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Come ormai da tradizione del mio 2024 da recensore arrivo nuovamente in ritardo a scrivere della nostra amata musica Heavy Metal. Questa volta la venia va richiesta agli amici Eregion che di certo avrebbero meritato un trattamento più tempestivo. Per fortuna posso cavarmela con la scusante della futura edizione giapponese del terzo album della loro discografia Non Omnis Moriar, in uscita a novembre nelle lande nipponiche.
Riavvolgendo il nastro, non solo metaforicamente, vado diretto al punto: che disco! Senza togliere meriti alle precedenti fatiche compositive, valide benché meno riuscite, questa volta i concittadini Eregion colpiscono in pieno il bersaglio grosso e sfornano un’opera completa sotto pressoché ogni punto di vista, guadagnandosi il podio personale degli ascolti annuali preferiti entrando senza colpo ferire nei miei sistemi audio di vario genere a ripetizione.
Sin dalle prime note corali di “Kingdom of Heaven” si avverte il salto qualitativo i termini di produzione e immediatezza di contenuti, laddove ogni riff di chitarra – mediamente a velocità elevate, come è giusto che si confaccia ad un disco Epic/Power metal – assolo, linea di basso, pattern di batteria e orchestrazioni varie – spiccano i violini – si intrecciano risultando ben calibrati e indirizzati ad uno scopo preciso e mai superficiale o riempitivo.
L’ingresso in formazione del nuovo cantante Dario Fontana, avvenuto ormai da alcuni anni, si sublima nella sua prima prova in studio e dona potenza e varietà ai brani da lui interpretati, giungendo addirittura ad aggiungere alcuni passaggi con voci molto sporche, quasi in scream, nell’aggressiva “The Rival Kings”. Gli episodi validi sono numerosi, per non dire tutti, e non vedo l’ora di godermi dal vivo brani come “Ride Forth” o l’anthemica “Blood Brothers” le quali, sebbene non uscendo dai canoni classici della band, ne evidenziano le capacità e potenzialità esprimendole appieno.
La forza degli Eregion sta da sempre non soltanto nei singoli musicisti, ma nella loro unione dettata da una vera amicizia. E’ un appunto importante considerato il titolo del disco: Non Omnis Moriar, dal latino si traduce con “Non morirò mai del tutto” e non è così difficile immaginare che sia un omaggio al compianto Silvio Brusa, precedente bassista, venuto a mancare ad un età ingiusta. Ebbene, i nostri 5 prodi power metaller hanno reso profondamente onore alla sua figura realizzando delle canzoni belle e divertenti che riusciranno a scolpirsi a fuoco nelle vostre orecchie. Ascolto consigliatissimo!