata hanno esibito dei cambi palco celeri e senza intoppi proprio a cominciare dal primo scambio che avviene in favore dei pavesi Necroart fautori di una proposta Death metal particolarmente eclettica che unisce inserti melodici a parti estreme e veloci. La ventina di minuti a loro disposizione mostra una preparazione all’evento di alto livello, con una coerenza piacevole di vestiario e attitudine sul palco ed una palese professionalità nell’approcciarsi alla serata. Purtroppo la sensazione percepita è che il pubblico presente non fosse particolarmente predisposto alle sonorità dei Necroart ma ciò non ha di certo scomposto gli artisti e soprattutto il cantante Massimo Finotello che alla fine del set è apparso euforico ed in grado di trasmettere tutta la sua passione in chi ha avuto il piacere di accoglierla.
NODE
Devo chiedere venia ai Node ma non ho potuto documentare la loro esibizione come si sarebbero meritati per via di una problematica che mi ha costretto ad uscire dall’Arena per tutta la durata del concerto, riuscendo soltanto a scorgere alcuni stralci della loro proposta. Da quel poco che ho colto però si deve essere trattato di un’ottima prova sotto tutti i punti di vista come da testimonianza della mia ragazza Daniela, accuratamente istruita a sostituirmi in caso di infortuni! Nella sua personale classifica di giornata da profana del genere, i Node rientrano subito dopo i Carcass. Quindi in contumacia porgo il mio plauso, bravi Node!
Ormai le presentazioni risultano superflue e persino fuori luogo quando si parla dei Fulci! Alla terza volta che ho il piacere di vederli in azione c’è da segnalare un nuovo approccio alle grafiche che accompagnano il gruppo con una netta diminuzione dei contenuti direttamente estratti dai capolavori del maestro Lucio in favore di visual in 3D riportanti mostroni, zombie e altre belle robacce sanguinolente. Il nuovo batterista Edoardo Nicoloso non tradisce nessun tipo di emozione ed il suo rodaggio in questi mesi si può considerare avvenuto con successo. Per il resto che dire… è sempre un piacere farsi investire dalle bestiali “Zombie Eaters”, “Tropical Sun” o la conclusiva “Eyes Full of Maggots” eseguite con perizia tecnica e intensità estreme ogni volta. Avanti tutta!
Per la seconda metà dell’evento non si poteva prescindere dalla presenza dei padroni di casa indiscussi… i leggendari Sadist! A ben 8 anni dalla loro ultima esibizione tra le mura amiche, i 4+1 musicisti non si lasciano certo pregare e sfornano una prestazione di quasi un’ora di livello eccelso sia dal punto di vista tecnico, con un Tommy Talamanca entusiasmante nella sua capacità di eseguire fraseggi complessi su chitarra e tastiera contemporaneamente, sia dal punto di vista del puro coinvolgimento di pubblico con il bravo Trevor sempre attento a fomentare i fan sotto palco (oltre che ad arringare senza mezze misure le navi da crociera che di tanto in tanto si palesavano ai lati del porto). Necessarie spiegazioni al precedente “4+1”. Evento speciale giacchè insieme al nucleo contemporaneo della band per l’occasione è stato inserito alle percussioni anche lo storico batterista degli inizi Marco Pesenti il quale non si è lasciato di certo pregare pestando come un matto i suoi strumenti. Repertorio vario che ha ben spaziato tra la prima produzione della band e alcune incursioni nel nuovo con “Accabadora”, per citarne una. Chiusura affidata alla splendida “Tribe” sulla quale qualche d’uno si è lasciato andare ad una ridda sul giro di tastiere principale. Grandi Sadist!
Le tenebre sono al fin calate su noi ed è perciò giunto il momento di salire sul palco per la prima delle due band internazionali di serata, osannata e rispettata ormai a livello planetario: Gli Infected Rain! Proposta la loro che si discosta dal Death metal in senso stretto che nelle sue sfaccettature abbiamo fino a questo momento ascoltato. Difatti la peculiarità del complesso musicale della Moldova risiede nel suo approccio moderno carico di Groove, Stop-n-go strumentali e soprattutto nella voce della cantante Lena Scissorhands, capace di creare un contrasto efficace tra parti cantate in pulito e altre nelle quali si esibisce in growl e scream da campionessa di categoria. D’altronde i campioni si vedono sempre quando il gioco si fa duro e lei si è dimostrata in grado di padroneggiare sia un fastidioso problema al microfono che nelle fasi più estreme gracchiava non poco, limitando il suo potenziale, sia un pubblico che fino al suo segnale (rigorosamente emanato in un italiano perfetto) non pareva intenzionato a lasciarsi andare nonostante il martellamento continuo proveniente dal palco con brani estratti dal nuovo “Time” sia dalla precedente produzione. Domanda per alcuni idioti tra gli spettatori: vostra madre la insultate nello stesso modo in cui vi permettete di farlo con artiste che stanno svolgendo il proprio lavoro? Vergognatevi. Invece testa altissima per gli Infected Rain e il loro sound coinvolgente e fresco!
Ed eccoli finalmente! Gli anatomopatologi più metal di sempre sbarcano al Porto Antico e sfoggiano una prestazione fantastica, pescando a piene mani da una produzione che non ha bisogno di lodi perché già rifulgente di propria fama ad infinitum. La forma al microfono e basso di Jeff Walker è ineluttabile e gli consente di sgranare come se stesse recitando un rosario (gore) tutte le nefandezze variamente descritte nei tanti anni di vita del complesso inglese. Un avvio bomba con “Buried Dreams” è il preludio ad un set che ci presenta almeno un episodio da ogni disco – eccetto che da Reek of Putrefaction – spaziando parecchio sull’ultimo “Torn Arteries” e “Surgical Steel”. I chitarristi Bill Steer e Nippy Blackford sciorinano assoli su assoli oltre che far rivivere ogni traccia come se fossimo seduti davanti allo stereo mentre il batterista Daniel Wilding lascia sgomenti nelle sezioni di doppia cassa più spinte. Non sono mancati ovviamente alcuni classici come i medley “Black Star/Keep on Rottin’” e “Ruptured in Purulence/Heartwork”, quest’ultima accompagnata dal pubblico a gran voce. Chissà cosa avranno pensato gli spettatori che via via capeggiavano dalle immense navi da crociera nel vedersi salutare o accogliere nel porto al suono del metal estremo! Di sicuro per noi è stato un evento memorabile e ci auguriamo che l’anno prossimo Genova possa ritornare estrema!
Per concludere segnalo che a fronte di una buona partecipazione di pubblico, i servizi igienici non hanno presentato troppa coda. Stesso discorso valido per le cibarie e bevande a prezzi onesti dove il sistema di pagamento è stato affidato all’acquisto di diversi gettoni – invece che a quei maledetti token mangiasoldi… –
Al prossimo anno Genova!
Foto Slug gore
Foto Necroart
Foto Fulci
Foto Sadist
Foto Infected Rain
Foto Carcass