RADIOACTIVE – Reset

Titolo: Reset
Autore: Radioactive
Nazione: Svezia
Genere: AOR
Anno: 2024
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Tommy Denander: chitarra, basso, tastiere, voce solista e cori

Musicisti ospiti:

Jeff Paris: voce solista e cori

Jim Jidhed: voce solista

Robin McAuley: voce solista e cori

Joey Vana: voce solista e cori

Harris Dio Zindani: voce solista

Mutt Lange: cori

Lenna Paris: cori

Neil Anami: batteria e percussioni

Keith Scott: ospite solista in “Reset”

Tony Levin: basso in “Reset”

Tony Nilsson: tastiere aggiuntive e programmazione in “Reset”

Jeremy Rubolino: archi


Tracce:

01. Sentimental

02. Shame On You, Shame On Me

03. Gaia

04. When The Lights Go Down

05. In A Perfect World

06. Reset

07. Midnight Train

08. Open Spaces

09. Sweet Little Tina

10. Hard Times To Fall In Love

11. Breakaway


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 10.0/10
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Il cantautore, chitarrista e produttore svedese Tommy Denander, è ormai una leggenda dell’AOR mondiale perché ha suonato in un numero impressionante di band e ha prodotto diversi album girovagando in giro per il mondo. Da qualche anno lo scandinavo sposa il suo progetto personale dal titolo: Radioactive in cui ottiene la collaborazione di alcuni membri dei Toto sul suo primo disco: Ceremony Of Innocence, pubblicato nel 2001. Poi, con il passare degli anni, la svolta sonora del musicista si indirizza verso un rock più robusto con l’aggiunta di un pizzico di blues ma non dimenticando mai l’amore per il rock classico e melodico. In Reset si ritorna, in molte canzoni, ad una direzione più AOR che non dispiace e che mostra le origini dell’artista. Basta ascoltare l’opener, “Sentimental”, per capire che il quoziente di AOR ottantiano profuso nella composizione è altissimo. Le sofisticate tastiere prendono il sopravvento insieme a ritmati strati di chitarra che raggiungono l’apice quando la voce emozionante di Jidhead prende il sopravvento indirizzando la melodia del brano dalla prima all’ultima nota. A proposito di voce, qui Tommy utilizza meno cantanti del solito ma sempre di buona caratura, come Jim Jidhed (Alien) e Jeff Paris (Y&T, Cinderella) che interpretano entrambi quattro canzoni ciascuno. Oltre a questi artisti lo svedese collabora pure con il grande Robin McAuley (MSG, ex-Survivor), lo sconosciuto Harris Dio Zindani, Joey Vana, figlio di Joe Vana dei Mecca, il bassista Tony Levin (King Crimson, Peter Gabriel) e il famosissimo produttore Mutt Lange che fa il corista e co-scrive anche alcune tracce. Lo stratosferico McAuley è protagonista, con le sue ammalianti corde vocali, proprio nella inquietante e misteriosa title track “Reset”, caratterizzata dal suono profuso da un tappeto di sintetizzatori guidati da una battente sezione ritmica. Qui spicca il maestoso e armonioso ritornello infarcito da un suono fusion, seguito poi da prolungati assoli chitarristici di stampo hard rock sviluppati dalle dita del famoso Keith Scott (Bryan Adams).

“Un paio di anni fa, Mutt mi ha mandato una demo di questa canzone e mi è piaciuta molto, e a quel tempo non pensavo nemmeno che potesse essere per i Radioactive, ma una volta che ho sentito come avrei potuto trasformarla in una pesante canzone rock, ho capito che si adattava perfettamente e per diversi motivi è finita per diventare la traccia del titolo”, afferma Denander sul brano “Reset”.

Sul disco però non c’è solo del leggero rock ma anche ma anche dei brani hard rock come la cadenzata “Sweet Little Tina”, un rock and blues con alla voce lo straordinario settantenne Jeff Paris oppure il veloce glam rock di “When The Light Goes Down”, omaggio a quel suono americano che negli anni ’80 ha avuto un successo planetario. Quest’ultimo pezzo, con dietro al microfono ancora la voce di Jidhead, spicca per la raffinatezza stilistica dell’ottimo Denander che offre all’ascoltatore un tradizionale e senza tempo rock and roll di vecchia scuola. Non scherza neppure la velocissima e frenetica, “Breakaway”, song possente di puro rock sostenuto da una ringhiante chitarra elettrica e dalla rauca ugola di Paris. La qualità del musicista scandinavo, a parte quella di scrivere belle canzoni è anche quella di saper bilanciare nell’album il puro AOR con l’hard rock e il blues. La migliore traccia di melodic rock è sicuramente, “Shame On You, Shame On Me”, song dall’accattivante refrain e da un ritornello super orecchiabile che si stampa in testa senza uscirne più. Piace pure la successiva, “Gaia”, dall’iniziale stile alla Police ma dove in seguito Denander, approfittando dell’ugola sofferente di Paris riesce a creare, con la sua fedele sei corde elettrica, delle atmosfere riflessive e malinconiche che toccano il cuore e l’anima. Il merito del vichingo è quello di collegare altezzosamente la melodia della canzone con l’armonia vocale, aggiungendo poi dei seducenti ritornelli impreziositi da tocchi di synth accompagnati da deliziosi e tecnicissimi assoli di chitarra. Ne è un altro esempio la sdolcinata e corale, “In A Perfect World”, che per intensità e vivacità è superata dal ruffiano AOR di “Hard Times To Fall In Love”. Pezzo made in U.S.A. interpretato dalla voce del bravissimo Joey Mecca, figlio d’arte e protagonista dell’omonima band del padre che guarda caso suona brani influenzati proprio dal sound dei Toto e dei Survivor. Insomma, come indica il titolo del platter, Reset è un ritorno al suono magico dei primi dischi; un AOR più classico e sentimentale ma senza dimenticare mai l’amore per l’hard rock. Non è un capolavoro ma nel complesso è piacevole e sincero perché avvolge i timpani di suoni familiari e melodici che spesso fanno sognare ad occhi aperti. Ogni tanto farebbe comodo un reset non solo al router di casa ma anche all’interno delle nostre vite per riprendere la strada maestra e affrontare con un nuovo ed energico appiglio la maledetta e frustante quotidianità.

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