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E’ vero, è passato un po’ di tempo dalla mia recensione riguardante l’interessante ma un po’ deludente “Fratricidal Concelebration” dei Lectern ma, finalmente, eccovi qui la loro intervista. Rispondono il cantante/bassista Fabio Bava (leader da sempre del gruppo), il chitarrista Pietro Sabato e il batterista Marco Valentine. Buona lettura!
Allora, prima di cominciare l’intervista, presentate i Lectern ai lettori di HeavyMetalWebzine.it.
Fabio: Siamo una death metal band composta come trio almeno in questo momento, in futuro chissà. Siamo comunque alla ricerca di un secondo chitarrista che abbia tutti i crismi del caso, inutile ripeterli!
La band fu fondata per la passione per il death metal classico e il brutal in voga negli Stati Uniti dall’ondata del 1990 in poi.
Prendi gente come gli Obituary ancora lì dal 1989 se non prima! Avevano avuto la brillante idea di estremizzare il thrash metal dando di fatto seguito a correnti come il grind ed il black metal. La cura dei suoni, dell’immagine e delle copertine era qualcosa di fenomenale rispetto a quanto sentito negli anni ’80. Nessuno aveva ancora avuto il coraggio di incattivire l’heavy metal dei Judas Priest, Saxon ed Iron Maiden. Nemmeno i Venom ed i Motorhead erano consapevoli di aver ulteriormente imbastardito il sound degli anni Settanta di Black Sabbath, Led Zeppelin e Deep Purple.
Il genere lo mantieni dall’interno. Sono i deathsters che contribuiscono a salvaguardare il death metal con le bands che suonano questo genere. Poi vedi gruppi, che nemmeno si sciolgono, cambiano genere pur essendo partiti appunto dal death metal ma per arrivare al rock. Non credo che sentiremo mai i Rush diventare un gruppo death metal ma sempre ancorato al rock progressivo, e sono più anziani di gente che non capisco come faccia a darsi all’avantgarde, cambiare look e logo, ma chiamarsi ancora come quando faceva death metal! Che cazzo è? Che cazzo succede?
Ecco perché odierò per sempre i Metallica che hanno fatto lo stesso col thrash metal da “Load” in poi, per poi venirci a leccare il culo con “Death Magnetic”. Voglia di nostalgia, taglia e incolla un riff di “Master Of Puppets” ed un assolo di “Ride The Lightning”.
Personalmente, ho sempre adorato i primi Slayer e i Possessed, altri mostri storici della Bay Area come Testament ed Exodus che ancora oggi spaccano il culo senza vendersi, anche con dischi discutibili ma la stima sta tutta lì!
Perché avete impiegato la bellezza di ben quindici anni per pubblicare l’album di debutto? E a cosa è dovuto il vostro silenzio discografico fra il 1999 e il 2010?
Fabio: La band nacque davvero per caso e fu messa nel dimenticatoio molto presto. All’epoca si registrava ancora su bobine, parlo del 1999 e abbiamo ultimamente recuperato e pubblicato questi tape e dat online. Alcune foto sono state postate sulla nostra pagina Facebook.
Inoltre ho sempre avuto problemi con le persone, la continuità della proposta è sempre stato un qualcosa di sconosciuto per certe persone. Ecco spiegata l’assenza dalle scene e gli innumerevoli cambi di line-up, a discapito di quello che dica o pensi la gente! A me, come al solito, non me ne fotte un cazzo!

Finalmente, a inizio 2015, è uscito il vostro album d’esordio, “Fratricidal Concelebration”. E subito è stato censurato per la sua copertina facendolo così ristampare con un’altra pochi mesi dopo. Ma, più precisamente, qual è stato il problema? Copyright?
Fabio: Top secret!
Pietro: Sì, è stato per un copyright, anche perché siamo andati ad informarci bene su quell’immagine e non aveva i diritti e mai era stata utilizzata. E invece dopo aver speso soldi per la stampa, ecco che arriva un’email in cui devi buttare tutto e rifare da zero le cose! Ma questa volta ci siamo presi un artista di talento come Rudi dall’Indonesia che disegna artwork per sole band brutal death metal, perché non pensarci prima allora!
Fabio: Ecco fatto! Adesso non è più un segreto!
Come siete riusciti a trovare un contratto con la statunitense Sliptrick Records? Ho visto fra l’altro che quest’etichetta ha veramente un ricco roster.
Fabio: Se vuoi riesci, il motto suona più o meno così. Più rompi i coglioni a tutti, più hai possibilità di racimolare qualcosa. L’ho sempre detto: se spari nel mezzo, qualcuno prima o poi, lo becchi!
Pietro: Ne abbiamo sentito parlare, abbiamo inviato l’EP “Lectern” e ci hanno subito contattati. Erano davvero interessati a noi.
Parliamo ora della vostra musica: voi suonate un death metal per certi versi particolare perché da un lato è molto radicato nella vecchia scuola statunitense ma dall’altro è parecchio complesso e poco digeribile come si confà più al death metal tecnico. Siete d’accordo? Ma perché suonare ancora questo tipo di death metal nel 2016? E, come è scritto nel booklet, cosa volete dire con la frase non esiste nessun death metal vecchia scuola perché non esiste nessuna nuova scuola death metal?
Fabio: E’ una passione, come la squadra di calcio, il cibo, l’alcol e le belle ragazze! Uno stile di vita, come essere vestiti sempre di nero, capelli lunghi e New Rock anche quando vai normalmente al lavoro, per i soldi che devi reinvestire nei Lectern e strumentazione. Ci sono cose nella vita di ognuno di noi, che si chiamano passioni. Per me il death metal classico americano è questo! Lo ascoltai e mi rapì l’anima! E non l’ho più lasciato! Lo associo a Satana, all’idea di morte ed all’arte funeraria dei cimiteri. Tecnici non lo siamo proprio, facciamo musica, non matematica!
Devo dire che sei un attento osservatore, hai letto tutto il booklet! Certo se si esalta la vecchia scuola essendo ancorati ad essa in tutto e per tutto, non potrà mai essercene una futura nuova!
Marco: Il Nostro death metal potrà sembrare poco digeribile e tecnico ma, onestamente parlando, io alla batteria non sono molto bravo, mi ritengo scarso e senza alcuno stile particolare. Tendo a creare fill e pattern che sento stare bene con il riff e basta. Principalmente suoniamo questo genere, nonostante abbia i suoi quasi trenta anni, perchè come tutto il metal ha tanto da dire, è un ottimo mezzo per esprimere il proprio parere sul mondo e tira dritto senza bisogno alcuno di abbellimenti o melodie. E’ paragonabile ad un sempre efficace calcio nelle palle, tanto per intenderci!
Pietro: L’album lo ha scritto Enrico Romano e, devo dirlo, è molto più tecnico lo stile in questo album che nel genere che dovevamo ottenere. Per il resto è un buon album e ha avuto molte recensioni positive.
Per me vuol dire che la scuola death metal sei tu stesso, perché è grazie a te, alla tua rabbia e cattiveria che riesci a tirar fuori questa musica.
A quanto mi risulta, poco dopo l’uscita dell’album se n’è andato dal gruppo il chitarrista Enrico Romano, il quale è stato sostituito da Fabio Mariantoni degli Infernal Angels, che a sua volta non fa più parte del gruppo solo da qualche mese. Ma perché i Lectern sono da sempre caratterizzati da questi continui avvicendamenti in formazione? E come mai avete deciso di rimanere un trio?
Fabio: Perché avere a che fare con me è davvero una faccenda impossibile!
Marco: L’instabilità precedente all’album derivava di certo dalla totale mancanza di dedizione alla band. Enrico dovette lasciare non per poco interesse ma per motivi di lavoro che lo avrebbero tenuto lontano dalla Capitale. Di base non c’è un litigio ma sono state questioni di priorità personali, stessa cosa vale per Fabio. Per ora siamo un trio e sono rimasti i più dediti al progetto finora, ma stiamo comunque cercando un quarto. Per l’apocalisse servono quattro cavalieri fino a prova contraria, no?
Pietro: Alcuni non potevano sostenere le spese della band, altri sono voluti andare a lavorare in altre città e ciò impediva loro il continuo contatto diretto con la band. Negli ultimi chitarristi ho sentito le solite frasi: “sempre uniti” ma sono stati loro i primi ad andarsene. Se vuoi veramente fare questa musica devi metterci l’anima e non alla prima occasione od ostacolo che incontri ti tiri fuori subito. Ma purtroppo sarà sempre così e per questo che siamo rimasti in tre, perché di noi tre ci fidiamo.
Cosa significa Lectern?
Fabio: Rappresenta la nostra esistenza per Satana! Il logo con le fiamme, le corna, il simbolo di Lucifero in ogni nostro artwork! E’ il pulpito dal quale evochiamo! Da dove arroghiamo!
Le vostre tematiche sono apertamente sataniche. Ma di cosa parlate più di preciso nei testi e, secondo voi, Satana esiste realmente o lo prendete solo come una metafora?
Fabio: Una metafora eh? Vedessi come vivo quotidianamente e cosa combino nella mia vita privata, ti ricrederesti!
Marco: Satana è sempre stato una metafora, lo è persino nel testo ufficiale della Bibbia Satanica. Satana, come rappresentazione del Male, lo usiamo per rappresentare il male della realtà e degli uomini. Dall’ignoranza alla violenza, dalla pedofilia all’avarizia, bigottismo, etica morale, diritti negati, superbia e cialtroneria.
Pietro: Non parliamo solo di Satana come il Male. Parliamo anche delle ingiustizie della Chiesa come la pedofilia, la disinformazione che ci dà la Chiesa. Per me questo stile è come una protesta per quello che mette in atto la Chiesa. Satana lo prendo come una metafora.
Ok ragazzi, l’intervista sta volgendo al termine. Ora concludete come volete.
Fabio: Sangue sul Giubileo!
Marco: Blast!
Pietro: Grazie mille per la vostra intervista! Grazie a tutti quelli che ci seguono e che supportano ancora il death metal.
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