K-TOWN Hardcore Fest 2023 – Il Punk Hardcore di Copenhagen
“I concerti punk a Copenhagen hanno un atmosfera speciale: in parte sono una festa, in parte sono una riunione di famiglia. Ad eccezione che sono una riunione di famiglia a cui si presentano solo le pecore nere”(Alexander Sjöberg, editore di “Living in the City”)
Seduti tra i graffiti della Ungdomshuset (casa della gioventú) di Copenaghen bevo birra e chiacchiero con Till, un ragazzo tedesco venuto da Lipsia. É con il suo gruppo di amici per K-Town (LINK) un festival annuale di Hardcore-Punk DIY (do it yourself – musica “fatta in casa”, ndr) organizzato e ospitato dalla Ungdomshuset.
Questo è Live Report di K-TOWN 2023. È il primo articolo per questo evento in HeavyMetalWebZine.it. Siate pazienti se spenderò qualche parola di troppo per contestualizzare questo festival. Metallari duri e puri, siate curiosi, in questo articolo ci sono sorprese anche per voi!
Locandina K-Town 2023. Disegno di Erik degli Hardå Tider
La Ungdomshuset
Arrivai a Copenaghen nel 2010. Ero uno studente squattrinato, gli affitti non sono bassi. Quasi incredulo trovo un appartamento nella zona nord (Nørrebro), vicino all’università. L’affitto è ottimo, lo prendo al volo.
L’appartamento é in un vecchio caseggiato di mattoni rossi di inizio novecento. Girato l’angolo, mi colpisce una spianata che interrompe la schiera di palazzine che costeggiano Jagtvej. Noto delle macerie tra il terreno incolto.
I miei colleghi di universitá sembrano un po´ perplessi per la mia scelta abitativa. Dennis, collega e compagno di tanti concerti, rompere il silenzio esclamando fiero: “La polizia mi ha manganellato proprio davanti a casa tua!”

Riaffiora la storia del cumulo di macerie. Fu la Ungdomshuset di Copenhagen. A giacere distrutta é una palazzina di mattoni rossi di quattro piani costruita nel 1897. Era la sede di una Union (sindacato/ dopolavoro), istituzioni molto comuni durante l’era socialista danese. Dal 1982 fu lasciato ai giovani come spazio autogestito. Il centro è sempre stato ben organizzato, diventando uno snodo importante nel network internazionale dei centri sociali.
Nel 2001 la municipalità mise in vendita l’edificio. La compra la Chiesa Libera Faderhuset: evangelici, bigotti e intolleranti. Iniziano gli scontri. I giovani reclamano l’edificio occupandolo. La polizia interviene per sgomberare. Le occupazioni continuano a susseguirsi per oltre cinque anni. L’eco di quello che sta succedendo mobilita Christiania, i centri sociali danesi e il network europeo. Il 16 dicembre 2007 un grande corteo invade Nørrebro. Giunto in prossimità della Ungdomshuset viene disperso violentemente dalla polizia. Barricate, auto e cassonetti in fiamme, lanci di pietre e vandalismi. La più grande rivolta nella Danimarca moderna. Si concluderà con la Ungdomshuset rasa al suolo e più di 180 arresti. Per chi fosse interessato a dettagli e fotografie consiglio questo LINK.

Le proteste continueranno davanti agli edifici governativi fino al 2008, quando verrà dato ai giovani un edificio nella zona di Bispebjerg (circa 5 km a nord dalla vecchia Ungdomshuset).
La nuova Ungdomshuset di Dortheavej
La Ungdomshuset di Dortheavej è un edificio di due-tre piani. L’aspetto è quello della piccola industria che ha caratterizzato questa zona durante gli anni ´80-´90. Gli ex-laboratori al piano terra hanno grandi finestre, alti soffitti e pareti in cemento ora completamente decorate da murales.

In quello che pare essere stato un magazzino è ottenuta la sala concerti. Un’alta balconata metallica la circonda su due lati, qui è esposta una galleria fotografica della ventennale di K-TOWN (2021).

L’edificio basso ospita la famigerata Dødsmaskinen (La Macchina della morte). Un interno storicamente utilizzato come sala secondaria per i concerti. Quando visitai per la prima volta la Ungdomshuset i concerti in questa sala erano mortali: poca aria, tanto sudore e una spessa cappa di fumo. Un pogo così stretto tra le pareti da non poter fisicamente cadere: chi perdeva il contatto col terreno continuava ad ondeggiare impaccato tra i corpi. A K-TOWN 2023 la Dødsmaskinen ospita un simpatico baretto e un DJ-set con punk melodico, rockabilly e post-punk. Si beve e si balla, é area vivace e piacevole.

La piazzetta di fronte alla sala concerti è il principale ritrovo dei partecipanti, vi sono chioschi con cocktail, birra e bevande analcoliche. Cibi e bevande si possono anche portare da fuori: il benzinaio ad angolo sforna hot-dog senza sosta, il supermercato di fronte provvede ad ogni altro gusto.
L’evento tradizionale di K-TOWN è la Bike Wars, una battaglia su biciclette modificate. Chi cade o ha il proprio mezzo troppo sfasciato per muoversi perde, non ci sono altre regole. Una pila di rottami di biciclette e un laboratorio con fiamma ossidrica sono a disposizione di chi vuole costruirsi il proprio destriero. Bevo con un fabbro tedesco, lui ha preferito costruirsi una pesante ascia da battaglia saldando rottami arrugginiti. Non temo assolutamente per la mia incolumità.

Il festival di KTOWN e la sua comunitá
Negli ultimi 20 anni KTOWN è stato il principale motore per la scena Punk Hardcore a Copenhagen. Le radici di KTOWN sono fortemente legate allo spirito di collettività e cooperazione della Ungdomshuset, rispecchiano i valori seminali del punk di Copenhagen. Impegno politico e uguaglianza hanno caratterizzato lo sviluppo del punk cittadino, soprattutto nel periodo di socialismo scandinavo degli anni ‘80-’90. Parafrasando Birgitte (una delle mie consulenze): “Durante il socialismo, in pubblico ci si sentiva in dovere di parlare di politica e protesta sociale. Ma tornati a casa, si era individui e si cantava quello che ci piaceva, senza problemi”.
Tornando a KTOWN nel 2023, dopo molti anni di assenza, trovo un ambiente rinnovato e rilassato. Tanti giovani e un grande senso di libertà, anche ideologica. La politica sembra nascondersi timida nel sottobosco: é trattata come un elemento divisivo, e qui si ha solo voglia di sentirsi uniti.
Molte persone che ho incontrato al festival metal di Copenhell le ritrovo qui, con le loro magliette dei gruppi metal. L’estetica punk, metal, straight-edge, queer e alternativa si fondono senza frizioni. I tempi delle lotte tra le tribù del rock sembrano non essere mai esistiti. L’aria è fresca e leggera.
Il pubblico é molto internazionale. La partecipazione femminile nel punk in Scandinavia é molto forte; tantissime ragazze nei gruppi che suoneranno, tra i volontari e nel pubblico. L’influenza della cantante Nina Hagen nella cultura punk danese degli anni ’80 e ’90 ha polverizzato le divisioni di genere con decenni di anticipo. Qui si é alla pari, senza eccezioni.
L’ambiente di K-TOWN 2023 visto dai suoi protagonisti
A margine del Festival incontro Christina Carlsen, bassista degli Indre krig (LINK) e Salomon Segers, cantante dei Night Fever (LINK). Loro sono parte della comunità della Ungdomshuset (che ospita e organizza questo evento, ndr), hanno vissuto in questo ecosistema fin dai tempi di Jagtvej.
Lascio che siano loro a raccontarvi di K-TOWN e della Ungdomshuset.
(ndr, il riassunto viene da due differenti interviste, avendo parlato con Christina in un momento frenetico sono costretto a parafrasare brevemente le sue risposte)
D: “Come è cambiata la hungdomshuset e KTOWN da Jagtvej alla attuale edizione in Dortheavej?”
Christina: “Dortheavej é un nuovo spazio ma lo spirito della Ungodomshuset e K-TOWN è rimasto uguale, siamo la stessa comunità in cerca di spazi liberi da autogestire”
Salomon: “Ci è voluto un po’ ad adattarsi alla nuova Ungdomshuset. Per me, la vecchia Ungdomushuset era un posto speciale, vi eravamo molto legati. Tra l’altro si è giunti a Dorthevej attraverso un periodo pazzesco di violenza e auto in fiamme! […]. In Drotheavej ritrovo gli stessi valori della Ungdomshuset di Jagtvej. In fondo è la stessa comunità di Jagtvej a far funzionare Dortheavej (e ad organizzare K-TOWN, ndr). Abbiamo solo spostato l’indirizzo. […] Peró, nonostante i nostri valori non siano cambiati, ci sono sempre nuove persone che arrivano e portano novità nella scena di KTOWN. Chi viene da noi con la sua musica e le sue idee non viene mai fermato ne´ respinto. Sono liberi di fare quello che vogliono fare, ed è così dovrebbe sempre essere.
D: “Cosa rappresenta oggi K-TOWN per questa gente?”
Christina e Salomon sono concordi: “È il nostro modo per tenere vivo lo spirito della nostra comunità”
D: Arrivando a KTOWN 2023 dopo molti anni di assenza ho trovato un ambiente piú disteso, molto poca politica e molte tematiche ambientali, cosa ne pensi?
Christina: “Personalmente ritrovo ancora gli stessi valori del passato, siamo sempre stati molto aperti e tolleranti, e non noto differenze in questo”
Salomon: “Non credo che il background politico e sociale sia cambiato, semplicemente potrebbe essere un periodo in cui la politica ha meno peso. La rilevanza dell’impronta politica nella Ungdomshuset é stata molto fluttuante negli anni, va a periodi alterni: momenti in cui se ne parla molto, momenti in cui si lascia in sottofondo. […] Dal mio punto di vista le odierne tematiche ambientali sono sempre state parte del punk scandinavo, non ho notato differenze in questo.”
D: “Quale cambiamento hai sentito dal 2005 a oggi nella società di Copenhagen?”
Christina: “La gente oggi è più individualista, c’è meno spirito di gruppo”
Salomon: ” Tra il 2000 – 2015 Copenhagen è cambiata molto. Nørrebro (il quartiere nord con Jagtvej) e Vesterbro (la zona a ovest del centro) erano meglio a mio parere: erano più autentiche, forse anche grazie all’influenza della Ungdomshuset. Oggi la gentrificazione (gerentrification, borghesizzazione della popolazione spesso dovuto ai prezzi immobiliari crescenti, ndr) di questi quartieri ha cambiato molto il loro vibe. […] Oggi trovo molta gente piú superficiale e meno interessante, spesso anche meno sincera. ”
Il manifesto di KTOWN 2023
Le 5 regole della Ungdomshuset sono i principi fondanti anche in questa edizione:
- No razzismo
- No sessismo
- No omofobia o heterofobia
- No droghe
- No violenza
Estraggo alcuni dei punti dal manifesto di KTOWN 2023:
- Siamo e saremo sempre un festival 100% di volontari e non-profit.
- Siamo fieri di essere parte di una ambiente che abbraccia la diversità […], insieme possiamo creare una comunità dove tutti sono benvenuti. Per favore mantenete il festival un ottimo posto dove stare e divertirsi con gli amici vecchi e nuovi.
- Assolutamente non portate animali, né legateli fuori. Lasciateli a casa
- Se vedete qualcuno essere importunato o assalito contattate il nostro team: siamo pronti a sbarazzarci degli idioti
- No droghe. Abbiamo già sperimentato nella nostra comunità cosa produce l’essere aperti alle droghe. Non è una questione ideologica ma pratica *
Il festival è organizzato e assistito solo da volontari, ma l’organizzazione è professionale, i servizi sono ottimi e l’area tenuta pulita anche tra i concerti. Si nota un grande sforzo per mantenere questo ambiente sicuro e inclusivo.
* Rispetto alla politica No Droghe: questo sembra richiamare l’attuale problema di Christiania, una comunità Hippy. In questo quartiere autogestito è permesso l’uso e vendita di droghe leggere. La crescente richiesta di droghe da parte dei visitatori ha trasformato alcune zone di Christiania in un piccolo mercato. Purtroppo a sfruttare il business sono bande criminali. Questo ha provocato sanguinose guerre tra bande, e ancora oggi si registrano episodi di violenza. La pacifica comunità di Christiania condanna fortemente questi episodi e sta pensando seriamente ad una regolazione “No Droghe”. Le bande sono forti, ricche e armate; non hanno intenzione di perdere la loro “zona franca”. Vedremo come andrà a finire…
I concerti
KTOWN è da sempre un festival internazionale, come lo é il network della Ungdomshuset.
Aprono i Belgi Burning Kross. Un hardcore molto old-school ed arrabbiato, ma tutto sommato piacevole e ben suonato. L’atmosfera è molto rilassata.
Incontro una coppia di croati, sono venuti per assistere al concerto dei Mizerija. La band di Zadar mi convince. Melodici e freschi, trasmettono energia positiva. Influenze pop e new-wave rendono il concerto molto godibile. La cantante sul palco si adatta bene a questa atmosfera: trasmette passione e connette con il pubblico in maniera quasi affettuosa. Quando parla al pubblico tradisce l’emozione con un po’ di timidezza. Quando canta cambia tutto: la voce si sente forte e decisa. Tra i temi spuntano anche romanticismo e ambientalismo, sento la leggerezza di essermi lasciato ormai alle spalle le supercazzole sulla lotta di classe. Questo è il Sangue Nuovo, non ha bisogno di nascondersi dietro ideologismi, siamo lontani anni luce dai grugni duri! Li riascolterei in qualsiasi momento, piacciono e divertono.

Suonano gli Indre Krig: aprite il vocabolario sulla voce “punk scandinavo” e trovate una descrizione migliore della mia. Per chi non avesse chiaro il concetto: canzoni corte, batteria veloce e voce graffiante. Qui a K-TOWN2023 hanno suonato un hardcore veloce e impegnato, il vero Punk Hardcore stampato Copenhagen. La forte partecipazione pubblico e la continua interazione dal palco hanno reso il concerto molto energico. la voce potente della cantante ha trascinato un pogo entusiasta, ma anche molto rispettoso della propria comunità. Alla fine del pogo tanti abbracci, ci si sente in famiglia.

I Pleaser (LINK) sono pronti sul palco. Mancano le due cantanti e chitarriste. Le due ragazze si presentano sul palco in vestito bianco da sposa con velo. Sorrido pensando sia solo una scenetta stupida. Iniziano a suonare: non sono venute a fare i pagliacci. Mi viene spalata in faccia tutta loro energia e sono messo nell’angolino della vergogna. I Pleaser sono credibili: sono la musica che fanno, non sono macchiette. Non sono l’unico a pensarlo, mentre scrivo loro suonano al Roskilde Festival (il più grande festival del nord Europa). Il pogo è animato e si diverte: le botte non mancano, ma neppure abbracci e sorrisi. Si percepisce l’energia e la fisicitá, ma non la violenza. Quando i veli vengono lanciati sul pogo i kids sudati si divertono e ci divertono. Il vibe é molto positivo, tra il pubblico ci si sente uniti da questa musica. Queste ragazze non hanno paura cantare contenuti attuali e emozioni, l’energia positiva non fa più paura alla scena hardcore.

Parliamo della loro musica: in apparenza il gruppo suona un punk melodico, si nota una leggera vena pop. La melodia è di ottima fattura e si fonde senza snaturare la forza grezza del punk. Tra le note peró si insinuano dei dettagli tecnici e ritmici inaspettati. Qui c’é anche qualcos´altro sotto il cofano delle apparenze. In alcune tracce le due voci cantano impostate, seguendo il ritmo con cadenza ripetitiva, quasi come in una veloce cantilena. É punk, ma sembra richiamare schemi del black metal “rituale”. Non basta, nel recente concerto al festival di Roskilde 2023 i Pleaser ha aggiunto un saxofonista alla loro esibizione: il risultato di questo esperimento é stato vincente. Roskilde é ancora il festival della sperimentazione e del alternative underground. Il rinforzo della componente melodica attraverso l’ottone a plancia é stato funzionale ad accattivare il pubblico variegato della scena alternativa, senza sfociare in un suono frivolo o banale. La versatilitá di questo gruppo sorprende ad ogni concerto, incredibili!
Invitateli a suonare in Italia e cambiate idea sul punk autoreferenziale e ingessato a cui siamo stati troppo spesso abituati.
Il giorno successivo all’esibizione incontro Sophie, cantante dei Pleaser. Noto che porta una tote bag (borsa in stoffa) di Metal Magic. Un festival di metal duro e puro! Ebbene si! suoneranno a Metal Magic!
Scopriamo che Sophie suona anche con un gruppo metal: le Konvent. Io e Davide (l’inviato che avete visto nelle dirette di Copenehell, oggi con me per la Bike Wars, ndr) ci guardiamo increduli. Chi ha seguito gli articoli di Davide su heavymetalwebzine.it già conosce questo gruppo. Blackened Death Metal, una tecnica ottima e un growling profondo, come se ne sentono pochi. Stupendamente terrificanti. Senza dubbio una dei nostri gruppi preferiti. Ho mille domande, ma inevitabilmente spiraleggiamo in profondi discorsi esistenziali come solo gli ubriachi sanno fare.
Non la lascio scappare, l’intervista è solo posticipata.
Molti degli elementi descritti nella musica dei Pleaser risuonano nella musica dei danesi Planet Y, un gruppo punk melodico fortemente contaminato dal pop. Loro sono tra i pionieri per le tematiche ambientali nel punk odierno in Scandinavia. Purtroppo mi perdo il loro concerto, ma la loro musica risuona nella mia testa, sembra confermare l’aria di rinnovamento che si respira.

Cito tra gli altri gruppi che hanno suonato i Kohti Tuhoa. Questo gruppo ha portano una musica grezza, condita da un po di salsa metal finlandese, interssanti. Si alterneranno sul palco del festival anche gli svedesi Prisäo e Genöme e gli australiani Punter. Non vi assillo, li lascio scoprire a voi.
Apprezzo l’esibizione di Hævner. Inizialmente un pó insicuro con la voce, si riprende bene e ci riporta ai tempi di Berlino. L’estetica e la presenza sul palco é azzeccata per un concerto piú composto e riflessivo dei precedenti. Ció nonostante, l’energia e la partecipazione del pubblico non manca: il pogo suggella un buonissimo concerto.
Con Hævner si nota come l’influenza di David Bowie ha segnato il post-punk locale, questo è funzionale a chiudere il circolo di un festival vario e inclusivo delle tante sfaccettature del punk danese.
Tornare alla scena punk/hardcore dopo anni di assenza mi ha riservato interessanti sorprese. Vale la pena tenere d’occhio l’evoluzione del DIY danese, qui si continua a creare musica di rilievo. La varietá della musica sentita e della gente incontrata trascende la piccola nicchia di “Punk/hardcore Tradizionale” e mostra un apertura verso generi molto vari. Nonostante ció, Il tempo non ha snaturato il senso di comunitá di questo festival e l’atmosfera speciale dei concerti punk danesi: dopo il pogo ci si abbraccia ancora.
BIKE WARS!
Quello che tutti aspettate. La distruzione!
Pomeriggio assolato, incontro Davide (l’inviato alle dirette di Copenhell 2023). Entriamo in un complesso industriale dismesso riconvertito a skate park.
Da un camioncino trasformato in palco il punk non si ferma. Le Jakobe graffiano gridandoti in faccia la loro musica. Sono giovanissime, irradiano un’energia grezza ed incontaminata. Passeranno il testimone ai tedeschi Urin, un ritorno alla Berlino punk degli anni ‘90.
Siamo a un grande pic-nic tra amici, rilassati a godere la giornata di sole: si chiacchiera, si ascolta la musica, si beve, si gioca con le biciclette fatte durante il festival. L’ambiente é semplice e sereno come un pomeriggio al parco. Una pacifica armonia circonda quella che diventerà l’arena di battaglia.
Le bicilette si scaldano.
Si parte con la giostra dei cavalieri. Biciclette rialzate saldando due telai si sfidano secondo il codice cavalleresco. Le lunghe lance sono le sole permesse in questa sfida, disarcionare l’avversario vale la vittoria.

Segue la sfida tra carri da battaglia.
Lo spiazzo centrale diventa un MadMax di tricicli creati dalla spazzatura saldata. Spuntano mazze arrugginite, spranghe, padelle trasformate in kusarigama e oggetti contundenti di ogni tipo. Gli unici a farsi (poco) male sono i picchiatori: non tutti i forgiatori hanno avuto l’accortezza di preparare manici attutiti. La pelle delle mani salta sotto i contraccolpi dei pesanti metalli grezzi battuti con ferocia. Questo non scontenta i martellatori.
Le immagini sono meglio delle parole. A voi lo spettacolo del carretto che ha dominato questa edizione. I raggi della ruota del contendente collassano sotto i colpi del rostro arrugginito, la vittoria é conseguita.
Parta trionfale per il vincitore, smembramento selvaggio per il perdente.
Si passa alla pira sacrificale. Le carcasse metalliche dei mezzi perdenti vengono impilate e storpiate dai selvaggi battitori. Spunta anche la perfida ascia da battaglia del fabbro tedesco. La patina di ruggine punk é marcia. Le corone di biciclette saldate sulla coda della lama la rendono uno sfregiatore malefico. Steampunk: gli ingegni di freni, cambi e catene ne decorano l’asta. Il grezzo cuoio che ne copre il manico è primitivo. Un’opera d’arte meccanica neo-barbarica. Il suo peso la rende distruttiva ma poco maneggiabile. Alti colpi caricati da sopra la testa piegano i telai metallici.

È ora di concludere il sacrificio. Viene buttato liquido accendi-fuoco sulla pila di carcasse di biciclette. Le fiamme prendono, ma non nutrite rimangono basse. Viene quindi lanciato un materasso imbevuto di liquido infiammabile. Ora la pira è degna di un funerale vichingo. Una scura colonna di fumo si alza a celebrare la fine di Bike Wars 2023.

Consigli per gli acquisti
This is Copenhagen – A Punk Rock Manifesto 2009 – 2019 è un’ottima compilation su vinile con il meglio del nuovo punk di Copenhagen. Sono inclusi anche gruppi eclettici, cold-wave e post-punk. Tra questi tanti gruppi da tenere d’occhio come: Night Fever, Motorsav, Melting Walkman e Ond Tro. La versione correntemente disponibile è una seconda stampa in GateFold. La prima stampa in sleeve con libretto di venti pagine è a volte disponibile nel mercato privato dei collezionisti.

Un ringraziamento a Davide Bonavida per l’aiuto e alcuni dei video, a Lasse Lading e Birgitte Kromann per la scolarizzazione sulla storia del punk di Copenhagen. Un ringraziamento a Salomon Segers e Christina Carlsen per la loro disponibilitá nel raccontarmi le loro storie sulla Ungdomshuset.