I HATE MY VILLAGE + HATE MOSS – Circolo ARCI Angelo Mai – Roma


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I HATE MY VILLAGE + HATE MOSS
8 dicembre 2024 Roma – Circolo ARCI Angelo Mai

Rimanere quasi in mutande ad un concerto non è poi esperienza così rara, specialmente se vieni risucchiato nel vortice del poga poga. Stavolta non si è trattato di un’orda demoniaca, ma di una serie di concause aventi tutte pari dignità. A causa del tutto esaurito già qualche giorno prima, i poveri ritardatari hanno dovuto vedere il concento di sguincio, ma l’audio era buono e si è potuto ascoltare perfettamente in ogni angolo remoto del circolo, grazie anche all’ottima organizzazione. Densità umana, ritmi impossibili ed una irrefrenabile attività motoria indotta dal super quartetto degli IHMV hanno incendiato quel poco di umidità residua nell’aria. Ma andiamo con ordine.

Ad aprire le danze ci ha pensato il duo italo brasiliano Hate Moss. Alla batteria e voce Ian, Tina alle tastiere, synth, drum machine e voce. Circa quaranta minuti di musica in un mélange di elettronica, industrial, post punk ed elettroclash suonata con autenticità e spirito punkettone, nel senso più bello del termine. Veri fino al midollo e questo conta tanto in un mondo di merda musicale dove il finto non lo si regge più. Bravi quindi gli Hate Moss a riscaldare l’atmosfera dell’Angelo Mai e capaci di strappare applausi convinti a tutti i presenti.

In attesa del cambio palco ci siamo goduti un po’ di Motorpsycho in sottofondo ed in un soffio sono comparsi gli IHMV sul palco.

Adriano Viterbini appena salito, sorretto nello spirito e quasi fisicamente da Fabio Rondanini, ha dedicato il concerto all’amico passato a miglior vita il giorno prima, Francesco “Poppy’s” Cerroni, uno dei principali protagonisti del club Monk di Roma, fonico nel cinema e nella musica, nonché, per alcune stagioni, bassista della formazione Fleurs Du Mal. E quindi con il magone in gola il bravo chitarrista ha recuperato la forza per ritrovarsi in un momento così doloroso e dover suonare convogliando tutta la rabbia in questo concerto, dedicato interamente a Francesco. Da quel momento per circa due ore non siamo stati più a Roma o in nessun’altro posto a noi noto e pian piano siamo stati strascinati tra le dune del deserto, sferzati da una chitarra marimbata che neanche nella maremma sub sahariana troveresti (la maremma non c’entra nulla, ma il suono della frase ne guadagna in musicalità, accidenti!). Dalla sabbia del deserto ci siamo ritrovati in una foresta dove quattro animali da palco hanno eccitato la natura selvaggia che distingue ognuno di loro, dimenando i ferri del mestiere con il proprio stile ancestrale. Una mezza orgia insomma, ecco perché ad un certo punto in sala quasi tutti in t-shirt e chi poteva permetterselo in canottiera, ragazzi e ragazze, giovani e diversamente giovani. Perché gli IHMV sono decisamente cross generation, un bel mix di età tra i loro seguaci e questo fa davvero piacere.

Il concerto scorre veloce facendo vibrare sempre di più la sala: non ce n’è nessuno e nessuna che stia fermo, impossibile trattenersi dal muovere il corpo sui ritmi confezionati magistralmente dalla piovra Rondanini, integrato con il basso lineare ed ipnotico di Marco Fasolo, bei suoni in ogni momento. C’è anche del rock in sala e non è assoluto, è miscelato come certi cocktail che ti sorprendono ed il barman per questo genere di mix è Alberto Ferrari che con la sua voce e chitarra mena come uno sciamano tribalista. Dopo i sedici brani suonati, dove è stato estratto praticamente tutto l’ultimo album Nevermind The Tempo inframmezzato con l’epico disco d’esordio, la band scende dal palco per i bis e per il consueto rito del “tutti sul palco” col pubblico: tre brani a rischio crollo dove ascelle, sudore ed open mic concludono il rito dove tutti amano e forse odiano il proprio villaggio.

Scaletta*

TRAMP
ITALIAPAURA
ACQUARAGIA
WATER
PRESENTIMENT
ELVIS
FAME
JIM
POLIZIOTTA
ENO DEGRADO
ERBACCIA
BAUM
I ATE MY VILLAGE
MAURITANIA
FARE UN FUOCO
BROKEN MIC
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KENNEDY
TONY
ARTIMINIME
* scaletta riportata fedelmente all’originale trovata sul palco, alcuni titoli sono quindi come chiamati convenzionalmente dal gruppo nei concerti, a prescindere dalla discografia ufficiale.

Formazione I HATE MY VILLAGE
Alberto Ferrari – voce, chitarra elettrica
Adriano Viterbini – chitarre, voce
Marco Fasolo – basso, cori
Fabio Rondanini – batteria, percussioni

foto di Matteo Nasi @ForAFewShotsMore

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