ELDRÚN – Svarið

Titolo: Svarið
Autore: Eldrún
Nazione: Islanda
Genere: Progressive Metal
Anno: 2025
Etichetta: Autoprodotto

Formazione:

Diddi Eðvarðs – Voce
Sindri Snær Thorlacius – Batteria
Einar Jónsson – Chitarra
Bjorgvin Gudmundsson – Chitarra
Karl Hólm Gíslason – Basso


Tracce:

01. Svartir söngvar (intro) 01:45
02. Engin leið heim 04:39
03. Dýrðin 04:19
04. Lifi nóttin 04:15
05. Svarið 06:23
06. Eymd þín venst 04:23
07. Silfur 06:35


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 6.5/10
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Svarið è il secondo lavoro autoprodotto degli islandesi Eldrún, che dopo l’omonimo debutto del 2018 tornano sulle scene con questo lavoro che mischia Prog metal, rock e sonorità più dark.

La prima cosa negativa, per fortuna l’unica, riguarda la durata del disco: sette tracce di cui una è una intro, per poco più di mezz’ora di ascolto, a mio avviso è una durata un po’ troppo breve per un album. Non che ami i dischi lunghi e fini a sé stessi, ma mi aspettavo se non due, almeno un brano in più; comunque, ci facciamo andare bene quello che c’è, non lamentiamoci, suvvia.

Ora però passiamo alle cose positive: il disco innegabilmente si fa ascoltare, la produzione è buona e il quintetto di Reykjavík si dimostra tecnicamente valido a livello musicale e il cantato completamente in islandese, se pur di difficile comprensione, si sposa bene con le partiture musicali amalgamandosi e rendendo “musicale” l’ascolto.

Saltando l’intro, “Engin Leið Heim” parte con un riff ibrido alla Fear Factory, per poi trasformarsi in un pezzo che si sposta su territori più “canonici”, cosa che va avanti anche con la successiva “Dýrðin”, mentre con “Lifi Nóttin” l’atmosfera e le ritmiche cambiano, passando da sonorità metal a cambi più rock, quasi grunge.

La title track è il brano che racchiude musicalmente tutto il disco, ci sono le atmosfere rock, le ritmiche più dure ed è il pezzo dove la prestazione vocale di Diddi Eðvarðs è più marcata e creativa, mentre trovo la successiva “Eymd þín Venst”, un piccolo passo indietro a livello di originalità, i richiami a “Throught Oblivion” degli In Flames sono abbastanza chiari, il brano comunque risulta piacevole all’ascolto.

A chiusura del disco la conclusiva “Silfur”, dove dopo un’intro atmosferica il ritmo cambia, divenendo un brano veloce che sfocia quasi nel black metal con sfuriate del batterista Sindri Snær Thorlacius, vero motore sul quale è costruito tutto il sound della band; un plauso particolare va ai due chitarristi, Einar Jónsson e Bjorgvin Gudmundsson, capaci di creare riff e melodie notevoli.

Cosa dire dunque, gli Eldrún dimostrano di essere capaci di creare buona musica contaminando la loro proposta musicale con altre influenze creando un lavoro non perfetto, ma sicuramente degno di nota.

Dategli una possibilità, non resterete delusi.

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