Visualizzazioni post:263
Evento : The Dead Daisies Euro Tour 2025
Data – 08/03/2025
Luogo – Phenomenon Fontaneto D’Agogna (No)
Mi aspetta dell’hard rock a Fontaneto D’Agogna, vicino a Novara. Sono carico come una molla nell’ attesa di assistere a questo concerto che si preannuncia come una scarica di elettricità rockeggiante pronta ad incendiare il Phenomenon.
Arrivo in anticipo, forse troppo, e mi metto diligentemente in coda. La gente è visibilmente eccitata all’ idea di vedere i The Dead Daisies sul palco. D’altronde il supergruppo formato da David Lowy nel 2012 è sinonimo di eccellenza e garanzia di qualità. Non ci sono dubbi sul fatto che la loro prestazione sarà sicuramente ottima.
E la curiosità per gli italiani Nastyville è giustificata dalla presenza di persone davanti a me con maglietta e tatuaggio del gruppo nostrano.
Sinceramente i The Treatment non li conosco e mi sono ascoltato un paio di canzoni per la strada mentre raggiungevo il locale. Pezzi niente male che hanno aumentato la mia sete di rock e interesse nel vederli esibire dal vivo. Vedremo.
Hanno aperto il locale, puntuali, molto bene. Si entra e ci si sistema. E’ quasi ora del rock’n’roll.
Alle 19:45 si spengono le luci ed inizia lo show dei Nastyville. Voglio ascoltarli, vederli e viverli per bene, quindi mi sistemo davanti a loro pronto a cogliere ogni sfumatura della loro esibizione.
Davanti ad una già buona presenza di pubblico, i nostri attaccano subito forte con “Sex Crime” e devo dire che trovo la voce di Mark in gran forma. Da subito ha spinto quanto necessario nonostante i pezzi non siano proprio “semplici” per scaldare l’ugola.
Hanno la classica mezz’ora a disposizione e senza troppi fronzoli passano da un brano all’altro mantenendo la giusta carica per attirare sotto al palco anche i più timidi. Pure i bevitori distratti si avvicinano con il loro boccale in mano, segno che la band sta toccando le corde giuste. Da subito hanno la mia attenzione e dopo un paio di pezzi hanno l’attenzione di tutti.
“Esuberanza” è la parola d’ordine. Il palco lo sanno tenere bene e si vede. Dave si occupa degli assoli e Dega dei riff. Entrambi svolgono molto bene il loro ruolo accompagnati altrettanto bene da Christian alla batteria e da Carlo al basso.
Il live scivola via liscio e lineare. Non ci sono cali, anzi, più il concerto avanza e più la gente si esalta dalle “gesta” dei nostri prodi, che non accennano a mollare di un centimetro il loro territorio alla stanchezza.
Quando hai delle belle canzoni tutto viene più facile. E infatti con “No Papi No”, “Star Whore” (mi sono perso qualcosa? è il nuovo episodio 10?) e “Nerd Superfly” la band scatena il suo attacco frontale alla platea. Attacco pienamente riuscito.
La chiusura spetta a “Livin’ In A Mess” e non paghi di tutto quello che hanno dato, spingono ancora fino all’ultima goccia di sudore per poi congedarsi e godersi il meritato tributo del pubblico.
Purtroppo il tempo è tiranno. I cinque non riescono ad eseguire quello che sarebbe dovuto essere l’ottavo e ultimo brano. Peccato, l’avrei ascoltato volentieri.
Complimenti ai Nastyville, così si fa rock. E ora ragazzi sotto con le prossime date. Come stasera, non fate prigionieri!
Scaletta Nastyville
- Sex Crime
- I Can’t Stand Your Ego
- No Papi No
- Red, Black Or … Green?
- Star Whore
- Nerd Superfly
- Livin’ In a Mess
Formazione Nastyville
Mark Lee – voce
Dave Wild – chitarra
Dega – chitarra
Carlo Giordano – basso
Christian – batteria
E’ il momento dei The Treatment. Come detto in apertura non li conosco, sono curioso, ma non ho grandi aspettative. Quando ho saputo della loro presenza, mi sono chiesto: “E chi sono?” (non propriamente con queste esatte parole …).
Che bello andare ad un concerto da “ignorante” per quanto riguarda un determinato gruppo. Ed il perché è molto semplice. Se sono bravi rimarrai stupito.
Io sono rimasto scioccato.
Ad una prestazione di questa intensità era da un bel po’ di tempo che non mi capitava di assistere. Da quando sono entrati fino a quando sono usciti (e per usciti intendo anche quando hanno finito di smontare la loro attrezzattura) sono stati una cosa pazzesca.
Dalla loro hanno anche la relativamente giovane età per quattro di loro e la giovanissima per l’ ultimo arrivato, il bassista Bailey, che se non mi ha mentito quando gli ho chiesto quanto anni avesse, è appena diciassettenne!
Hard rock, rock’n’roll, chiamatelo come volete, ma questi hanno talento ed esperienza da vendere. D’ altronde sono in giro dal 2011 e hanno inciso già sei album. Questi dati non fanno altro che evidenziare la mia grave lacuna musicale verso di loro, ma vedrò di farmi perdonare ascoltando tutto l’ascoltabile al mio ritorno a casa.
Del concerto posso solamente dire che hanno fatto un’ottima scaletta pescando principalmente dall’ultimo album Wake Up The Neighbourhood, ma inserendo anche alcuni classici dei dischi precedenti.
La parte centrale con “Man on The Highwire”, “When Thunder And Lightning Strikes” e “This Fire Still Burns” è stata la parte del concerto che ha scatenato i corpi dei presenti in balli, grida, cori e ammiccamenti ai “bei” chitarristi che hanno infuocato la platea con del rock veramente travolgente.
Gran voce da parte di Tom, trascinatore del pubblico insieme a Tao, chitarrista di stampo rock nella tecnica e nell’atteggiamento, a petto nudo e tatuato. Il tutto ovviamente per la gioia di molte tra le presenti in sala.
Ma la nota di merito va al maratoneta Tagore. Chitarrista tarantolato che nel tempo a disposizione per il live ha percorso chilometri su e giù per il palco che manco Gattuso ai tempi d’oro.
Chiusura con la classica “Shake The Mountain” e saluti convinti da parte di tutti per quella che si può definire una prestazione maiuscola.
Inoltre molto simpatici e disponibili al banco del merch per le foto e gli autografi. I The Treatment si sono concessi a tutti, ma proprio a tutti quelli che, fino all’ultimo, hanno voluto approfittare della loro presenza per scambiare quattro chiacchiere e “raccattare” qualche cimelio.
Come avrebbe detto mia madre, bravi e belli.
Scaletta The Treatment
- Let’s Wake Up This Town
- Let It Begin
- Eyes On You
- Man On The Highwire
- When Thunder And Lightning Strikes
- This Fire Still Burns
- Bite Back
- Running With The Dogs
- Shake The Mountain
Formazione The Treatment
Tom Rampton – voce
Tagore Grey – chitarra
Tao Grey – chitarra
Bailey Richardson – basso
Dhani Mansworth – batteria
L’atmosfera è elettrica. Tutti guardano nervosamente l’ora aspettando le 21:30. Luci offuscate rosse, fumo, un’ombra che si accomoda alla batteria. E’ il momento.
Entra seguito da un boato David, subito dopo Michael e per finire Doug. Attaccano a suonare “Long Way To Go” e quando è il momento della voce, compare in un tripudio generale il buon John. I The Daisies, il rock al gran completo, sono sul palco.
Quasi tutti in perfetta forma fisica (John l’ho trovato un po’ appesantito, e lo dice uno che se intende …) hanno addosso quell’ aura che mette soggezione dovuta all’ incredibile carisma che viene sprigionato dagli elementi sul palco.
C’è poco da dire sui musicisti. Doug è in forma e si vede. Si muove con naturalezza sul palco e i suoi assoli sono precisi, ben eseguiti, insomma un piacere per le nostre orecchie. David nonostante sia australiano ha quel portamento classico da rocker americano navigato e vissuto. Nascosto dai suoi occhiali scuri macina riff a ripetizione e si concede anche un pezzo alla voce interamente cantato da lui, “Get A Hair-cut”. E se la cava egregiamente.
“Last Time I Saw The Sun” e “Light’em Up” sono le migliori della prima parte e, dopo l’assolo di Tommy della giusta lunghezza, sale sul palco in solitaria John con la sua chitarra. L’emozione ha toccato il culmine quando canta in acustico “Love That’ll Never Be”. Pelle d’oca.
E parlando di prestazione vocale, John è stato superlativo per tutto il concerto, coinvolgendo il pubblico e “obbligandolo” a godersi la serata. Cosa che tutti abbiamo fatto senza nessuna fatica.
Il motore ha di nuovo accelerato con “I’m Gonna Ride” e “Take A Long Line” e mi ha stupito il coro di Michael in tutte le canzoni. Oltre ad essere un eccellente bassista ha anche una voce notevole.
La presentazione della band è quantomeno originale e devo dire riuscita. Ad ogni componente presentato da John è stata accoppiata una canzone che l’artista introduce con il suo strumento e al quale il gruppo fa seguito suonando la cover per un minuto. Bella trovata.
Seconda parte con le cover. Si vede che si stanno divertendo e questo si riflette sul pubblico che respira quest’aria positiva e la trasforma in puro divertimento. Niente da dire, ci sanno fare.
Tempo di bis, due pezzi e via. Saluti e foto di rito. Che spettacolo gente. Chi ha assistito al concerto e dice di non essersi divertito o che i gruppi (o anche solo uno) non sono stati all’altezza, mente sapendo di mentire.
The Dead Daisies … che band!!!
Scaletta The Dead Daisies
- Long Way To Go
- Rise Up
- Dead And Gone
- Last Time I Saw The Sun
- Light’em Up
- Bustle & Flow
Assolo di batteria
- Love That’ll Never Be (Acustica, solo John Corabi)
- With You And I
- I’m Gonna Ride
- Take A Long Line
Band Intros: Highway To Hell, Living After Midnight, Heaven And Hell, Seven Nation Army, Whole Lotta Love
- Crossroads
- Goin’ Down
- Fortunate Son
- Get A Hair-cut (cantata da David Lowy)
- Mexico
- Midnight Moses
- Resurrected
- Helter Skelter
Formazione The Dead Daisies
John Corabi – voce
David Lowy – chitarra
Doug Aldrich – chitarra
Michael Devin – basso
Tommy Clufetos – batteria
LINK SITO WEB FACEBOOK INSTAGRAM
Serata da incorniciare.
Tre gruppi che hanno rappresentato la musica rock come si deve. Esibizioni travolgenti ed emozionanti che il pubblico ha entusiasticamente apprezzato e vissuto con grande trasporto tributando a tutte le band il giusto e doveroso riconoscimento. Il locale non era esaurito, ma poco ci mancava.
I Nastyville hanno portato sul palco quella sfrontatezza glam rock che ha acceso da subito gli animi e scaldato a dovere l’ambiente. Prova superata in scioltezza. Sono una sicurezza.
I Treatment sono stati una sorpresa clamorosa. Per chi non li ha mai ascoltati, vada immediatamente a recuperare gli album di questi giovanotti inglesi. E se ne ha l’occasione, li vada a vedere. Una potenza, una carica e una bravura live che ha dell’ incredibile. Mi cospargo nuovamente il capo di cenere per la mia lacuna gravissima di non averli mai ascoltati prima.
I The Dead Daisies sono semplicemente i The Dead Daisies. Cinque professionisti di livello altissimo che tali si dimostrano. E riescono comunque ad emozionare e a sorprendere ogni volta. Non è per niente scontato. Grandiosi.
Non resta che rientrare. Il sapore del rock è ancora bello frizzante nelle mie papille gustative. Ho ancora l’adrenalina in circolo ed è un bene perché mi accompagnerà nella mia oretta di viaggio per tornare a casa.
Un’ ora è sufficiente per ascoltare abbondantemente un intero album e gustarmi il viaggio di ritorno. Cosa metto? Death, thrash, heavy, power … no, stasera no.
Stasera solo rock’n’roll!!!