BOWMEN – Mission IV

Titolo: Mission IV
Autore: Bowmen
Nazione: Germania
Genere: Hard Rock
Anno: 2024
Etichetta: Fastball

Formazione:

Markus Escher: chitarra, voce solista
Christian Tilly Klaus: batteria, voce
Stefan Pfaffinger: basso, voce
Jan Wendel: chitarra, voce
Oskana Gessner (ospite): viola su “Hold Me Now”
Thomas Bachmann (ospite): voce aggiunta su “Still Got My Time” e su “Black Angel”; chitarra su “Hold Me Now [versione acustica]”


Tracce:

01.   Demons
02.   Said Or Done
03.   Diggin’ In The Dirt
04.   Fight The Tide
05.   Hold Me Now
06.   Broken Man
07.   Still Got My Time
08.   Memories
09.   Palace Of The King
10.   Rocket Man
11.   Black Angel
12.   Hold Me Now [versione acustica]


Voto del redattore HMW: 6,5/10
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Premesso che questo tipo di rock non è il mio pane quotidiano, ma solamente mensile, non sarei obiettiva se negassi che Mission IV saprà regalare dei bei momenti-canzone a coloro sufficientemente forti da passare oltre ad una copertina dalla bruttezza esemplare, magari già elaborata da una mente digitale nonostante le note del libretto (scusate se viviamo in un mondo di m***a), intriso com’è di hard rock anni ottanta, dal capellone allo stradaiolo, e anche un po’ settanta.

Un album che fa spesso rima con radiofonia e lo fa senza il doppiopetto, lasciando il pettine in fondina (Michael Monroe usa la spazzola! non iniziate voi là in fondo!). Tra i Bon Jovi d’annata, i Guns N’ Roses con venti tonnellate di esplosivo in meno (qualcuno ha detto “Said Or Done”?), un generale taglio più oltreoceanico che europeo e pochissime pennellate ritmiche del rock novantiano, questi quattro arcieri crucchi scoccano abbastanza frecce da inchiodare il pubblico ad un ascolto senza pentimenti.

I difetti del disco sono i malandati tentativi di assolo di chitarra, riusciti forse in un paio d’occasioni, una spiccata tendenza a chiudere i pezzi in maniera brusca – sempre meglio delle dissolvenze automatizzate, chiaro –  e qualche furtarello di troppo. Ebbene sì, ancora una volta i prelevamenti e le pesanti ispirazioni sono disseminati un po’ tutta la scaletta e sono sicura che un orecchio con un archivio melodico più nutrito del mio ne coglierà a profusione.

“Hold Me Now”, melensa in acustico non più che in elettrico, pesca l’intera progressione iniziale di “One”; proprio lei, la mediaticamente sovraesposta canzone dall’ultimo album serio degli U2. “Broken Man” esprime quanto appuntatosi dai Bon Jovi sul quaderno mentre ascoltano i Soul Asylum. “Memories” è una bella ballata ariosa e, se volete dei ritornelli che puntano sull’FM anche quando il brano è sì melodico ma non sempre da classifica, Mission IV ne è ben equipaggiato.

Personalmente, bastano quei pochi guizzi della doppia cassa e slanci del basso a darmi palpitazioni fuori norma. Figuriamoci quando le chitarre grattano fino a lì dove i nervi flettono.

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