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Carissimi, fedelissimi, affezionatissimi ed instancabili navigatori di Hevy Metal Webzine eccomi prontissimo come non mai a darVi conto dell’ultima fatica discografica dei demoni pisani Deathless Legacy, progetto fortemente voluto e fondato nell’A.D. 2005 con il monicker Deathless dalla cantante Eleonora “Steva Deathless” Vaiana e dal batterista Andrea “Frater Orion” Falaschi come gruppo tributo ai Death SS e, con l’ingresso nel 2006, del cantante e bassista Michael “C-AG1318, The Cyborg” Cavallini) venne ribattezzato Deathless Legacy. Il gruppo consolidò la sua formazione con l’ingresso, nel 2008, del chitarrista Toxic Avenger che, purtroppo, nel 2011, decise di abbandonare il progetto e fu degnamente sostituito dall’altrettanto talentuoso Gianni “Stg. Bones” Capecchi. Dopo aver affrontato una lunghissima, estenuante ma altresì fruttuosa gavetta nel 2014 riuscirono a dare alla luce il loro debutto discografico, sotto l’ala protettrice dell’etichetta discografica tedesca Danse Macabre Records, intitolato Rise From The Grave, che proponeva sonorità particolarmente orrorifiche e di chiara matrice sylvesteriana, senza però evitare di proporre un vero e proprio tributo al maestro Alejandro Jodorowsky, una delle principali fonti d’ispirazione della band. Dopo aver vinto, nel 2015, la finale del Wacken Metal Battle Italy ebbero l’onore di poter calcare il sacro e prestigioso palco del Wacken Open Air per partecipare alla finale internazionale. Nel 2017, dopo essere stati accolti dall’etichetta italiana Scarlet Records, i nostri demonietti pubblicarono la loro seconda fatica discografica The Gathering in cui è possibile trovare sonorità grottesche e teatrali alternate a tematiche terrorifiche, ma la tempo stesso estremamente sensuali a cui fece seguito Dance With Devils, incentrato su tematiche dedicate a streghe, sabba e vari rituali magici a cui seguì un grandioso tour che li vide addirittura calcare il palco, durante la festa di Halloween, insieme ai mitici Goblin di Claudio Simonetti. Ma le sorprese non erano ancora finite in quanto, a gennaio 2018, il gruppo regalò ai propri fan, Rituals Of Black Magic, un vero e proprio concept album dedicato alla magia nera che fu accompagnato anche dall’omonimo libro omonimo Rituali di Magia Nera. Nel 2020 la band decise di stupire tutti pubblicando Saturnalia, un album che, come già era avvenuto quando i mitici Pink Floyd pubblicarono quel capolavoro intitolato Atom Heart Mother, era composto da un’immensa suite di quasi mezz’ora che fu anche utilizzata come colonna sonora del DVD realizzato dalla formazione.
Questo nuovo lavoro è il degno successore di Mater Larvarum, uno splendido e terrificante capolavoro pubblicato nel 2022. Siamo dinanzi ad un album realizzato in maniera a dir poco egregia e maniacale sia sotto l’aspetto della storyline che sotto quello musicale. Ogni singola microtraccia trasuda di sinfonie pesantissime granitiche ma al tempo stesso estremamente melodiche. Il tutto accompagnato dalla seducente ma al tempo stesso roca prova vocale di Mistress Steva.
Ciò che stupisce è come questa band riesca a trattare temi horror dando ad ognuno di essi una connotazione molto personale ma al tempo stesso mai stucchevole né tantomeno scontata e noiosa. Questo nuovo lavoro è un vero e proprio “viaggio allucinante” nell’emozionante storia del demone minore Malchrum, a cui venne affidato da sua maestà Lucifero il compito di intrappolare un sacerdote in un peccato indicibile che lo porterà a subire la “dannazione eterna”.
Sin dalle prime note della titletrack il povero malcapitato ascoltatore piomberà nelle oscure tenebre e sarà letteralmente travolto da riff potentissimi, ma al tempo stesso estremamente oscuri e sulfurei che, certamente, non fanno presagire nulla di buono. Si prosegue alla grandissima con “Get On Your Knees”, caratterizzata da un vero e proprio duello sonoro tra basso e pianoforte che ci regalano riff carnosi, sensuali ma al tempo stesso quasi dissonanti splendidamente accompagnati dalla sensuale ed ammaliante performance vocale di Steva e da un ritornello che sembra creato appositamente per essere urlato a squarciagola in sede live. Un intro d’organo spaventoso, inquietante e terrificante introduce la splendida “Communion” per poi cedere il passo a riff molto più potenti ma al tempo stesso molto melodiche.
Ma le vere perle la band le ha tenute in serbo per il gran finale che si apre con “Oblivion”, traccia oscura e dannatamente gotica caratterizzata da un cupissimo intro di pianoforte che funge da tappeto sonoro per la deflagrante esplosione di riff velocissimi splendidamente orchestrati da quella macchina da guerra dietro le pelli che risponde al nome di Andrea “Frater Orion” Falaschi.
Una citazione a parte meritano sicuramente l’emozionante e dannatamente melodica “Sanctified”, brano che mette in luce la parte più riflessiva della band, senza però mai tralasciare il suo lato potente e “Mother of God”, una splendida traccia che miscela, alchemicamente, passione e melodia grazie anche ad un ritornello che entra subito in testa.
Non resta che fare, nuovamente, i complimenti ai Deathless Legacy per averci regalato un altro capolavoro che, assolutamente, non deve mancare nella discografia di coloro che amano ed adorano la musica di gran classe quella, per intenderci, con la M maiuscola.
Non vedo l’ora di poterli ricevere in sede live per lasciarmi, nuovamente, travolgere dalla loro deflagrante potenza ed energia.