THE NAIL – The Nail

Titolo: The Nail
Autore: The Nail
Nazione: India, Turchia
Genere: Hard Rock
Anno: 2024
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Girish Pradhan: voce solista

Reis Ali Eroglu: batteria, basso e chitarra

Efe Eroglu: chitarra solista

 

Altri musicisti:

Cenk Eroglu: chitarra, organo Hammond, tastiera e cori

John Bisaha: cori

Paolo De Santis: cori

Cem & Sevinc Keskin: voci fantasma


Tracce:

01. Hit & Run

02. The Nail

03. No Time To Burn

04. Broken

05. Walk The Line

06. Soul Screamer

07. Blackout (Popeye’s Sin)

08. Exorcist

09. Hangman’s Noose

10. Underdog

11. Fall Back Now


Voto del redattore HMW: 6,5/10
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La Frontiers Records prova a far emergere e a mettere in risalto la voce dell’ottimo cantante indiano Girish Pradhan, conosciuto con i suoi connazionali Girish & The Chronicles e di recente con la band americana del chitarrista George Lynch The End Machine. La label ha poi ingaggiato il produttore e compositore turco Cenk Eroglu (ex-Winger, Crossing Rubicon) per produrre e scrivere le canzoni di quest’album di debutto. Cenk, che suona pure la chitarra e l’organo Hammond, per completare la band recluta i suoi due figli: il ventiseienne Eroglu, Efe, alla chitarra solista e il diciasettenne polistrumentista Reis Ali Ali Eroglu, al basso, alla batteria e alla chitarra.

Girish Pradhan dice sul progetto: “Questo è diverso da qualsiasi altro disco che abbia mai fatto. Diverso. Molti dei miei ascoltatori mi hanno sempre chiesto di fare qualcosa di diverso per cambiare, e sento che questo disco è esattamente ciò di cui hanno bisogno. Ovviamente, è tutto merito di un gruppo fantastico e dedicato, che lavora instancabilmente dietro le quinte, aiutandomi a far emergere un lato diverso di me. Lavoro incredibile da parte del giovane e super talentuoso – Ali, alla chitarra! Tutto sommato, un grande progetto di cui ho avuto modo di far parte”.

Il risultato di questa collaborazione è interessante perché gi artisti coinvolti riescono a proporre una set list molto equilibrata che spazia dal classico hard rock melodico a momenti più duri e incisivi. Penso subito all’iniziale e corale, “Hit And Run”, una vera e propria cavalcata rock dal refrain coinvolgente e super melodico, che vede protagonista l’ugola vellutata e determinata del singer asiatico e i riff intermittenti e melodicissimi della chitarra elettrica. Idem per uno dei pezzi più belli del disco, “Broken”, brano cadenzato dai riff minacciosi e trascinanti che culminano in prolungati assoli e soprattutto in un orecchiabile ritornello sostenuto da una base tastieristica di prim’ordine. Qui le corde vocali di Pradhan sono più aspre e agguerrite del solito per una song capace di mettere in mostra l’enorme abilità musicale dei musicisti coinvolti.

Girish Pradhan descrive la traccia: “ Questa è una delle prime canzoni che ho ricevuto dai ragazzi. La musica stava influenzando il modo in cui scrivevo i miei testi. Anche se, penso che il termine Broken fosse già un titolo provvisorio. Parla di come non dovremmo mai smettere di combattere i nostri demoni. Non importa quanto Broken possiamo essere, dobbiamo sempre cercare la luce”.

Con la title track si comincia a far sul serio perché’ la sezione ritmica dei fratelli Cenk fa partire le danze con un ritmo cadenzato sovrastato solo dalla voce incredibilmente robusta e melodica di Pradhan e da momenti ambientali e rilassanti, che si alternano alla furia sonora sviluppata dalla sei corde elettrica. Il massimo si raggiunge con in sound britannico dei Judas Priest in “Soul Screamer”, canzone massiccia e travolgente per via di una possente sezione ritmica trascinata da riff e assoli impetuosi di chitarra elettrica che non lasciano scampo. Lo stesso discorso vale per la cupa e horror, “Underdog”, in cui il bravo Girish abbassa le sue tonalità vocali cantando in modo più rauco e aggressivo sostenuto da una battente sezione ritmica e da un’ossessiva e ripetitiva electric guitar. La forza di questo nuovo combo è quello di offrire delle melodie armoniche e duttili, riff serrati e assoli taglienti di chitarra smorzati solo dalla tastiera o dalla voce flessibile del frontman asiatico. Un esempio lampante è la semi ballata, “Walk The Line”, gemma di puro hard rock, alla Winger, che smorza i toni metal degli ultimi tre brani descritti in precedenza, presentando un arrangiamento più lento e più cupo del solito. Certo non è tutto oro quello che luccica perché nonostante l’ottima alchimia tra i ragazzi manca ancora, come giusto che sia, quella personalità compositiva che li renda facilmente riconoscibili ad un pubblico esigente come quello metal. I paragoni con altre band più famose sono naturalmente evidenti e fanno parte del gioco soprattutto agli inizi ma il modo in cui gli affilati e veloci riff chitarristici di Reis si uniscono ai rapidi assoli infuocati del fratello Efe sono qualcosa di incredibile e molto bello da ascoltare, come per esempio nella tirata e melodiosa “No Time To Burn”, dove il singer strabilia ancora i timpani dell’ascoltatore con i suoi potentissimi e precisissimi acuti. L’ultima, “Fall Back Now” è nei primi secondi un lento acustico che sembra chiudere mosciamente un disco che fino a questo momento ha retto alla grande con intensità e tecnica strumentale. Per fortuna i ragazzi dopo questo breve e lento inizio riprendono alla grande con un sound robusto e massiccio rimanendo nell’ambito dell’heavy metal, omaggiandoci ancora una volta di un ritornello orecchiabile e ammaliante che con i pungenti acuti di Girish Pradhan chiude in bellezza un buon debutto veramente interessante e convincente. I The Nail sono giovani, bravi e due di loro sono pure figli d’arte con un futuro promettente che può solo farli crescere tecnicamente e creativamente. L’unica cosa è vedere se continueranno con questa formula ibrida di hard rock ottantiano ed heavy metal tradizionale o se proveranno a focalizzarsi su qualcosa di diverso. Noi saremo qui ad aspettarli con pazienza nell’attesa che mettano altri robusti “chiodi” nel prossimo lavoro in studio.

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