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Sarà il mio debole per le distorsioni degli amplificatori Orange e sarà che lo stile della band inglese di Newcastle è un fine e ricamato minimalismo, Land Of The Blind rischia di essere un album godereccio assai.
Inoltre, leggo che, nel novembre 2023, la band si è recata agli Old Church Studios di Thropton, nell’estremo nord dell’Inghilterra, per registrare – con Adam Forster come ingegnere del suono e il batterista Nikky Watson come produttore – la fantastica sala con il reverb sacro della vecchia chiesa e l’atmosfera ultraterrena hanno permesso loro di immergersi completamente nella propria visione sonora.
“Cactus” è struggente e rocciosa: wow!
Un inizio di album inaspettato, giocato sulla dinamica ripetitiva e sul lamento vocale, non proprio il classico incipit Stoner.
La saturazione di “Tides” è al limite del cacofonico e ripropone la stessa tiritera accrescendo la mia angoscia: notevole.
Allora, è con “One Eyed Dog” che si comincia a fare sul serio. Perché i nostri ragazzi ci hanno preso un po’ in giro e non ci hanno servito subito il piatto forte… ma poi un fragoroso assolone ci accompagna sul precipizio finale! (Tra l’altro si fa apprezzare il videoclip per le sue luci e per la posizione delle riprese video).
Tuttavia, quando arriva “Northern Star“ e la voce intona ancora il maledetto Do4 dei brani precedenti, mi scogliono un po’… eh, sì… e così succede anche al pezzo seguente, ed a quello seguente… e allora si perde il mio entusiasmo. Entro in un tunnel ripetitivo dal quale solo “Fields Of Grey“ riesce parzialmente a farmi riprendere, ma sono già trascorsi 35 minuti…
In fondo, last but not least, vado a vedere il videoclip di “Riding The Low”, girato in un corridoio stretto e spoglio: il suo messaggio è chiaro. Evocativo: «Echoes of past and present fall in the void, the canon we know is destroyed». Molto bene. Molto attraente.
Peccato, però, si canti sempre su quella nota. Peccato davvero.
Nonostante l’album mi abbia illuso, i Dunes possono rappresentare un must per i fan dell’ondata nordica di sballati che navigano nel deserto come Dozer, Lowrider e Psychlona.