DARK TRANQUILLITY – Endtime Signals

Titolo: Endtime Signals
Autore: Dark Tranquillity
Nazione: Svezia
Genere: Death Metal Melodico
Anno: 2024
Etichetta: Century Media

Formazione:

Mikael Stanne – voce
Johan Reinholdz – chitarra
Christian Jansson – basso
Martin Brändström – tastiere
Joakim Strandberg Nilsson – batteria


Tracce:
  1. Shivers and Voids
  2. Unforgivable
  3. Neuronal Fire
  4. Not Nothing
  5. Drowned Out Voices
  6. One of Us Is Gone
  7. The Last Imagination
  8. Enforced Perspective
  9. Our Disconnect
  10. Wayward Eyes
  11. A Bleaker Sun
  12. False Reflection

Voto del redattore HMW: 9/10
Voto dei lettori: 8.1/10
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Devo essere sincero: l’uscita di questo nuovo lavoro dei Dark Tranquillity è stato fonte di una grande dicotomia. Da un lato, la curiosità di sentire della loro nuova musica dopo quattro anni, dall’altro la “paura” del primo album senza Anders Jivarp (non solo uno dei miei batteristi preferiti di sempre, ndr, ma anche uno dei maggiori compositori della band). Il risultato mi ha appassionato e non posso che riconoscere come questo Endtime Signals sia uno dei migliori dischi degli ultimi anni del combo scandinavo.

Ora, togliendo gli album iniziali (sì, fino a The Mind’s I, sono prevedibile) che per i vecchi metallari come il sottoscritto saranno difficilmente eguagliabili, penso di essere uno (dei pochi? spesso mi viene da chiedermi) che ha trovato l’evoluzione – perché di questo si è trattato per la formazione di Stanne – rappresentata da Projector e Haven come un qualcosa di particolarmente accattivante e sicuramente riuscito per poi iniziare una fase con Damage Done e Character, questi ancora godibili, che non mi ha completamente coinvolto e convinto (pur trovando ben fatti i successivi album, e con delle eccellenze di quando in quando) fino ad Atoma che è riuscito a riaccendere il mio amore per la band svedese.

Eccoci quindi qui a commentare questo nuovo lavoro dell’attuale quintetto di Göteborg, a partire dalla delicata intro della opener “Shivers and Voids” che subito esplode in un pezzo potente e melodico, con un velo di tristezza e uno Stanne che fa capire subito che anche questo sarà un lavoro perfetto per quanto riguarda le parti vocali. Che grande inizio per un lavoro che si manterrà per tutta la sua durata su di un altissimo livello.

Da un lato, questo Endtime Signals continua con quelle atmosfere che sono ormai caratteristiche e ben radicate nel sound della band. Dall’utilizzo sapientemente dosato della voce pulita, tanto nella melanconica e disperata “One Of Us Is Gone” (che in parte mi ha ricordato “Auctioned”, da Projector, il primo pezzo di Stanne completamente con voce pulita), e la delicata “False Reflection”, entrambe tutte in pulito, così come nel mio pezzo preferito, “Not Nothing”, forse uno dei migliori scritti dal gruppo negli ultimi 20 anni, dove growl e pulito si sposano perfettamente, proprio come in “Wayward Eyes” e “Drowned Out Voices”, all’impiego intelligente dell’elettronica (“Neuronal Fire”, “Our Disconnect” e le già citate “One Of Us Is Gone” e “False Reflection”), lasciando però questa volta, chiaramente, maggior spazio alle chitarre – come giusto che sia, aggiungerei.

Dall’altro, il disco propone delle belle badilate sonore (“Unforgivable”, “Drowned out Voices” e “Enforced Perspective”) che hanno messo a dura prova il mio collo. Giusto inoltre segnalare l’ottima prova della sei corde, sia nella creazione di riff potenti, sia, soprattutto, dal punto di vista delle parti solistiche (“Neuronal Fire”, “A Bleaker Sun” e “The Last Imagination”, altro gran pezzo, solo per citarne alcuni); così come la nuova sezione ritmica potente e precisa, semplicemente impeccabile.

Insomma un top album, con una produzione di qualità – anche se, devo ammetterlo, il suono della cassa proprio non riesco a farmelo piacere, forse unica pecca di un grandissimo album – tanto quanto il suo songwriting (il terzetto Stanne, Brändström, Reinholdz funziona perfettamente), con la nuova formazione decisamente affiatata e che fa sperare in un roseo e duraturo futuro per una delle miglior realtà che il death metal melodico possa esprimere.  Forse i segnali della fine dei tempi possono riferirsi al nostro mondo, ma con un disco come questo, sicuramente non ai Dark Tranquillity!

Un album decisamente ispirato, promosso a pieni voti. Ascoltate lo Zio Rig e fatelo vostro!

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