JON ANDERSON & THE BAND GEEKS – Live, Perpetual Change

Titolo: Live, Perpetual Change
Autore: Jon Anderson & The Band Geeks
Nazione: Gran Bretagna
Genere: Progressive Rock
Anno: 2025
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Jon Anderson – voce
Richie Castellano – basso, chitarra, tastiera e voce
Andy Ascolese – batteria, percussioni, tastiera e voce
Andy Graziano – chitarra e voce
Christopher Clark – tastiera


Tracce:

01. Yours Is No Disgrace
02. Perpetual Change
03. Close To The Edge
04. Heart Of The Sunrise
05. Starship Trooper
06. Awaken
07. And You And I
08. Your Move/ I’ve Seen All Good People
09. Gates Of Delirium
10. Roundabout


Voto del redattore HMW: 7/10
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Dopo l’uscita dell’ultimo album True, il cantautore e polistrumentista inglese Jon Anderson (ex Yes) e il suo gruppo di spalla, i The Band Geeks, pubblicano il loro primo album live eseguendo alcuni brani dell’era classica degli Yes degli anni Settanta. Live, Perpetual Change è registrato e filmato all’Aracada Theater di St. Charles, Chicago (Illinois), nel maggio 2023 durante il tour intitolato: Yes Epics And Classics. Per l’occasione, Jon e la sua nuova band eseguono dieci brani, di cui otto sono apparsi nell’album live del 1973 Yessongs, più “The Gates Of Delirium” originariamente preso da Relayer del 1974 e “Awaken”, estrapolato da Going For The One, pubblicato nel 1977. Il britannico, a ottant’anni suonati, continua ancora a sorprendere il suo vasto pubblico con una bellissima esecuzione di canzoni della sua vecchia amata e odiata band, che ancora lo assilla e lo stimola ad andare avanti. Naturalmente non ha più la verve di quand’era ragazzo, ma riesce ancora bene ad affrontare il palco con un’eccellente voce e un’ottima prestanza fisica. Se aggiungiamo che i The Band Geeks, guidati da Richie Castellano (Blue Öyster Cult), sono un gruppo straordinario, allora si capisce come la carriera musicale di Anderson sia ancora in netta ascesa. La sensazione immediata con l’ascolto del primo pezzo in scaletta, la robusta “Yours Is No Disgrace” è quello di udire delle sonorità e un ritornello californiano più che british progressive, ma è anche quella di ascoltare dei bravissimi artisti che sono all’altezza del compito, in quanto sono in grado di rifare rispettosamente e perfettamente canzoni create ben cinque decenni fa. I musicisti pescano il miglior prog rock dei mitici Yes principalmente da tre classici lavori in studio, come The Yes Album, Fragile e Close To The Edge, pescando anche l’epica e rockeggiante traccia, “The Gates Of Delirium” presa da Relayer e l’atmosferica traccia “Awaken”, caratterizzata da un vivace pianoforte e da un crescendo di riff chitarristici, come scritto prima estratta da Going For The One. Ovviamente, come da tradizione i brani sono molto lunghi e richiedono parecchia attenzione per capire la dovizia tecnica e i continui cambi di tempo di questi esperti e navigati musicisti, guidati dalla sublime e pulita ugola del cantante anglosassone, che rende il concerto e questa registrazione qualcosa di stupendo. Basti ascoltare i dieci minuti dell’arpeggiante e psichedelica, “And You And I”, per ascoltare la sua melodica freschezza vocale accompagnata da alternati cori e sovrastata solo dalle imponenti tastiere e in parte dalle leggiadre chitarre elettriche di Castellano e Graziano. Piacciono pure le travolgenti e inquietanti sei corde di “Close To The Edge”, canzone dalle venature pop ma comunque di alto livello e presentata pressoché identica all’originale. È inutile elencare le restanti song perché sono tutte dei pezzi da novanta degli Yes e per chi ama questo genere di musica caratterizzato da tecnicismi e armonie antiquate di synth e Hammond. Sicuramente un disco da ascoltare e avere per un meritato omaggio ad una leggendaria band in cui Anderson ha dato il meglio di sé e che ancora è in vita senza nessuna voglia di fermarsi. Sembra che Jon, con il suo nuovo gruppo, voglia prendere il posto dei suoi ex amici ma allo stesso tempo dimostrare come sia ancora attivo e creativo nel proporre della buona musica, come nell’ottimo disco solista dell’anno scorso. Purtroppo per lui gli Yes sono ancora vivi e vegeti e in giro per il mondo a deliziare i palati fini di quei supporters che li seguono dall’inizio dei tempi e che non si stancheranno di farlo fino alla fine della formazione britannica.

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