Limp Bizkit – Loserville Tour Unipol Arena


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Non c’è miglior cosa delle vacanze pasquali che prendersi del tempo per assaporare i ricordi e raccontarvi una serata storica. Mi riferisco al ritorno in Italia dopo nove anni dei Limp Bizkit in occasione dell’unica data italiana del Loserville Tour lo scorso 29 marzo all’Unipol Arena di Bologna. Pantaloni larghi, cappellino rosso degli Yankees, volti non visti da tempo, intere generazioni si sono dirette alla location, nonostante traffico e pioggia, pur di vedere i beniamini per alcuni della propria adolescenza. Diciamo che l’attesa ce la siamo sudata anche il giorno stesso del concerto visto che in apertura si sono susseguiti ben quattro artisti: Karen Dió, N8NOFACE, Ecca Vandal e BONES. Vi dico onestamente, anche se a malincuore, che mi sono passati tutti piuttosto inosservati anzi direi logoranti e dalle espressioni degli altri spettatori presenti era una cosa comune, ma per onore di cronaca ve ne parlo brevemente.

Karen Dió è una cantante e compositrice brasiliana conosciuta per essere stata la leader dei brasiliani Violet Soda prima del loro scioglimento nel 2021. Da solista ha continuato a scrivere canzoni punk rock sulla linea della sua formazione precedente e nel 2023 è uscito il singolo Sick Ride. Indiscussa la sua energia dal vivo ma per mio gusto personale classico punk rock senza onore e gloria.

N8NOFACE è un’artista statunitense, il suo è un set minimalista dove prevale la sua presenza e la sua strumentazione, il suo sound si divide tra l’hip hop e il synth/punk, basi apprezzabili ma fin troppo alienante.

Ecca Vandal è una cantante e rapper australiana di origine sudafricana con un album all’attivo, è l’unica artista a mio parere ad aver portato sul palco una proposta interessante, un mix di hip pop, alternative rock e punk trascinante, ideale per scaldare la serata.

E dopo Ecca Vandal eravamo fisicamente preparati per accogliere i nostri beniamini e invece no, ancora un’esibizione, in questo caso di Bones. Si tratta del progetto di Elmo Kennedy O’Connor considerato un pioniere dell’emo rap, per il suo sound contaminato da elementi provenienti dall’emo, dal metal e dall’indie rock. Mi dispiace ma l’attesa è scalpitante quindi prima finisci meglio è.

Finalmente il momento è arrivato ed è giunta l’ora di approdare a Loserville. I ragazzi si presentano in ottima forma, Wes Borland dimostra sempre il suo estro artistico oltre alle sue doti chitarristiche, Fred Durst non vuole essere scenicamente inferiore al suo compagno di avventura.  La scaletta ripercorre, come immaginavo e speravo, un’ora e mezza di grandi classici della band: da Break Stuff a Nookie a Rollin’ a My Generation a My Way a Faith cover di George Michael, perché a Fred Durst piace molto e tante altre. Il pubblico ha risposto con una carica esplosiva e i Limp Bizkit hanno apprezzato, mi sono quasi pentita di non aver scelto il pit, ma anche dalla tribuna centrale ci siamo fatti valere tra cori a squarciagola, gomitate e salti vari che avevo quasi paura sprofondasse la gradinata. Fortunatamente anche la qualità dei suoni è risultata all’altezza rispetto agli apripista dove i suoni all’estremo degli strumenti/basi hanno inficiato sulle voci, una realtà alla quale ultimamente assisto troppo spesso. In conclusione i Limp Bizkit ci hanno offerto il concerto che ci meritavamo oltre al bis finale in scaletta di Break Stuff, un tuffo nel passato e nel presente per ricordarci di essere sempre carichi e speriamo di non aspettare altri nove anni per rivederli dal vivo nel nostro paese.

Scaletta

  1. Break Stuff
  2. Hot Dog
  3. Take a Look Around
  4. Show Me What You Got
  5. Nookie
  6. Full Nelson
  7. Rollin’ (Air Raid Vehicle)
  8. My Generation
  9. Livin’ It Up
  10. Behind Blue Eyes (The Who cover)
  11. Boiler
  12. Faith (George Michael cover)
  13. My Way
  14. Break Stuff

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