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È sempre la stessa storia. Da una parte abbiamo dei pezzi di buon livello, giri che trascinano da una parte all’altra della stanza e scuotono gli avambracci, scansioni ritmiche semplici e perfette, parti vocali calzanti da cima a fondo. Dall’altra c’è una produzione che copre di ridicolo l’intero operato, agghindata com’è dei soliti suoni che non spaventerebbero neanche mia nonna. Aggiungendo facce che potrebbero appartenere ai Warrant di Cherry Pie (senza nulla togliere alla sottovalutata ghenga le cui eruzioni furono a lungo incatenate dalla Columbia e dall’ingombrante Beau Hill) e una copertina che non ha mai conosciuto le grazie di matita e pennello, è chiaro – un’ennesima volta – che il death metal odierno è semplicemente una vetrina dietro alla quale sfilare e far bella mostra di sé. Si sbaglia poco alla volta, un giorno dopo l’altro, mese dopo mese e, se fossi uscita ieri di galera, non smetterei più di chiedermi come il genere estremo per antonomasia si sia mai potuto trasformare in un innocuo gioco da campeggio estivo.
Per quanto riguarda ciò che funziona, “Internal Torment” e “Death Is Upon You” sono brani da manuale, armati di riff che in altri anni avrebbero fatto proseliti. Non che quello principale di “Breeding Of Evil” sia di scuola inferiore. Il velo oscuro dei sintetizzatori conferisce al disco una delle peculiarità necessarie al genere e, a proposito di tastiere, complimenti per la scelta di porre la breve e strumentale “The Passage” non a metà album né alla fine, bensì al penutimo posto.
Piacciono le reminiscenze di Heartwork contenute nei giri di “Mesmerized By The Malignant Gaze” e di “Chasm Of Void” (suggestiva la chiusura, con quelle poche note di pianoforte unite all’assolo), le chitarre serrate e circolari su “Homicidal Intentions” – Incantation più Slayer? – e il riff grezzo di “Mauled To Flesh”. Gli assoli delle citate “Death Is Upon You”, “Mesmerized By The Malignant Gaze” ed “Internal Torment”: profondi… letali. E quel lungo momento bruno e sdrucciolevole di “Beyond Hatred”.
Tutto questo, come anticipato, è stato deturpato, sminuito, appiattito e ridicolizzato da una produzione pop. Un atto delinquenziale, considerato che gli ultimi venticinque anni sono stati in grado di creare ben pochi lavori death metal degni di nota e rilievo.