FIND ME – Nightbound

Titolo: Nightbound
Autore: Find Me
Nazione: Stati Uniti D'America, Svezia
Genere: AOR
Anno: 2024
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Robbie LaBlanc: voce
Andi Kravljaca: chitarre soliste e ritmiche, chitarre acustiche
Jonny Trobro: basso
Rolf Pilotti: pianoforte e organo
Daniel Flores: tastiera, cori e batteria
Fernando Brito: percussioni


Tracce:

01. Never Be Alone
02. I See You In Everyone
03. Can’t Wait Here Anymore
04. Distant Lovers
05. Nightbound
06. Love Always Finds A Way
07. Speechless
08. Walk Through The Fire
09. Said And Done
10. Savage Blue
11. The Time Has Come


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori:
Ancora nessun voto. Vota adesso!
Please wait...

Visualizzazioni post:258

Con l’uscita di Nightbound i Find Me arrivano al quarto album in studio proponendoci in questo nuovo capitolo alcune canzoni scritte, niente di meno che dal leggendario Jim Peterik (ex Survivor), maestro assoluto per quanto riguarda il puro AOR di stampo americano. La proposta è sempre quella testata di un rock super melodico e dalle forti influenze ottantiane a stelle e strisce come i mitici Survivor, gli Styx, gli Harem Scarem e i Journey per citarne alcuni, ma questa volta si ode anche più musica hard rock rispetto al passato. Il cantante Robbie LaBlanc (Blanc Faces) è ancora il leader indiscusso in quanto la sua voce possente, calda e passionale non ha nulla da invidiare a giganti come il compianto Jimi Jamison, Steve Overland e Joe Lynn Turner.

“Il nuovo Find Me è il mio preferito fino ad oggi, so che sembra un cliché dirlo, ma ci credo davvero! C’è un buon mix di cantautori nell’album, tra cui tre canzoni di Jim Peterik, quanto sono fortunato a cantare tre delle sue canzoni!!!” dice Robbie LaBlanc.

A parte Robbie, l’altro attore principale è il musicista, cantautore e produttore svedese Daniel Flores (Issa, The Murder Of My Sweet, Seventh Wonder) che suona la tastiera e la batteria e che, come LaBlanc, non ha paura di catapultarsi nel passato sviluppando una marea di familiari e melodici suoni figli degli intramontabili eighties.

“Sono passati un paio d’anni di silenzio, ma Serafino della Frontiers ha riunito ancora una volta alcuni dei migliori cantautori del mondo per questo disco, tra cui l’enigmatico Jim Peterik dei Survivor. È stato fantastico lavorare con queste canzoni e dare vita alle demo in modo che si adattassero all’enorme voce di Robbie e oserei dire che questa è di gran lunga la migliore performance di Robbie fino ad oggi, che brilla anche nella musica, e la band è in una forma rara mentre ci ispiriamo a vicenda. Questo è l’album più giocoso e hard rock che abbiamo realizzato finora e speriamo che vi piaccia tanto quanto è piaciuto a noi durante la registrazione. Speriamo di andare in tour con questo!”, afferma Daniel Flores.

Tornando al platter, il buongiorno si vede dal mattino già con l’allegra e travolgente “Never Be Alone”, caratterizzata da un miscuglio di tastiere e una chitarra leggermente distorta sfocianti in un ritornello di genuino AOR anni ’80, che vede protagonista l’espansiva e acuta ugola di LaBlanc. La seconda in scaletta è una cover dei Survivor, la splendente ballatona “I See You In Everyone”, che il combo propone coralmente quasi senza variazioni ma che sinceramente non raggiunge l’apice dell’originale cantata dall’eccezionale Jimi Jamison. Qui Robbie al microfono, sembra sinceramente Jimi e la cosa non dispiace affatto. Il fulcro del pezzo è anche la soave tastiera accompagnata dalla timbrica armoniosa del singer e l’ottima sezione ritmica. Lo stesso discorso si può fare per l’altro pezzo di Peterik, “Love Always Finds A Way”, rispetto alla precedente più ritmata e vivace ma sempre toccante e contornata da grandi assoli di chitarra e di tastiera. Il seguente intro dell’astuta, “Can’t Wait Here Anymore” è un fiume in piena di riff chitarristici e magici tocchi di tastiera che straripano in un refrain melodioso e accattivante grazie al grande lavoro di chitarra di Andi Kravljaca (ex Seventh Wonder) e del funambolico Daniel Flores. Con questa canzone la band assimila le influenze rock and blues ed europee dello svedese Michael Palace con il quale Daniel ha collaborato e di cui è un grande amico. Se la roccheggiante, “Distant Lovers”, è un modo per scrollarsi di dosso tutte le interferenze esterne e suonare in modo più robusto e personale un hard rock che vede protagonista la chitarra elettrica culminante in un bel e più prolungato assolo; la consecutiva e malinconica title track “Nightbound” è un modo per allontanarsi ancora di più dal tipico sound del gruppo offrendo al sorpreso ascoltatore una melodia orientaleggiante dal suono più antico. Le ambientazioni cinematografiche e romantiche della traccia esaltano ancora una volta le atmosfere create da una ispirata tastiera e sostenute da una fantastica interpretazione di LaBlanc, capace di indurire la sua pulitissima voce. Il rock veloce di “Speechless”, alza il ritmo e offre un ritornello estivo e spensierato che esalta le efficaci linee di basso di Johnny Trobro e la batteria di Flores. Questo è un suono più tagliente e insolito in alcuni punti per i Find Me, ma sempre un po’ domato dalle massicce tastiere utilizzate per tutto il disco.

Segnalo l’ammaliante, “Walking Through The Fire”, una delle tracce di autentico AOR più belle e trascinanti di tutto il disco. L’abilità musicale del combo è strepitosa non solo a livello strumentale ma soprattutto nel creare un’armonia emozionante e da brividi guidata sempre dall’ottima interpretazione del cantante statunitense. Il lavoro intermittente di chitarra ma sempre melodico di Andi si sposa bene con le inossidabili e melodiose corde vocali del cantante. Nel finale, la penultima, “Savage Blue”, presenta il lato più soft della band avvicinandosi ad una vera e propria semi ballata perché il ritmo all’inizio rallenta puntando principalmente ad un orecchiabile e sdolcinato ritornello abbellito dalla chiara e passionale voce di Robbie. Solo la propositiva chitarra elettrica di Andi Kravljaca, nel finale, riesce a movimentare il pezzo rendendolo più rapido e duro. L’opera si chiude, per fortuna, con un brano rock di prim’ordine, “The Time Has Come”, dove i sei musicisti premono il tasto sull’acceleratore ricavando un suono molto più rock e coinvolgente rispetto ai pezzi precedenti, ma senza mai abbandonare quella ricerca spasmodica di una interessante melodia da trovare a tutti i costi.

Per concludere, a parte l’enorme bravura di tutti i musicisti e in particolare di LaBlanc dietro al microfono, Daniel Flores fa un lavoro incredibile sulla produzione, sul missaggio e sugli arrangiamenti rendendo la maggior parte di queste canzoni ottantiane molto più attuali e contemporanee di quello che potrebbero sembrare. Album da avere non soltanto per chi già li conosce ma soprattutto per chi adora questo genere e vuole sognare ad occhi aperti.

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.