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Provenienti dall’Italia, gli Xeneris incarnano perfettamente lo stile classico e il fascino poetico e artistico del Bel Paese offrendo un coinvolgente e appassionato metal sinfonico dalle sfumature heavy e prog. L’ex compositore e chitarrista dei Kalidia Federico Paolini e il bassista Roberto Donati formano nel 2022 gli Xeneris con la bravissima cantante Marianna Iacona alla voce e Stefano Livieri alla batteria. Dopo la fine della vecchia band i ragazzi si rimboccano le maniche per creare qualcosa di nuovo risorgendo con un nuovo gruppo e prendendo quindi ispirazione dalla leggendaria fenice che risorge dalle sue ceneri. Eternal Rising è un disco oscuro, teatrale, drammatico ma anche molto melodico ed emozionante che attrae già dalle prime note.
Paolini spiega il concetto: “Eternal Rising racconta una storia di resurrezione e resilienza narrata attraverso il mito della rinascita della fenice… Per noi è un concetto molto rappresentativo del nostro viaggio musicale che rinasce e continua, rappresentando anche la volontà di continuare il nostro percorso con rinnovata passione. Le canzoni trasportano in un’affascinante odissea attraverso gli annali del mito e della leggenda. Dall’attraversamento del Mediterraneo al fianco di Ulisse alla resurrezione della Fenice. Seguite la discesa di Dante nell’Ade e arrendetevi al fascino seducente di un Notte araba, dove i dolci zefiri del Sahara ti abbracciano nel loro caldo abbraccio.”
Diciamo subito che gli Xeneris riescono a omaggiare l’eredità della defunta power metal band dei Kalidia mischiando il power al prog e al metal sinfonico con tante melodie e ottimi arrangiamenti. L’apripista e imponente, “Barbarossa”, è il biglietto da visita per entrare nel viaggio storico ed avventuroso del quartetto italiano. Soprattutto la voce di Marianna è molto calda, passionale e offre delle tonalità molto dinamiche in un contesto sinfonico guidato da intermittenti riff di chitarra e maestosi cori. I tamburi battenti di Livieri e gli aggressivi riff chitarristici dell’amico Paolini introducono alla terrificante, “Before The River Of Fire”, song metal ricca di massicci e veloci accordi, dove l’ugola acuta della bravissima singer si adatta benissimo alla teatralità del pezzo. Con la title track, “Eternal Rising”, i ragazzi si buttano a capofitto in uno speed power metal di vecchia scuola che sembra un vero e proprio inno di risurrezione e purificazione. Qui le magistrali tastiere e il fulmineo assolo chitarristico sono la ciliegina sulla torta di una composizione piena di armonie e accelerazioni strumentali che fanno venire la pelle d’oca. Nella successiva e intrepida, “Pandora’s Box”, i predominanti campionatori, la soave orchestrazione e una possente sezione ritmica mettono le pulitissime corde vocali della Iacona nella condizione di primeggiare e dimostrare tutte le sue abilità vocali. Un grande lavoro è anche quello della chitarra elettrica che con i suoi riff sprigiona un muro sonoro intervallato da riflessive e inquietanti atmosfere musicali. La semi ballata, “A New Beginning”, mantiene la base sinfonica e l’orchestrazione di base ma rallenta i ritmi portando un’aria di oscurità, di malinconia e di profonda tristezza. Il ritmo coinvolgente e le soavi melodie del pezzo sono la vera forza della band italica capace di unire benissimo momenti pesanti ad altri più leggeri senza mai perdere di vista l’orecchiabilità e la musicalità del brano. Un vortice sonoro super melodico e sinfonico entra prepotentemente in mente con la trascinante e piratesca, “To The Endless Sea”, dove la fresca e convincente voce di Marianna riesce a bilanciare brillantemente momenti pesanti ad altri più leggeri. L’accostamento ai Vision Of Atlantis non è banale perché qualcosa di simile li accomuna ma gli italiani provano ad andare oltre i confini convenzionali del power metal sinfonico come nel caso dell’orientaleggiante e seducente, “Shahrazad”. Non sempre ci riescono ma almeno mostrano molto coraggio proponendo dei brani anche cinematografici come nel caso della pomposa e cadenzata, “Scilla E Cariddi”, omaggio alla leggendaria storia dei due terribili mostri marini, Scilla e Cariddi, che vivevano nello Stretto di Messina. Qui la band accelera e schiaccia il pedale sull’acceleratore del puro metal aiutata da una buona orchestrazione, da un sottofondo tastieristico e chitarristico inquietante e abbastanza profondo. Se la terzultima, “Burning Within”, parte piano per poi irrobustirsi nel continuo offrendo sempre un symphonic metal a corrente alternata, la successiva, “The Glorious Fight”, è un tradizionale heavy metal dal suono epico con una sezione ritmica battente e veloce capace di apportare dei repentini cambi di tempo, che portano a momenti trash e ad altri sinfonici e progressive. Non manca la melodia e neppure l’ottima interpretazione della cantante italica capace di alternare benissimo le tonalità delle sue ottime corde vocali. Il lento e romantico, “Equinox”, chiude in bellezza un bel debutto con l’ospite d’onore Michele Luppi, che duetta divinamente con la brava Marianna. Il pianoforte e la morbida sei corde elettrica guidano le due sentimentali e passionali voci portando l’ascoltatore a rilassarsi e a pensare all’amore che attende e che solo il tempo svelerà.
Sicuramente il quartetto ha un grande talento compositivo ed esecutivo ma in quest’album alcune canzoni sembrano troppo unite tra di loro come se fossero un continuo sonoro ambizioso e spavaldo. L’opera giustifica comunque questo fattore per via dei racconti storici che intreccia ma il potenziale degli Xeneris è straordinario e sicuramente, data la bravura dei componenti, ci si aspetta per il futuro un perfezionamento stilistico per superare l’agguerrita concorrenza del genere. Gruppo da tenere d’occhio e da supportare ciecamente anche per la sincerità e l’audacia profusa in tutta la set list.