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Il rituale sciamanico degli Heilung fa tappa a Copenaghen, poco più di un mese prima dell’unica data italiana, prevista per il 27 aprile al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Potrebbe essere l’ultima occasione per vedere questa band in Italia nei prossimi anni, dato che il gruppo ha annunciato una pausa indefinita dopo l’attuale tour.
L’apertura di Eivør
Ad aprire il palco sono i faroesi Eivør. Imporsi come band di punta in un Paese ricco di musicisti come le Fær Øer richiede un talento solido, e a Eivør Pálsdóttir e compagni certo non manca. Tuttavia, nel grigio palazzetto del Forum, non si respira la stessa magia vissuta nel bosco di Copenhell 2024.
Sempre bravissimi, ma invidiamo chi potrà assistere al loro show in un luogo più intimo e raccolto.

La cerimonia d’apertura
Dall’oscurità emergono due sciamani che consacrano il bosco nordico ricreato sul palco, spargendo incensi con rami di betulla. I lenti fumi del braciere si intrecciano con i movimenti cadenzati di Kai.

Si aggiungono al palco i membri del villaggio: le donne, i guerrieri, i villici adornati da pitture corporee rituali. Velli, i tessuti grezzi, ossa, legno e pelle.
In circolo, mano della mano viene rinnovato il Credo pagano di fratellanza. Un rituale intenso e primitivo, spogliato degli orpelli del revival neoclassico e romantico.

Uno degli aspetti più affascinanti di questo progetto è proprio il tentativo, quasi archeologico, di riportare in vita un ritratto culturale il più possibile coerente con il lontano passato dell’Età del Bronzo nel Nord Europa, adattandola alla musica e a una messa in scena attuale.
Sin dagli esordi, questa è stata la linea tematica del gruppo. Kai Uwe Faust, tatuatore pioniere dello stile Old-Norse e appassionato di culture antiche, ha stretto un sodalizio con Christopher Juul, produttore e musicista, trasformando in musica molti dei principi sviluppati attraverso lo studio del tatuaggio nordico. Un’unione di temi e metodi autenticamente antichi ed estetica moderna.

Strumenti primitivi vengono usati per ricreare temi antichi, arricchiti da dettagli moderni capaci di esaltarne l’autenticità senza tradire il materiale di origine. La profonda voce di diaframma che guida il rituale sciamanico segue ritmiche di popoli antichi, ottenute dal semplice battere di legni ed ossa su scudi di pelle senza però disdegnare alcune costruzioni della canzone moderna.
Pattern ripetuti, impreziositi dal moderno dotwork, si adattano alla naturale irregolarità di una roccia, di un tronco, di un corpo.
La voce melodica di Maria Franz evoca suggestioni primordiali, pur senza rinunciare a tecniche vocali complesse e ricercate.

I guerrieri
Il concerto si sviluppa attraverso i riti dei guerrieri ispirati a ritmi tribali mitteleuropei, ma non solo. Asja introduce i lunghi corni e ritmiche che richiamano le sonorità mistiche del Mediterraneo orientale e del Medio Oriente. Urbani propone un passo di marcia preciso, riconducibile ai grandi eserciti organizzati del mondo latino.
La coreografia è quasi sempre funzionale a rendere le storie accessibili al pubblico: sul palco, i guerrieri si avvicendano in riti di iniziazione, invocazioni, marce e giuramenti ai loro capi clan. Il tema della guerra è stato centrale nella musica degli Heilung fin dagli esordi, ma lo show attuale lo arricchisce ulteriormente con influenze culturali più variegate e coreografie elaborate.

I riti antichi
Nella seconda parte dello spettacolo si passa alle tracce più eclettiche della band. Othan e Anoana creano un segmento introspettivo, dominato dalla voce di Maria. La preghiera alla dea Nikkal segna uno dei momenti più intensi dell’intero concerto, restando una delle tracce più affascinanti del progetto.
Tuttavia, è Elddansurin a scuotere l’intero set: i battiti sincopati dei tre percussionisti propagano onde fisiche che fanno vibrare la milza, intensificandosi ulteriormente con Hamrer Hippyer. La forza del beat incalzante e le luci pulsanti ora intese contro l’oscurità mi hanno riportato al sensazione di estatica saturazione provata durante l’esibizione bio-meccanica di Kai durante il Doom Rave di John Cxnnor.
Primordialmente inebriante.
Anche tra il cemento armato di Forum riusciamo a regredire alle nostre origini.
Quello degli Heilung è uno show unico, che va vissuto dal vivo per essere apprezzato appieno, fisicamente. Una sensazione organica e viscerale.
Il nuovo tour si distingue per una spiccata teatralità, con una particolare cura per luci e coreografie. Tuttavia, nello spettacolo visto al Forum, rispetto a precedenti esibizioni all’aperto, alcune sequenze sono sembrate compassate e meno naturali, ma forse é la location poco ispirata ha influito sulla mia percezione dell’evento.
Non nascondo una certa invidia per chi potrà assistere al concerto di chiusura a Dalhalla (Rättvik, Svezia), in un anfiteatro naturale immerso nei boschi svedesi: un appuntamento unico.

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Setlist
Opening Ceremony
In Maidjan
Norupo
Alfadhirhaiti
Asja
Svanrand
Urbani
Tenet
Othan
Anoana
Galgaldr
Nikkal
Elddansurin
Hamrer Hippyer
Closing Ceremony