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Certo che ci vuole del coraggio a chiamare un gruppo di black/death bestiale Malthusian! Se ben ricordate, l’economista inglese del ‘700 Thomas Robert Malthus è colui che affermò che la popolazione umana cresce a una velocità spropositata rispetto alle risorse naturali. Così, per evitare la penuria dei generi di sussistenza e quindi l’arresto dello sviluppo economico con annesse guerre e carestie, Malthus propose il controllo delle nascite. E i temi lirici dei Malthusian ruotano appunto attorno a queste inquietanti ma realistiche teorie, trasmettendole inoltre efficacemente con una musica terrificante, tanto che durante l’ascolto ti aspetti che da un momento all’altro ti si apra un buco nero sotto i piedi. Perchè, sul serio, i Malthusian ti fanno entrare in una dimensione da incubo.
La musica che questi irlandesi vomitano con estrema ferocia è un black/death metal bestiale dai toni apocalittici e folli, quindi siamo dalle parti dei Portal e degli Impetuous Ritual. Roba caotica che si nutre di canzoni lunghissime (“Wraith/Plague Spore” infatti dura otto minuti mentre la seguente “The Mother’s Blade” raggiunge addirittura i dieci!) nelle quali tutto congiura contro i timpani dell’ascoltatore, destinati ad essere martoriati attraverso strane parti doom (come la lunga e disperata introduzione di “Wraith/Plague Spore” o il finale allucinato, paranoico e sempre più lento di “The Mother’s Blade”) e assalti all’arma bianca a volte tremendamente schizoidi, senza contare l’ottima alternanza fra grugniti bassissimi ed urla così demoniache da essere addirittura incontrollabili, come nei primi secondi di “Hallucinogen”. E non dimentichiamo neanche un uso sempre accorto della chitarra solista capace, con poche note, di rendere la musica più atmosferica o persino più malata. Ma attenzione, da queste parti non vi è nessun assolo, gli sfoggi di tecnica non interessano ai Malthusian.
I loro pezzi tuttavia sono ben strutturati e imprevedibili ma senza essere pesanti come negli inglesi Abyssal. I Malthusian sono molto attenti a creare tensione nell’ascoltatore visto che sanno esattamente quando pestare e quando decelerare, quindi c’è un ottimo equilibrio fra le parti veloci e quelle più lente. Ciò nonostante, l’ascoltatore non riesce ad avere un attimo respiro, questo grazie ad una produzione sporchissima e catacombale, che impone sempre a chi ascolta un’attenzione totale.
In ciò il disco assomiglia molto al capolavoro “Oath Of The Abyss” degli americani Ritual Necromancy, anche perchè pure qui la batteria non è stata messa in buona evidenza.
L’attenzione totale di cui sopra viene spesso ostacolata dalle frequenze alte della produzione, ragion per cui la musica dei nostri ti stritola così tanto che dopo soli 24 minuti (la lunghezza di “MMXIII”) le orecchie sono stanchissime. Però è così bello ma allo stesso tempo così pericoloso farsele distruggere dai Malthusian che non si può non ascoltarli di nuovo. Devo ammettere comunque che una sera, dopo aver ascoltato il disco, mi sono messo a guardare i cartoni di Boing per riprendermi dal terrore che mi è preso con i Malthusian!
Tutto questo fa dell’opera prima di questi irlandesi uno dei più bei dischi del 2013. Oddio, “MMXIII” non è proprio un disco, visto che è stato pubblicato in cassetta dalla connazionale Invictus Productions, che ha fra l’altro in scuderia anche gli Zom, altri trafficanti di black/death bestiale che confermano l’ottimo stato di salute attuale della scena estrema irlandese, che non è mai stata così importante come oggi. Però, cacchiarola, le teorie di Malthus, se messe nelle mani giuste, diventano sul serio terrorizzanti!
Tracklist:
1 – Wraith/Plague Spore
2 – The Mother’s Blade
3 – Hallucinogen
Line-up:
MB – chitarra/voce
AC – chitarra/voce
PG – basso/voce
JK – batteria
FacebooK: https://www.facebook.com/malthusianDM
Etichetta Invictus Productions – http://www.invictusproductions.net/