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Il grande Jim Peterik (ex Survivor, Pride Of Lions) è paragonabile al bellissimo e splendido albero, disegnato sulla copertina colorata del suo nuovo album. Questo perché l’artista americano ha messo le radici da anni nel genere AOR diventando uno dei più importanti protagonisti di questa bellissima musica. Lo statunitense poi, invece di vivere sugli allori, ha voluto creare un progetto musicale, diversificato e allargato ad altri artisti del genere chiamato: World Stage. Tutto ciò per sfornare un melodico rock and roll insieme ad altri e affermati musicisti ma anche insieme ad altri artisti emergenti. Questa idea e questa sua nuova vena compositiva hanno portato alla pubblicazione dell’epico debutto del 2000, in cui Peterik ha collaborato con famosissime leggende del rock come Dennis DeYoung (ex-Styx), Kevin Cronin (REO Speedwagon), Johnny Van Zant (Lynyrd Skynyrd), Don Barnes (.38 Special) e Tom Kiefer (Cinderella) tra gli altri.
Con gli album Roots And Shoots, Peterik fornisce un nuovo concept diviso tra i “Roots” (classiche rock star) e gli “Shoots” (rock star emergenti). Il Volume 1’ è uscito a gennaio di quest’anno comprovando ancora una volta tutta la sua genialità artistica. Adesso tocca al Volume 2’, che vede Jim lavorare insieme ai celebri Mike Reno, Jason Scheff, Toby Hitchcock, la sua altra band The Ides Of March, Cathy Richardson e Neil Donell. Tra gli emergenti lo troviamo insieme invece a Sophia Sheth, Kevin Farris e Dave Mikulskis, che si esibisce con la classica cover band rock HiinFidelity. La formula del progetto rimane la stessa perché il polistrumentista dell’Illinois scrive canzoni di puro AOR interpretate da cantanti e musicisti invitati per l’occasione e capaci di portare qualcosa di proprio alle composizioni dell’opera.
L’apripista e ambiziosa, “American Dreamer”, racchiude la vera essenza del rock melodico, ovvero un ritmo coinvolgente e un ritornello ruffiano e super orecchiabile che ti porta immediatamente a canticchiarla, grazie anche all’imponente lavoro vocale di Dave Mikulskis. Idem per le vibranti corde vocali dell’esperto Mike Reno (Loverboy), nel ritmato singolo ottantiano, “Your Own hero”, che per l’occasione duetta brillantemente con la determinata e profonda ugola del padrone di casa Peterik. Il tenue pianoforte si intreccia attorno a dei bei riff chitarristici e a dei prolungati assoli che rendono particolare e soprattutto bluseggiante la traccia. Mikulskis ritorna ma questa volta insieme a Jim a cantare nella romantica ballata: “Stronger Than You Know”, in cui i due sono accompagnati magicamente da una leggera chitarra che lascia comunque in primo piano le loro ponderate e calde voci. L’amico e compagno di band nei Pride Of Lions Toby Hitchcock fa capolino nel lento strappa lacrime e cinematografico, “All That’s Mine To gIve”, guidato da un malinconico pianoforte che crea un’atmosfera riflessiva culminante nell’acuta ed emozionante voce dell’ottimo vocalist statunitense.
A parte le ballate, Peterik è un esperto ed un amante del classico hard rock dalle venature blues, come nel caso della cadenzata, “Been To The Mountain”, interpretata meravigliosamente dall’ex bassista e cantante dei mitici Chicago Jason Scheff che possiede una timbrica vocale rauca ed unica per certi versi. Insomma, un album del genere non annoia mai perché capace di offrire all’ascoltatore vari spunti musicali ma sempre seguendo il filo conduttore dell’AOR tradizionale di stampo americano che negli anni’ 80 ha raggiunto l’apice del successo commerciale. La semi ballata, “Forever Endeavour”, è un altro pezzo ben riuscito che vede protagoniste le voci della collaudata coppia Peterik/Hitchcock su un tempo più lento e su un tappeto di note nitide e luminose che sviluppano un refrain melodico e coinvolgente quanto basta per sognare ad occhi aperti. Colpisce in positivo il pop rock estivo e spensierato di “Rise Again”, song cantata bene dall’ex concorrente di “The Voice” Kevin Harris che con la sua vivacità trasporta l’ascoltatore in una spiaggia assolata a godere il meritato relax dopo un anno di faticoso e duro lavoro. L’orchestrale e corale, “We Can Fly”, eseguita da Jim Peterik e dalla sua spettacolare band The Ides Of March è un altro esempio di come il polistrumentista a stelle e strisce riesca a diversificare una set list molto variegata e ricca di suoni anche al di fuori del puro AOR. Per l’occasione aggiunge poi un suono più folcloristico, mischiando pure il jazz al country. Il buon Jim non dimentica poi l’importanza della presenza femminile in “Love Lies”, traccia country soave e sensibile che vede il giusto equilibrio tra le alternate corde vocali del musicista americano e di quelle della sua bravissima connazionale Cathy Richardson (Jeffersson Starship). Il pianoforte iniziale e il tocco di chitarra spagnola di “Until” sono l’anticamera per un tuffo nella caratteristica Westcoast da cui Peterik si ispira principalmente nelle sue magnifiche composizioni ma è anche il corridoio per arrivare al suono pop rock dei soliti Chicago di cui l’artista stravede. Per l’occasione il musicista affida il microfono alle passionali e pulitissime corde vocali dell’eccellente canadese Neil Donnell, cantante tenore proprio del gruppo rock Chicago dal 2018. Il singer dimostra una grande estensione vocale su uno sfondo sinfonico e atmosferico da far venire la pelle d’oca. Il platter si chiude con la ballabile “Hit Of Freedom”, song di synth pop moderno che attinge dalla musica di fine anni 70’ e inizi ’80 affidata alla voce giovanile e delicata dell’interessante Sophia Sheth. Il sound adolescenziale, leggerissimo e anche funk spiazza in negativo dopo aver ascoltato le precedenti e impegnative tracce proposte dal buon maestro Peterik. Se questa song è il classico pesce fuor d’acqua di cui si poteva fare a meno, per fortuna l’ultima, “The Road To Forever”, riprende la strada maestra del maestoso e tradizionale AOR incontaminato. Qui Jim dietro al microfono è semplicemente superlativo!
La produzione dell’album è eccellente, così come le performance di tutti coloro che sono coinvolti nel progetto World Stage. Peterik ha di nuovo fatto centro, scrivendo delle belle canzoni, anche se qualcuna sufficiente rispetto ai suoi standard, di melodic rock che appassioneranno i fan del genere e non solo. Consigliato!