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Come immagino alcuni ricorderanno, c’erano una volta i Nightmare, bandiere del power metal francese assieme ai Fairyland, agli Heavenly, ai Galderia e a pochissimi altri: i Nostri rappresentavano il lato più roccioso del genere, quello che comunica più direttamente con l’heavy metal classico, e si fondavano (almeno nella loro seconda incarnazione, dopo un lontano passato da classic metallers) sui fratelli Jo e David Amore, rispettivamente voce e batteria.
Parlo della band al passato, ma in realtà la formazione esiste ancora: tuttavia i fratelli l’hanno abbandonata da diversi anni (il che ha provocato un certo sconvolgimento del sound) e hanno fondato i KingCrown, che oggi giungono al terzo disco. Il titolo dell’opera è Nova Atlantis, già valutato in passato come intestazione di un disco dei Nightmare: evidentemente l’idea piaceva ai due musicisti… che oggi si propongono con un heavy/power molto meno ‘impegnato’ e pesante, affine a quanto propongono in Spagna i Vhäldemar o in Brasile gli Hibria.
Subito ruvida e aggressiva “The Magic Stone”, ben interpretata da un corrosivo Jo. La titletrack aumenta in melodia senza perdere potenza; tastiere ottantiane e da hard rock grintoso per “Letter To Myself”. In un disco del genere non può mancare la power ballad, legata stavolta, come suggerisce il titolo “A Long Way To Valhalla”, a tematiche norrene; dal canto suo, “Real Or Fantasy” è un po’ tamarra, ma nel piatto ci vogliono anche i riff grassi e ‘ignoranti’… alza il tiro “Judgment Day”, in cui il sound si fa improvvisamente ‘serio’, con sprazzi epici da gustare; i nostri flirtano ancora con l’hard rock in “Utopia Metropolis”, mentre davvero interessante si rivela “When Stars Are Aligned”, che cambia le carte in tavola con un cambio di tempo indovinato, e presenta qualche influenza degli ultimi Gamma Ray. Si chiude con un altro brano molto solido e serioso, “Endless Journey”, con Jo che veste i panni di un marinaio alla deriva in una terribile tempesta.
Nova Atlantis è quello che definirei ‘un buon disco di genere’: si mantiene nella media, senza particolari meraviglie. È oggettivamente un po’ poco per chi non sia già fan del genere o dei nomi coinvolti. E in un mercato sovraffollatissimo, questo è decisamente uno svantaggio…