Visualizzazioni post:222
I Powell Payne sono un nuovo gruppo rock al debutto con l’italiana Frontiers che vede l’unione di Mark Penfold Powell (ex batterista degli Psycho Kiss) e Adam Payne (ex cantante degli Airrace). A questi due fenomeni si aggiungono poi il chitarrista Adam Davies e il tastierista Steve Leyshon. Dopo la pubblicazione del primo ed emozionante singolo “Distance Between Us”, Mark e Adam prendono seriamente questo progetto formando una vera e propria band. In particolare, questa triste ballata di puro AOR trasmette, tramite il pianoforte e l’acuta ugola di Payne, amore e dolore per la perdita delle proprie persone care. L’assolo di chitarra di Davies è poi potente e angosciante alla stessa stregua dei leggeri giri di chitarra che supportano il pianoforte.
Il cantante Adam Payne descrive l’album Voilà come: “Una raccolta di tracce potenti mescolate con un po’ di buon vecchio rock melodico e con un omaggio ai giganti degli anni ’80”.
L’ottimo singer gallese offre insieme al connazionale e batterista Powell del buon vecchio rock melodico mescolandolo inevitabilmente con del buon hard rock di matrice anglosassone e riprendendo cosi i suoni di band importanti, come gli FM e i Lionheart ma aggiungendo anche quel suono americano (Journey e Tyketto) sempre accattivante e coinvolgente che ha fatto la storia del genere. Queste tendenze si manifestano subito nell’iniziale: “Better Days”, brano veloce e trascinante grazie alla magnifica ugola del vocalist e ad un refrain super melodico rinforzato da una robusta e tagliente chitarra elettrica. Con il successivo e secondo singolo “No Escape”, i gallesi si tuffano nel vivace hard rock britannico d’alta classe dei Ten e degli FM con prolungati e melodicissimi assoli di chitarra, un orecchiabile ritornello e un’interpretazione vocale da brividi. Si, perché Payne è sinceramente un cantante superlativo che noi italiani apprezzammo dal vivo in un lontanissimo e indimenticabile Frontiers Rock Festival di tanti anni fa quando cantava con gli inglesi Airrace. Delle voci di sottofondo e un rullante di batteria introducono invece la potente e ritmata, “Voices”, terzo e aggressivo singolo a stelle e strisce, che lascia il soft AOR per abbracciare il tradizionale e stratificato hard rock. Qui gli enormi e aggressivi riff chitarristici introducono un piccolo tocco di metal evidenziato soprattutto dai micidiali assoli del virtuoso Davies e da una martellante sezione ritmica. Con la corale e semi ballata, “The Storm”, la band mette il freno a mano offrendo un grande lento di AOR ottantiano culminante in un solenne assolo di chitarra. Anche qui le corde vocali di Payne sono le protagoniste assolute di un disco, nel complesso profondo e di qualità, che propone sulla stessa scia anche la malinconica, “Taking Back Yesterday”. Quest’ultima è un’altra traccia di melodic rock uscito dagli anni ’80 e sostenuto, oltre dalla calda e passionale voce di Adam, anche da un convincente e subliminale coro di sottofondo. I giri di chitarra sono intermittenti e accelerano rapidamente il ritmo della composizione specialmente durante l’esecuzione del melodicissimo ritornello in pieno stile americano. Nell’ascolto dell’album ci si rende conto come la coppia Powell e Payne passi repentinamente da un rock leggero ad un altro più duro come nella robusta “Staring At The Sun”, ricca di potenti progressioni metal condite da sottili e intrecciate linee melodiche in cui sempre capeggia la tecnica vocale del frontman. Idem per la invereconda e bluseggiante, “Girl Like You”, che parte con un riff di chitarra leggermente distorto per accompagnare la voce pulita ed espansiva di Adam verso un gradevole e piacevole ritornello.
Il principale filo conduttore dell’opera è quella di saper scrivere e arrangiare dei buoni brani pieni di melodia e sentimento. Un esempio lampante è quello di “Questions”, traccia dal tocco blues e country avvolta da una californiana chitarra acustica e da una suggestiva timbrica vocale che va in crescendo con il passare dei secondi. Siamo nel territorio del southern rock, dove comunque non manca il solito tecnicissimo e il massiccio assolo chitarristico che alza l’asticella e l’adrenalina nel corpo dell’estasiato ascoltatore. “Fly High”, è la classica ballata per pianoforte ed archi accompagnata dall’altissima voce di Payne che evidenzia ancora una volta la chiarezza della sua splendida intonazione. Il pezzo riesce ad entrare rapidamente, con le sue ammalianti note, dentro al cuore di ogni romantico rocchettaro che si rispetti. Nulla di nuovo sotto il cielo stellato e romantico del melodic rock ma quello che colpisce è la divina esecuzione vocale del cantante britannico che interpreta la traccia con sofferenza e sicurezza. L’ultima e cadenzata, “All For Love”, comincia pacatamente con soffici e ripetuti giri di chitarra elettrica che innescano la fluente e melodica voce del cantante gallese in un breve crescendo sonoro. La bellezza del pezzo oltre al mieloso e memorabile ritornello è il continuo cambio di tempo e la creazione di spazi atmosferici e riflessivi ben arrangiati e appassionanti che colpiscono il cuore al primo ascolto. Voilá si può benissimo definire un riuscitissimo disco di classico hard rock melodico ottantiano confezionato in un involucro di AOR statunitense composto da artisti ben preparati e talentuosi.
Su tutto, spicca comunque l’eccelsa voce dell’eccezionale cantante Adam Payne. Ci sarà un futuro per i Powell-Payne? Da quello ascoltato con questo primo lavoro ci auguriamo proprio di sì!