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Fa caldo, la città si svuota, rimangono soltanto i lavoratori e chi cerca lavoro per poter andare in vacanza. Appartengo alla seconda categoria quindi con lo spirito di un Ricky di “18 and Life” qualsiasi mi dirigo a casa (leggasi Blah Blah) con mio fratello Fabrizio, metallaro alla “è solo una fase” ma che sospinto dalle mie insistenze sta rivivendo “la fase”. Andiamo a immettere “tequila nel nostro battito cardiaco” all’unica data italiana dei pesi massimi del Death metal Jungle Rot.
L’apertura annunciata alcuni giorni prima della data in questione è affidata ai torinesi Scream3days che ritornano sulle scene dopo un anno e mezzo di stop e ci offrono una mezz’ora buona di musica estratta dal proprio repertorio e nello specifico dal disco del 2020 “Rhesus Negative”, ultima pubblicazione della band. La prestazione dei 5 musicisti è genuina e compatta all’insegna del loro particolare ibrido di Death metal melodico e passaggi black metal con tematiche legate a leggende e miti universali sull’origine del mondo, le varie divinità che lo dominano e l’incontro con altre civiltà esterne. Nel complesso l’esibizione è buona anche se in alcuni frangenti si avverte qualche passaggio a vuoto in termini di precisione esecutiva, giustificabili considerato il periodo di pausa prolungato. La chiusura dello spettacolo è affidata alla cover di “Slaughter of the Soul” della band che ha ispirato gli Scream3Days, ovvero gli At the Gates (ovviamente).
Tempo di recuperare un po’ di frescura sotto i portici di Via Po e finalmente è il momento degli americani Jungle Rot. Attivi da ormai 3 decenni, questi stoici metallari non si risparmiano e regalano agli spettatori di variegata età un bello spettacolo con un nutrito numero di brani estratti dalla propria lunga discografia all’insegna del Death Metal più verace e genuino, carico di tempi medi e groove alternati a sezioni più veloci e dinamiche. Le chitarre sono sferzanti al punto giusto e la voce di Dave Matrise, cantante e chitarrista storico, non mostra segni di tentennamento tra una “Call to Arms” e una “Strong Shall Survive” incitando continuamente a inneggiare in sua compagnia alla Old School della quale i Jungle Rot si fanno portabandiera oggi. Il divertimento contagia tutti e c’è spazio affinchè alcuni giovini maramaldi si prendano gioiosamente a spintoni sotto il palco. La sezione ritmica si mantiene solida per tutta l’ora e spingi di esibizione e i litri di sudore sparsi da tutti i partecipanti sono la migliore testimonianza del calore – non soltanto stagionale – che pervade i presenti.
Un’altra bella serata per sopravvivere alla canicola padana, rovente e umida come una Giungla . Death Metal.
Foto SCREAM3DAYS
Foto JUNGLE ROT
Foto HMW