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La Northumbria è quella zona a cavallo tra il nord dell’Inghilterra e il sud della Scozia che, a tra l’ottavo e il decimo secolo era uno dei sette regni anglosassoni.
Tra l’altro teatro dei primi sbarchi delle popolazioni norrene, scese dalla Danimarca per razziare e conquistare (se ne parla sommariamente nella serie tv “Vikings” per chi fosse interessato).
Questa piccola premessa serve ad inquadrare un po’ il contesto in cui ci muoviamo.
Si perché tutto ciò che concerne la storia del regno e di quel periodo sono parte integrante, portante e fondante di questo progetto.
Progetto partorito dalla mente di Mark Deeks, un musicista professionista, direttore, arrangiatore, pianista, conduttore d’orchestra e autore di libri. Tastierista per il gruppo black Winterfylleth e con un dottorato in filosofia, con argomento “Identità nazionale dell’Heavy Metal di nord ed est Europa“.
Il tutto condito con un profondo attaccamento alle proprie radici (Arð significa letteralmente “terra natìa”) e una conseguente conoscenza della storia che attraversa le lande della Northumbria.
Darvi conto soltanto di ciò che questo album racconta dal punto di vista puramente musicale sarebbe quindi soltanto pezzo del quadro che l’autore ha voluto dipingere. Anche se, devo ammettere, ci dovremmo addentrare in argomenti di cui non sono sufficientemente ferrato e dove la mia preparazione è tutto fuorché adeguata.
Vi rimando quindi alla lettura del libretto del disco per immergervi in questo spaccato della storia anglosassone, nello specifico si concentra sulla vita del guerriero Re Oswald.
Concentrandosi quindi su ciò a cui queste colonne dovrebbero interessarsi di più, questo Untouched by Fire si può descrivere come il naturale successore del debut di due anni fa.
Descrissi Take Up My Bones come un bellissimo lavoro, molto pianistico e al contempo molto metal, pur essendo chiaro che il nostro Mark fosse un artista ancora molto legato al proprio strumento per eccellenza, in cui i tasti d’avorio ricoprivano il ruolo di impalcatura per tutto il resto. Declinato poi in chiave doom, ma generatosi chiaramente da lì.
Con questo nuovo lavoro appare evidente che ci sia più “comunione d’intenti”, nella misura in cui il pianoforte è si ancora un elemento importante, ma più amalgamato all’interno di una struttura compositiva e di arrangiamento che risulta omogenea e coesa.
Il cantato è ancora totalmente realizzato tramite cori, assimilabili ai canti gregoriani per tonalità e impostazione, ma realisticamente soltanto dei cori, come se a cantare fosse il popolo del Regno a parlare e non un singolo. O la terra stessa.
Ed è proprio qui che viene fuori ciò che rende questo lavoro incredibilmente bello.
L’epicità e il cupo alone che copre tutte le composizioni sembrano uscire direttamente dalle note di un cantore di quelle terre, che racconta con tutta la grazia e l’incombente solennità, la storia di come Re Oswald abbia riunito i regni di Bernicia e Deira, utilizzando la spada (che campeggia in tutta la sua semplicità in copertina) e il fuoco.
Poiché, come spesso accadde nella storia, l’unione dei popoli e delle terre passava attraverso guerre e costrizioni. Pertanto raccontare queste gesta e quei momenti non può che essere fatto con un tocco sublime, melodico e coinvolgente come solo il nostro Mark Deeks è in grado di fare.
Sia nei momenti più pesanti, sia nei passaggi più raccolti, c’è sempre una melodia ficcante ed epica che vi entrerà in circolo nelle vene e che saprà trasportarvi in uno dei sette regni che costituirono la terra d’Albione, cullati dai cori della terra stessa che ci racconta le sue storie e le sue battaglie.
Con lo stile e le peculiarità che solo Arð ha (hanno) saputo evocare.
Un disco superiore, a parere di chi vi scrive, al debutto, soltanto per la capacità essere più fruibile e più melodico, senza per questo perdere le caratteristiche che hanno reso Take Up My Bones così bello : epicità, tristezza, cupezza. Un disco “nebbioso” e solenne.
Da ascoltare tutto d’un fiato (molto lento e lungo), immaginandosi al fianco di Re Oswald, alla conquista. Per riunire il Regno di Northumbria.
Imperdibile.