Copenhell 2024 – Giorno 1 – I Cancelli Di Copenhell


Visualizzazioni post:494

English version HERE

Quasi non ci crediamo, in Danimarca arriva il solstizio d’estate e con lui Copenhell 2024. La delegazione di scappati di casa di HMW è riunita sul molo del Refshaløen per l’evento metal dell’anno a Copenhagen.

Agenti del caos riuniti: Davide continua vivere il sogno da rock-star sudtirolese; Gaia mostra con fierezza che la fotografia e il metal non sono una fase passeggera; Stefano gioca al giornalista ma cialtrone rimane.

La locandina Copenhell 2024

Questa edizione del festival è caratterizzata da pochi dei classici grandi nomi, a favore di un’offerta varia nel panorama del metal alternativo. Noi di HMW abbiamo trovato di grande interesse la selezione di nomi “minori” e locali, che hanno distinto Copenhell da altri festival internazionali.

 

Locandina e band Copenhell 2024

 

Programma densissimo: spezziamo il nostro report in giornate.

Gli headliner sono stati:

La mappa del sito e le attività presenti sono molto simili all’edizione 2023, solo cambi minori hanno avuto luogo, e qualche sorpresa che scoprirete presto.

 

Giorno 1 – I Cancelli Di Copenhell

Ben fresco e pulito mi preparo a una giornata da vivere dal primo all’ultimo minuto, arrivo prestissimo.

Assaporo in maniera quasi mistica gli ultimi passi verso l’entrata, come se si stesse per finalmente concludere un pellegrinaggio lungo un anno.

Ancora pochi attimi e sarà solo musica metal. Mi accingo a godere della grazia infernale, non come ricompensa meritata ma un dono dalle divinità del Metal.

 

Persecutor

Apre l’edizione 2024 dal palco di Pandemonium.

I quattro di Horsens devono dare il benvenuto ai primi del pubblico ancora spaesati. I Persecutor suonano un thrash metal veloce ed energico, melodico e immediato, richiamando una notevole audience per un concerto di apertura. La presenza sul palco è divertita, uno show eccentrico ma non esagerato, che ben si adatta allo slot assegnato alla band danese. Il concerto conferma le buone capacità già mostrate nell’ultimo album Vendetta (2023), da tenere d’occhio per gli amanti del thrash metal.

Ci svegliano dal torpore della routine ed entriamo nel mood del festival.

Persecutor aprono a Pandemonium. credits: Copenhell.dk

Non mi sento ancora pronto a quello che mi attende, necessito un allenamento al campo vichingo di Udgaard. Qui incontro guerrieri e trovatori, che vi presento nella sezione speciale di questo giorno, alla fine di questo articolo.

 

Corey Taylor

Temprato dai duelli all’arma bianca e dell’idromele, sono pronto per i concerti. Anzi, quasi pronto, perché sul palco c’è Corey Taylor che preferisco ascoltare sdraiato tra l’erba della collina.

Gettata la maschera, Corey si mostra meno “psychosocial” e molto tenero col pubblico. Crea un’atmosfera quasi intima, permettendosi note autobiografiche tra le tracce. Nei due precedenti concerti con gli Slipknot mi aveva colpito la sua capacità di legare col pubblico attraverso la maschera; qui, con una scenografia essenziale, si mostra umano, risoluto e anche timido. Il suo progetto solista gli permette di mostrare le sue capacità vocali e interpretative con pezzi melodici; non mancano anche canzoni lente. Un po’ Eddie Vedder, crea un’atmosfera leggera.

Nella cornice del festival ci è piaciuto: a volte anche un po’ di leggerezza fa bene.

 

Corey Taylor. Credits Gaia Micatovich (@micatovich_photo)

 

 

The Offspring

Falsa partenza. Pronto a gettarmi nel pogo, gli Offspring attaccano subito con “Come Out and Play”, uno dei miei pezzi preferiti da ragazzino. La canzone è sempre bella ma qualcosa non sembra funzionare, forse nella voce. Noodles c’è, e trascina la band che lentamente cresce nei pezzi successivi.

La svolta arriva a metà concerto con “Why Don’t You Get A Job”. Il pubblico partecipa, si fa sentire e spinge sui pedali della formazione; il palco mette la dinamo e inizia la cavalcata punk-rock che stavamo aspettando. Dexter è rivitalizzato: “Pretty Fly For a White Guy” è irriverente e festaiola, genuino Punk 2000. Il concerto raggiunge il suo apice con una grande interpretazione di “Kids Aren’t Alright” che ci ricorda il buon motivo per cui vale ancora la pena seguire gli Offspring.

Non importa la quantità: la qualità dei pezzi finali ascoltati vale tutto il rispetto per questa storica band.

 

Noodles, l’eroe del giorno che accende la festa. credits: Gaia Micatovich

 

Plaguemace

Come un salame di carne di iguana, i Plaguemace sono stati infilati tra le fette di pane Offspring e Bruce Dickinson. Corro allo stage di Gehenna per darvene un piccolo morso.

Qui ritrovo il puro spirito di Copenhell: il groove metal del quartetto di Horsens viene lanciato sulla folla con sfrontatezza punk. Melodico e grezzo, ma anche tecnicamente un metal di buonissima fattura. Andreas ha la foga e la simpatica follia del metallaro che suona per i suoi amici di sempre. Tra il pubblico stretto davanti allo stage si prova un magico senso di amicizia e unità come succede nei piccoli concerti, nonostante si sia raggruppato un pubblico piuttosto numeroso. L’amore fraterno metallaro viene espresso con sincerità in un pogo vivace; i corpi che passano sulle nostre teste vengono rispettosamente buttati sulle teste altrui. Con la coda dell’occhio vedo surfare sulle onde una carrozzella.

L’anima del metal del Copenhell vecchio stile è tutta in questo concerto: Growl, Pogo & Fratellanza.

 

Plaguemace. credits: Copenhell.dk

 

Li pediniamo e strappiamo una mini intervista per Venerdì

 

Durante l’intervista vengono indicati møl (intervistati qui), vulvatorious (giorno 3 di questo report) e i compaesani Persecutor presentati in questo report, ma anche  Sanguisugabogg e i danesi Terminalist (prodotti da Lasse Ballade ai Ballade Studios  di Copenhagen) due gruppi molto interessanti, da scoprire! C’è anche il tempo per salutare gli amici che sono stati al loro recente concerto al Legend Club.

 

 

Bruce Dickinson

Bravo Corey, promosso anche Dexter (scopiazzando da Noodles), adesso arriva Bruce il perfezionista e svergogna tutti. Bruce Dr. Dickinson, Ph.D., apre le corde vocali e polverizza i cantanti precedenti, promessa mantenuta.

A recensire The Mandrake Project ci ha pensato il nostro direttore, e io non mi azzardo a sfidare la sua devozione a Bruce. È colpa della bravura del cantante: anche musicisti che lo accompagnano sono rimpiccioliti dalla voce gigante. Personalmente, mi piace molto la scenografia essenziale e un Bruce minimalista vestito in nero. La mancanza di ingombri e scenette permette a Bruce un’esibizione più grezza e fisica, un ritorno alle origini. Il virtuosismo della voce risuona pulito senza troppe distrazioni visive. Si alzano le corna del Metal Maestoso.

Un concerto semplice ma delizioso, altamente godibile anche per i meno appassionati, figuriamoci per i fan della voce di Bruce!

 

Bruce Dickinson, credits: Copenhell.dk

 

 

Avenged Sevenfold

Tocca a M. Shadow e compagni il difficile compito di aprire per gli Steel Panther.

Abbiamo lasciato sei anni fa gli Avenged Sevenfold in versione tamarri californiani con bandana e pantaloni militari ad aizzare il pubblico. Il concerto si apre sulle note di “Game Over”. Tra gli schermi neri, M. Shadow entra camminando lentamente in bella postura ben eretta, capelli pettinati indietro ed elegante vestito nero.

Lo zio hipster si è rimesso a giocare con i filtri di Messenger. Appena attacca la chitarra, siamo travolti da un’ondata di grafiche colorate. Uno show irriconoscibile, che alterna la sperimentazione di Life Is But a Dream con i classici rivisitati per fondersi in modo naturale con il nuovo corso progressive della band. Rimango a bocca aperta, sorpreso da uno spettacolo completamente nuovo e curato nei minimi dettagli. Traccia dopo traccia, il concerto si snoda come una storia.

Ridotto al minimo lo small-talk col pubblico, via le scenette inutili. Elegante e colto, cattura il pubblico con una musica, presenza scenica e visual studiate minuziosamente per ogni sezione. Anche la classica “Afterlife” viene coraggiosamente ritoccata per dare un tono più moderato e introspettivo. Il cavallo di battaglia “Buried Alive” suona grandioso e imponente. Si regala un “Hail to the King” ai metallari più conservatori, che alzano le corna in segno di apprezzamento.

Una menzione d’onore per il batterista Brooks Wackerman: ci piace la sua tecnica e sfodera più di qualche virtuosismo. Brooks è entrato nella band calzando grosse scarpe e indossando la maglietta di Deadmau5.

Gli Avenged Sevenfold hanno da sempre coraggio e spudoratezza, onore a loro per cambiare suono a ogni album e tour. Dopo tanti successi sembrava impossibile fondere tutte le loro sonorità in un solo show. Loro lo hanno fatto in modo eccellente portandoci in un viaggio musicale apparentemente impossibile.

 

 

Steel Panther

Nel 2018 gli Steel Panther hanno portato a Copenhell la festa sul palco, invitando tutto il pubblico pomeridiano a salire e vivere il sogno Glam: tette al vento, spandex e heavy metal.

 

Steel Panther a Copenhell 2018 la festa è sul palco. Credits Copenhell.dk

 

Tornano da headliner dopo l’apertura dei bravissimi Avenged Sevenfold. Possiamo solo immaginare cosa abbia detto loro il manager.

Manager sull’orlo di una crisi: “Copenhell vi vuole come headliner, ho provato a dirgli di no ma insistono. Almeno stavolta non fate cazzate che ci sono fotografi e gente che filma. Quindi, non tirate sul palco ogni ragazza in topless al concerto, la security ce lo impedisce… e poi non riescono più a farle scendere tra il pubblico dopo lo show!”

Satchel: “Noi siamo gli Steel Panther: abbiamo il nuovo Vince Neil e tutto lo spandex per il Glam del nuovo millennio. Ci meritiamo un palco pieno di tette!”

Manager: “Vi prego, vi do tutto quello che volete! Vi do ospiti illustri e un nuovo bassista.”

Michael Starr: “Un vassoio di coca, Spyder, gli Offspring sul palco, Nikki Sixx e pure Ozzy Osbourne con Randy Rhoads!”

Manager confuso: “Randy Rhoads ?! passi per la coca… ma i morti viventi…”

Satchel: “Noodles ad aiutarci sul palco, travestimento da Randy Rhoads e Ozzy. Una carriola di coca.”

Manager ormai rassegnato: “La carriola va bene gialla?”

Così è andato il concerto: carriola alla mano, gli Steel Panther hanno regalato il pre-party per la notte più folle che Las Vegashagen possa offrire. Maestri assoluti dei party-animals, sherpa degli strip clubs e paladini dello spandex. La musica e la tecnica non sono mancate, vorrei parlarvi del viaggio nella cultura e stili Glam che questo concerto ha offerto, ma alla fine preferiamo ingolosirvi con la festa e lasciar a voi scoprire il talento dietro i glitter.

Si va a fare cash di dollari.

 

Ozzy sul palco degli Steel Panther mentre Michael è andato in bagno. Credits: Stefano_c_o

 

Con rammarico ci perdiamo lo show di St.Digue. Chiedendo in sala stampa, si vocifera sia stato un ottimo evento, sia per l’interpretazione di Kasper sia per l’aggiunta di nuovi musicisti in questo progetto. Curiosissimo, recupererò alla prima occasione.

 

HMW Special: al villaggio vichingo di Udgaard con Idaslet e & Lady Sofia Schmidt

 

Gli Idaslet di Kristian & Magnus (intervistati qui) sono i menestrelli del villaggio vichingo, con Sofia (Ethereal Kingdoms) suonano e cantano senza sosta tra la Blood Eagle e nella longhouse. Gli amplificatori, mixer e gli strumenti previsti non sono arrivati; loro vanno in acustico compensando come possibile. Chissà se questo contrattempo abbia contribuito a rendere le loro esibizioni ancora più particolari e coinvolgenti.

Gli Idaslet ad Udgaard

Approfittando dei pochi secondi di pausa tra i loro canti, ne approfitto per una breve intervista con Sofia. La sua incredibile voce si estende da un growl rauco a note degne di un soprano lirico. Un’ode degna degli antichi Dei: Udgaard è l’anticamera del Valhalla.

Lady Sofia  ci suggerisce di tenere d’occhio St.Digue e conferma la grande attese per John Cxnnor di cui parleremo il giorno 3 di questo report.

 

Nei prossimi giorni ci aspettano le battaglie nei pit: il nostro campo di allenamento per il Ragnarök è il villaggio vichingo di Udgaard, mentre gli Idaslet e Sofia intonano canti folk metal nordici per i guerrieri che si affrontano tra brindisi con birra e mead.

Le sfide al villaggio di Udgaard. Credits: stefano_c_o

 

Nessuna pietà per gli sconfitti. Credits: stefano_c_o

 

C’e sempre un nuovo sfidante. Credits: stefano_c_o

 

Nessuno é invincibile. Credits: stefano_c_o

 

La vendetta chiama sangue al sangue.Credits: stefano_c_o

 

Qui le altre parti del nostro Live Report:

 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.