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Piacevole ritorno quello dei The Big Deal che si presentano in questo nuovo e interessantissimo anno con il loro secondo album in studio, Electrified. Dopo il bel debutto del 2022 con First Bite, i serbi in questi anni hanno fatto molta strada esibendosi in importanti festival insieme a band importantissime come gli Europe, i Kiss e i Deep Purple. Il chitarrista e compositore Srdjan Brankovic (ex Alogia, ex Ronnie Romero) e la cantante e pianista Nevena Brankovic, hanno però perso al basso il nostro bravissimo Alessandro Del Vecchio che li aveva scoperti e presentati alla nostrana Frontiers Records. Il polistrumentista per questioni personali si è a malincuore defilato lasciando il posto a Nikola Mijic che completa la sezione ritmica con il riconfermato batterista Marko Milojevic. Dietro al microfono troviamo sempre la bella e brava Ana Nikoli che insieme a Nevena creano un bel connubio vocale anche se le timbriche e le tonalità sono identiche e difficilmente distinguibili nelle canzoni. Il lato positivo è che entrambe le ragazze hanno delle voci straordinariamente potenti, fatte su misura per questo genere musicale.
“Grazie alla Frontiers Records abbiamo avuto l’onore di collaborare per la prima volta con grandi artisti come Anders Wikstrom (Treat) e Jona Tee (H.E.A.T.), che ci hanno aiutato a comporre alcune canzoni. Se vi piace il melodic metal/rock, le voci melodiche, i molti assoli melodici di tastiera e di chitarra, due grandi cantanti femminili che si intrecciano in armonia, pensiamo che amerete anche l’album”, afferma la band.
Il sound è un vivace e allegro hard rock melodico di stampo ottantiano che parte già in quarta nell’apertura di “Survivor”, dove un soave pianoforte innesca un interessante armonia sostenuta da una corposa chitarra elettrica e dalle pulitissime ugole di Ana e Nevena. Il ritornello è orecchiabile quanto basta per essere canticchiato per molto tempo ma con la successiva “Like A Fire (Electrified)”, il quintetto fa bingo perché sviluppa un suono trascinante e melodicissimo grazie all’interazione veloce tra la tastiera e la chitarra elettrica, entrambe eccelse soprattutto nell’esecuzione di brevi ed efficaci assoli. La chiave della band è l’utilizzo delle elevate e determinate voci delle due cantanti guidate da una fondamentale e brillante tastiera, come nell’orecchiabile e orientaleggiante, “Fairy Of White”. Questo è un brano ricco di virtuosismi strumentali e di momenti ambientali che ammaliano all’istante. Non mancano neppure momenti sinfonici e melodiosi di stampo nordeuropeo alla Nightwish per intenderci ma la direzione dei musicisti è fare musica anni ’80 con uno spirito prevalentemente moderno. Ne è un esempio il singolo, “Better Than Hell”, dove la Nikolic offre ancora una grande prestazione vocale su un rapido e roboante refrain ultra-melodico in cui l’amica Nevena aumenta sfarzosamente i suoni della sua tastiera aggiungendo molti elementi retrò.
Quello che colpisce in positivo della band è l’entusiasmo e la voglia di divertirsi e far divertire alternando momenti melodici ad altri più duri come nella ritmata, “Broken Wings”, caratterizzata dai massicci giri di chitarra e dai riempimenti sonori della ansimante e ipnotica keyboards. Qui siamo in un terreno di metal melodico molto coinvolgente e veloce che gli artisti ripropongono con più forza nel possente e coinvolgente uptempo, “Burnin’ Up”, dove il sound alla Judas Priest cozza un po’ con il resto della raccolta. Sembra strano ma quando i The Big Deal mettono il pedale sull’acceleratore riescono ad entusiasmare e a trascinare ancora di più. Praticamente si passa da uno sdolcinato hard rock melodico a un cazzuto power metal melodico in cui la band sprigiona energia e pura adrenalina. Per chi ama un po’ più di musicalità allora “Don’t Talk About Love” e “Coming Alon” sono la ciliegina sulla torta perché entrambe, con un orecchiabile ritornello, sono influenze dal classico AOR e dal pop rock. La forza dei Big Deal è comunque quello di non cedere del tutto alle sirene radiofoniche e commerciali perché riescono nei ritornelli ad indurire il proprio sound grazie alla forza della chitarra e alla concretezza di una tastiera quasi prog come in “They Defied”, in cui il combo mostra un tocco molto più massiccio e pomposo. L’album si conclude benissimo con la veloce e ritmata, “Break Down The Walls”, dove il festante e orecchiabilissimo ritornello è lanciato dal grande lavoro tastieristico, chitarristico e tambureggiante di una possente e ammirevole batteria. La melodia pop rock scandinava con elementi metal funziona divinamente anche per via delle ottime euritmie vocali e soprattutto dagli ottimi assoli sviluppati dai tocchi magici di tastiera della intrepida signora Brankovic, a sua volta legati a quelli della sei corde elettrica del marito. Si chiude poi con la bellissima, “Dare To Dream”, un inno rock con accenni dark che parte lentamente con un malinconico pianoforte infuso di musica classica. Questo momento di tranquillità dura solo pochi secondi in quanto le voci delle ragazze e la dolce tastiera introducono in un rapido e melodioso hard rock di vecchio stampo. Anche qui le influenze del rock melodico sono notevoli soprattutto nel coinvolgente e mieloso ritornello. Un picco di durezza si raggiunge poi nel breve e micidiale assolo di Srdjan frenato dal sovrapporsi dei soliti e indispensabili synth. I The Big Deal continuano ad essere coerenti e fedeli alla loro formula e al loro stile senza snaturarsi più di tanto e confermando tutti i giudizi positivi del debutto. La proposta piace anche stavolta perché la maggior parte dei brani, di circa tre o quattro minuti di durata, possiede la potenza dell’hard rock, la pura melodia dell’AOR e le sottili lame metalliche del melodic metal europeo. Consigliatissimo!