Copenhell 2024 – Giorno 3 – il giorno più lungo del metal in Danimarca


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Venerdì, terzo giorno di Copenhell 2024, è il momento più atteso e temuto di questa edizione. Quasi senza pause dalle 12:30 del pomeriggio alle 12:45 della notte, si susseguono alcune delle band più interessanti di tutto il festival.

Si tratta di una mescolanza di suoni nuovi e nomi molto attesi.

Giorno 3 – il giorno più lungo del metal in Danimarca

Sto ancora cercando di mandar giù un boccone di pizza spugnosa mentre mi dirigo verso il palco di Pandemonium, preparando la mia macchina fotografica. Arrivo giusto in tempo per unirmi al corridoio dei fotografi.

Vulvatorious

Ditte e le chitarriste Signe e Sofie stanno già infiammano il palco con Black Metal a tutto volume.

Freschi del loro primo LP uscito solo pochi mesi fa, i Vulvatorious stanno emergendo rapidamente nella scena metal di Copenaghen, il 2024 è il loro debutto a Copenhell e al Roskilde Festival. È evidente il motivo del loro successo: il loro sludgy black metal è robusto e intrigante, la loro presenza scenica è matura.

 

Vulvatorius. credits stefano_c_o

Ditte è magnetica, ma ciò che accade sul palco oggi è senza precedenti per la band. Le ragazze sono in forma eccezionale e c’è un’energia particolare nell’aria; Ditte si diverte con una confidenza inaspettata per una performer così giovane. L’adrenalina contagia il pubblico, non solo per il suono potente e il growl impeccabile, ma anche per la naturalezza con cui tutto ciò viene presentato. I Vulvatorious sono padroni del palco, hanno eseguito solo due tracce e giá sanno che stanno facendo un concerto eccezionale.

 

Vulvatorius. credits stefano_c_o

 

Quando Andreas dei Plaguemace raggiunge ditte sul palco è puro divertimento, i due giocano come fratelli al parco giochi, e noi vorremmo essere lì con loro. Il pogo lo sente e segue l’esempio. Anche quando i Vulvatorius eseguono canzoni più impegnate del loro repertorio non cala la convinzione con cui vengono recitati i testi e l’energia della loro interpretazione.

Vulvatorius. Andreas ha un pessimo presentimento. credits: stefano_c_o

 

… e succede ciò che temeva. credits: stefano_c_o

 

La double-decker black metal machine. credits: stefano_c_o

L’energia femminile e mascolina si uniscono nel metal dei Vulvatorious, senza troppi luoghi comuni testi forti e diretti, anche quando trattano temi di violenza domestica e sessismo.

Impossibile rimanere indifferenti alla passione ed entusiasmo con cui questa giovanissima band suona il suo metal.

Fantastici, con mezzi di fortuna vi offriamo una mini-intervista come antipasto.

Durante l’intervista commentiamo della partecipazione con i Plaguemace  e mi ricollego alla precedente intervista con Sophie dei Konvent (qui).

UPDATE (Settembre 2024) – La nostra intervista completa con ditte è disponibile QUI !

 

Uriah Heep

Dopo il Redbull & Cloroformio dei Vulvatorious, devo abbassare il ritmo: mi dirigo verso gli Uriah Heep.

L’adrenalina è già alta e gli Uriah Heep promettono buona musica e un’atmosfera più rilassata. Non deludono le aspettative: traccia dopo traccia, ripercorro la storia dell’heavy metal dai suoi pionieri. Una leggera serenità avvolge il palco; Bernie Shaw e Mick Box hanno un sorriso largo, quasi infantile, mentre fanno ciò che amano di più: la loro musica. Colpisce il modo in cui i brani del nuovo album Chaos & Colour si integrano perfettamente nella scaletta, non sfigurando nemmeno accanto ai loro classici leggendari.

Sempre immensi.

Uriah Heep. credits: copenhell.dk

 

Kerry King

Sorriso finito, ora si fa sul serio. Gli Slayer non passano mai di moda, anzi, a Copenhell 2024 ascoltiamo cover anche da Mr. Bungle e Body Count, e inizia a sembrare un trend.

Kerry King fa ciò che sa fare meglio: rapisce il cantante dei Death Angel e prima ci delizia con un bluesy metal, poi ci fa scatenare con i mastodontici “Disciple”, “Raining Blood” e “Black Magic”.

Il divertimento è garantito, e noi ci divertiamo.

 

Kerry King a Copenhell fa aumentare a dismisura il consumo di gas locale. credits: copenhell.dk

 

Eivør

Sono il gruppo che non sapevate di amare.

Se pensate di non conoscerli, vi sbagliate: i faroesi capitanati dalla cantante Eivør Pálsdóttir vi hanno già incantato con le colonne sonore dei videogiochi come God Of War (2018), God Of War Ragnarök (2022), The Banner Saga 3 (2018) e la serie TV “The Last Kingdom” (2015).  Ora che ho la vostra attenzione, permettetemi di presentarvi questo gruppo che è basato sulla collaborazione della cantante Eivør con Mikael Blak (Clickhaze, Yggdrasil, 200, polistrumentista e produttore). Attualmente, questa band rappresenta una delle realtà musicali più importanti delle Færøer, con numerosi LP che mescolano musica folk, rock ed elettronica.

Eivør e Mikael salgono sul palco con discrezione; il loro folk elettronico riempie l’aria nel bosco di Gehenna. L’esperienza della loro musica è primordiale: synth e percussioni trasportano le vocalizzazioni direttamente sotto la pelle, penetrando nel nucleo preistorico dell’anima senza passare per il cervello. Come rettili, assorbiamo le vibrazioni e rispondiamo ai gorgheggi primitivi della cantante. È un rituale che ci fa regredire, ripercorrendo la filogenesi umana in un modo profondamente antropologico. Le ultime tracce del concerto ci svegliano dolcemente, riconnettendoci con la mente e le sensazioni con la sensuale “Hands”.

La loro interpretazione accarezza la pelle, e noi torniamo alla realtà dopo un viaggio ai nostri primordi.

 

Eivør. credits: copenhell.dk

 

Slaughter to Prevail

Mentre ancora rifletto sulla natura umana primordiale con Eivør, ricevo un messaggio da Davide.

Il forsennato sta facendo crowdsurfing sul massacrante carnaio degli Slaughter To Prevail. Ecco cosa commenta: “Gli Slaughter To Prevail sono una rivelazione e ne ho conferma. Sicuramente il successo sui social media ha giocato un ruolo nella loro popolarità, ma questa è senza dubbio una band completa con molto da offrire, tra i gruppi di punta in questo momento. Tutto energia, mosh pit e wall of death personalmente coordinato dal cantante tra il pubblico. Le cicatrici del cantante Alex Terrible possono intimidire, ma a noi è sembrato un tenerone.”

Bravo Davide, il tuo commento è molto giornalistico, ma quando ti ho incontrato dopo il concerto, sbavavi adrenalina come chi ha vissuto il concerto metal definitivo, e forse lo è stato.

Salugther to Prevail. credits: Morten Skovgaard

 

Machine Head

Finalmente, un headliner senza dubbi: i Machine Head sono a Copenhell. Quando le divinità del metal come Dimmu Borgir o Overkill calano sulla terra, vado a cercare ZeTó come compagno di concerto.

Le due ore successive sono un susseguirsi di elementi: colonne di fuoco che si alzano dal palco e pioggia battente che cade dal cielo nordico. “Is There Anybody Out There?” è travolgente, “Davidian” e “Halo” concludono una dimostrazione di metal nella sua forma più pura, perfetta. Facciamo pogo ovunque: tra la folla, al bar, sotto una tettoia improvvisata. Alla fine del concerto, il veterano ZeTó mi fissa con uno sguardo risoluto e pronuncia la sua sentenza: “Devi scrivere bene su questo concerto”.

ZeTó non va fatto arrabbiare, e scrivere male dei Machine Head è impossibile; eppure, di fronte a uno spettacolo così eclatante, è difficile non cadere in ovvi complimenti. Inossidabili.

 

Machine Head. credits: Adrian Hextall

 

Chelsea Wolfe

La giornata sembra non finire mai: alle 23:15, inizio la mia dodicesima ora di festival. Fra mezz’ora John Cxnnor, uno dei concerti più attesi. Chelsea Wolfe si esibisce a Pandemonium e decido di fare un salto per un assaggio della sua musica.

Il rock-blues atmosferico di Chelsea Wolfe riempie la notte di misterioso blu, intenso rosso e infine, satura il buio con il bianco. Su un palco essenziale, le luci monocromatiche intensificano le emozioni di una delle voci più belle dell’attuale panorama musicale. Dolce, intenso, a tratti struggente e malinconico, ma anche acceso da incursioni risolute di rock. Lo spettacolo è tutto voce e musica, non c’è bisogno di altro. Santa Donna.

In un’altra notte, avrei voluto godermi ogni singola nota di questa perfezione musicale, ma devo già dirigermi verso il palco di Gehenna, mentre la pioggia torna a intensificarsi.

Chlesea Wolfe. credits: copenhell.dk

 

John Cxnnor

John Cxnnor è un collettivo di industrial, elettronica e noise fondato dai fratelli Rasmus & Ketil. Dopo il debutto nel 2021, il supergruppo ha continuato a evolversi attraverso numerose collaborazioni. Durante la loro esibizione live precedente al Festival Roadburn 2022, Kim Sternkopf ha prestato la sua voce per l’intero set (qui la nostra intervista e presentazione del progetto).

Al mio arrivo, Kim è già sul palco, il suo scream e growl si fondono con la base elettronica in un industrial post-apocalittico. Sarebbe adatto a un rovente Mad Max, ma qui nel bosco, la pioggia si fa sempre più intensa, e sembra più Waterworld. L’esibizione di Kim è solida, non posso restare indietro e mi avvicino quasi al palco. Kim lascia il palco, nuova traccia – nuovi cantanti. E così continua per l’ora successiva: nuova sequenza, nuovi cantanti, nuovo spettacolo.

John Cxnnor & Kim. credits: Peter Troest

Questo non è solo un concerto, ma un festival nel festival. Passiamo dall’industrial al metal elettronico, al rave, all’ambient, al convent doom metal, senza sosta in un metal rave mosh-pit wall of death. Kim Sternkopf alza ancora l’asticella rispetto al suo ottimo concerto al Roadburn Festival con una presenza sul palco di forte impatto.

I Cabal eseguono l’incalzante “If I Hang, Let Me Swing“, già rilasciato come singolo con la collaborazione di John Cxnnor. Il progressive synthpunk degli HIRAKI trasforma il set in un rave oscuro; la traccia “Common Coma” è devastante. Meejah ci riporta alle sensazioni elettroniche che fondono il Nord con l’Oriente. La sequenza delle Witch Club Satan è impressionante: supportate dalla base elettronica, mettono in scena un gig che vale un intero concerto, combinando musica, voce, coreografia, storia e recitazione.

 

John Cxnnor & Witch Club Satan. credits: Peter Troest

Gli sperimentali EYES e LLNN sono tra le features più attese, e non deludono, portando due delle tracce più eclettiche della line-up, indescrivibili. Tvivler e Sylt offrono un approccio più punk/noise che si integra molto bene. Tra i cantanti, spicca anche Jacob Bredhal (Smertegraesen troldere e produttore presso i Dead Rat Studio), che offre una performance di altissimo livello.

 

John Cxnnor. credits: Peter Troest

Non è solo un concerto, ma un trionfo dell’elettronica che si fonde con il rock estremo: una celebrazione della musica sperimentale di John Cxnnor, un evento mai visto in Scandinavia. I laser fendono la pioggia, il beat rimbomba dalle casse, i corpi fluttuano sopra le teste, le spalle si urtano incessantemente, le parole sputate nei microfoni e la follia collettiva del pubblico. Apocalittico.

John Cxnnor con i suoi preformers. credits: stefano_c_o

I miei vincitori assoluti di Copenhell 2024: stasera, l’industrial è diventato grande in Danimarca. Se potessi rivivere un’ora dell’ultimo anno musicale, probabilmente sceglierei proprio questa.

Come tributo a questa esibizione vi lascio con il video del Live di Witch Club Satan & John Cxnnor  “Unlike Humans” a Copenhell 2024

 

 

 

Le altri parti del nostro Live Report:

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