WILDNESS – Avenger

Titolo: Avenger
Autore: Wildness
Nazione: Svezia
Genere: Hard Rock
Anno: 2025
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Erik Modin: batteria
Adam Holmström: chitarra
Pontus Sköld: chitarra
Erik Forsberg: voce
Marcus Sjösund: basso


Tracce:

01. Wings Of Fire
02. Crucified
03. Broken Heart
04. Caught Up In A Moment
05. Wasted Time
06. Avenger
07. Poison Ivy
08. I’ll Be Over You
09. Stand Your Ground
10. Eye Of The Storm
11. Walk Through The Fire


Voto del redattore HMW: 7/10
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I Wildness sono un altro gruppo proveniente dalla fertilissima Svezia che offre, dal 2014, un hard rock melodico di stampo europeo e prevalentemente scandinavo. La band è formata dal batterista e compositore Erik Modin, dai chitarristi Adam Holmström e Pontus Sköld, dal bassista Marcus Sjösund e dal cantante Erik Forsberg (ex Blazon Stone) che ha sostituito Gabriel Lindmark nell’autunno del 2019. Dopo Resurrection, penultimo e discreto album in studio, la band adesso ritorna in pista con il quarto disco Avenger dopo una gavetta live che li ha visti condividere il palco con formazioni e artisti noti come, i Dokken, gli H.E.A.T, Dee Snider, i Crashdïet, i Dragonforce, i Warrant, i Pretty Maids e i connazionali death metal Arch Enemy.

La band afferma: “L’attesa è finalmente finita e siamo orgogliosi di presentarvi il nostro quarto album Avenger! Questo è un album che riassume tutto ciò che i Wildness rappresentano e non vediamo l’ora che lo ascoltiate!”

La forza del combo scandinavo è quella di suonare con un piede negli anni ’80 e l’altro nei giorni nostri per rimanere al passo con i tempi, omaggiando soprattutto le radici del metal internazionale come Dio e Yngwie Malmsteen ma rimanendo con i piedi ben saldi sull’hard rock di gruppi come i vecchi Europe, i fondamentali Journey e gli attuali Crazy Lixx. L’apripista e galoppante, “Wings Of Fire”, è un allegro brano ottantiano con taglienti riff di chitarra e un ritornello super orecchiabile e coinvolgente cantato perfettamente e in modo pulito dall’ottimo Erik. Idem per il successivo “Crucified”, un singolo trascinante e melodicissimo dove le sonorità classiche dell’hard rock si fondono con quelle del puro AOR con in sottofondo un riuscitissimo coro e degli affascinanti assoli chitarristici. La radiofonica “Broken Heart” prosegue ancora su questa vorticosa e contagiosa scia armonica che porta l’ascoltatore ad alzare il volume al massimo, a saltare di gioia e a canticchiare l’ipnotizzante e zuccherato ritornello che si stampa immediatamente in mente. Dopo questo trittico di canzoni sdolcinate e divertenti, la band in “Caught Up In A Moment” avanza con la stessa formula ma abbassando un po’ la velocità esecutiva dei propri strumenti. Da subito prende il sopravvento il pacato suono della tastiera che lancia in orbita le due sottili e ritmate chitarre elettriche in cui si insinua la passionale e determinata ugola di Forsberg. Qui i Wildness sviluppano ancora uno sdolcinato e ruffiano groove ma sempre di classico hard rock melodico, alla FM, sostenuto dagli alternati assoli chitarristici di Holmström e di Sköld. L’atmosfera perfetta continua nell’ambientale e cinematografica “Wasted Time”, che cresce di intensità e potenza con il passare dei minuti trasportando la mente ai ricordi estivi su spiagge assolate e paradisiache. Il pezzo da novanta è comunque l’aggressiva e veloce title track “Avenger”, che con la sua pesantezza metal – basti ascoltare attentamente lo scoppiettante assolo chitarristico e la sua epicità – nel semplice e armonico ritornello, colpisce nel segno caricando i timpani di pura e infuocata energia. Con un po’ più di robustezza nelle chitarre e una più martellante sezione ritmica avremmo avuto una classica canzone alla Judas Priest ma i Wildness sarebbero proprio usciti fuori strada creando un po’ di confusione. In realtà le idee e la qualità musicale dei cinque vichinghi sono chiare e si sentono ancora in “Poison Ivy”, altro pezzo cadenzato e melodico, ricco di elementi AOR ottantiani, in cui i nordici aggiungono un pezzo di malinconia nell’orecchiabile e ammaliante ritornello. Come in tutti i dischi di questo genere non pùò mancare la tradizionale e romantica ballata intitolata per l’occasione “I’ll Be Over You”, che non spicca in quanto si trascina ripetutamente senza mai trovare un indovinato sbocco melodico. Il ritmo è troppo lento, cupo e senza quell’accattivante mordente melodico tipico degli svedesi che nelle tracce precedenti sono sempre stati bravi a sciorinare creativamente. Delude pure la timbrica frenata del vocalist. In compenso si salvano solo le echeggianti e stridenti linee di chitarra elettrica che culminano in un adrenalinico assolo chitarristico. Per fortuna il rapido hard and heavy melodico ritorna prepotentemente in auge nella massiccia, “Stand Your Ground”, dal maestoso ritornello cantato in modo emozionante ed acuto dell’eccellente singer svedese. Probabilmente questa è, nel complesso, l’opera più pesante che i Wildness abbiano mai fatto fino ad oggi e la conferma si ha ancora con la penultima “Eye Of The Storm”, che avvicenda momenti heavy ad altri rock ed atmosferici. L’ultima e cadenzata “Walk Through The Fire”, è un melodic hard rock incalzante dall’enorme refrain melodico rafforzato strumentalmente dai due chitarristi che si sfidano con le loro sei corde elettriche in duelli sonori fatti di riff e assoli, sotto i colpi di una battente sezione ritmica. In generale Avenger piace per le sue indovinate melodie e per l’aumentata durezza sonora in alcune canzoni che permettono ai cinque giovani di alzare l’asticella e di proporsi, nonostante la forte concorrenza, come una delle più promettenti band di rock melodico del vecchio continente.

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