HOUSE OF LORDS – Full Tilt Overdrive

Titolo: Full Tilt Overdrive
Autore: House Of Lords
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: hard rock
Anno: 2024
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

James Christian: voce e basso
Jimi Bell: chitarra
Mark Mangold: tastiera
Johan Koleberg: batteria


Tracce:

01. Crowded Room
02. Bad Karma
03. Cry of the Wicked
04. Full Tilt Overdrive
05. Taking The Fall
06. You’re Cursed
07. Not The Enemy
08. I Don’t Wanna Say Goodbye
09. Still Believe
10. State of Emergency
11. Castles High


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 6.5/10
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Gli House Of Lords arrivano al dodicesimo album in studio intitolato Full Tilt Overdrive dimostrando come il leader e cantante James Christian stia vivendo una seconda giovinezza insieme ad un gruppo eccezionale di musicisti composto ancora una volta dal tastierista Mark Mangold (Touch, Michael Bolton, Drive, She Said), dal chitarrista Jimi Bell e dal batterista Johan Koleberg (Lions Share, Ignition, Therion). Quindi stessa formazione e stessa vincente formula sonora che gli americani si portano dappresso dal lontano 1988 quando alle tastiere spadroneggiava l’ex Angel Gregg Giuffria e il gruppo cominciava a farsi conoscere nella scena glam/hair ottantiana. Dopo lo scioglimento e la reunion, la band statunitense ha sempre pubblicato, a parte il deludente The Power And The Myth del 2004, bei dischi assorbendo naturalmente delle nuove tendenze ma sempre pescando dagli anni ’80 le proprie influenze sonore. Gli House Of Lords sono sinonimo di garanzia e qualità, ma soprattutto di atmosfere maestose che riportano alla mente i ricordi del loro stellare omonimo album di debutto.

Basta ascoltare l’iniziale e potente, “Crowded Room”, ricco di intermittenti ed epici riff chitarristi impreziositi dalla vellutata timbrica di James, che sembra non essere stata scalfita dal tempo. In realtà non riesce a raggiungere tutte le note alte come prima, ma la sua roca e sentimentale voce compensa ampiamente ciò che gli manca. Gli strati robusti della chitarra, le tastiere fantasy e la melodia del ritornello rendono poi la composizione una delle migliori canzoni di questa nuova set list. Che Bell sia un eccellente guitar hero non c’erano dubbi e lo si sente ancora nell’assolo veloce della successiva e cadenzata, “Bad Karma”, singolo cadenzato e di puro hard rock a stelle e strisce, dove i cori lo rendono ancora più sdolcinato e melodico. Immersa in una tessitura blues, “Cry Of The Wicked” è la tipica traccia da live caratterizzata da affilati riff di chitarra elettrica, grandi cori e un ritornello super orecchiabile da cantare in coro sotto il palco. La musicalità del platter è incredibile, specialmente la fantastica chitarra di Jimi fa la sua ottima figura nel robusto e rapido hard rock della track list: “Full Tilt Overdrive”, che ricorda in parte lo stile degli australiani AC/DC ma con una marcia in più a livello strumentale grazie al ritmo martellante di una sezione ritmica travolgente. Nonostante i notevoli riferimenti agli eighties dei famosi Deep Purple e dei Rainbow colpisce la freschezza del suono e le classiche e accattivanti melodie infarcite anche di elementi country e blues, come nel caso della roccheggiante, “Taking The Fall”, formata da un forte e armonioso refrain che dimostra la varietà compositiva del combo che suona bene anche generi diversi dal tradizionale hard rock. La centrale “You’re cursed”, introdotta per pochi secondi da un organo ecclesiale, esplode in battenti e metallici riff di chitarra che portano ad un ritornello melodicissimo. Colpisce positivamente l’assolo orientaleggiante del solito Bell e i tasti esoterici e magici emanati dall’ispirato Mangold. Non contento di quello fatto finora Mark proietta, con la sua fantastica tastiera, l’ascoltatore verso un sound moderno ed elettronico nella malinconica e allo stesso tempo vivace, “Not The Nemico”. Sembra di sentire una specie di metal sinfonico con venature prog molto lontano dal loro marchio di fabbrica che potrebbe sorprendere in negativo i supporter più ortodossi del gruppo. Dopo così tanta carne al fuoco, il gruppo americano propone una ballata strappa lacrime intitolata, “Don’t Wanna Say Goodbye”, che ha poco di romantico, dato che parla di un tema serio come quello del suicidio. Qui gli strumenti sono leggeri e tranquilli fino a quando prendono potenza nel gradevole e accattivante ritornello interpretato da Christian con passione e dolore sotto i colpi dei tasti costanti e sofferenti della keyboard. Se la carina e melodiosa, “Still Believe”, ci riporta all’allegro e spensierato hard rock ottantiano mai dimenticato dalla band, la seguente, “State Of Emergency”, è invece un mid-tempo che parte lento con l’acuta ugola di James per poi crescere d’intensità con la sei corde elettrica di Bell; alternando momenti atmosferici e riflessivi ad altri più duri. Il ritornello memorabile e travolgente vale poi il costo del disco.

L’ultimo glorioso sussulto è poi la conclusiva e lunga (quasi dieci minuti), “Castles High”, altro brano mid-tempo di vecchia scuola, molto alla Rainbow, arricchito da un pungente organo settantiano e ottantiano che ricorda pure i britannici Deep Purple. Anche qui Mangold è fenomenale perché lascia il segno nella traccia senza esagerare e dando la possibilità alla chitarra di prendersi i suoi spazi con prolungati e scoppiettanti assoli sotto i colpi di una tellurica sezione ritmica. Su Full Tilt Overdrive si trova non solo il portentoso hard rock degli House Of Lords ma anche qualcosa di diverso e soprattutto attuale che li rende ancora al passo con i tempi senza però dimenticare le proprie e solide radici.

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