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Nanowar Of Steel – L’Heavy Metal contro i leoni da tastiera
Mr. Baffo, buonasera! Ti do il benvenuto a questa nostra intervista per HeavyMetalWebzine. Come stai ? Che cosa ci racconti ?
Buonasera, grazie a te. Guarda, ho finito ora una puntata su Canale 10 dove si parlava di Sanremo, quindi torno adesso dalla televisione locale.
Visto che mi citi Sanremo, colgo la palla al balzo: che opinione hai del festival della canzone italiana?
In realtà, un’opinione neutra. Nel senso che ci sarebbe tanto da dire in generale. Hanno sicuramente raggiunto una buona percentuale di pubblico e fatto il loro spettacolo, e quindi sono contento per loro che sia andato tutto bene.
Chiaro. Come sai, il vincitore del festival va poi a rappresentare il proprio paese all’Eurovision Song Contest e sappiamo che l’anno scorso anche i Nanowar avevano mosso alcuni passi verso la conquista dell’Europa, passando per il concorso di “Una Voce Per San Marino”!
Assolutamente.
La canzone che avreste portato sul palco di Torino è una canzone già uscita? Magari un inedito presente nel nuovo album?
C’erano delle preselezioni e bisognava portare intanto delle canzoni che erano già uscite, poi in una seconda parte avremmo dovuto portare un inedito e a quel punto si sarebbe decretato il vincitore.
Quindi avevate già in mente l’inedito che avreste portato sul palco dell’Eurovision?
Certo, è una canzone che abbiamo poi incluso nel nostro album. ovvero “Disco Metal”. pPrtroppo il destino ci è stato avverso e Achille Lauro ci ha battuti. A livello nazionale, al momento purtroppo non possiamo ancora competere, ma dateci tempo.
Invece possiamo dire che a livello internazionale avete sicuramente conquistato il vostro spazio. Peraltro notavo che nel vostro nuovo lavoro avete deciso di puntare su canzoni esclusivamente in lingua inglese: come mai ? State pensando di puntare principalmente ad una dimensione internazionale?
Diciamo che la dimensione internazionale ha sempre fatto parte del progetto, visto che abbiamo appunto iniziato con canzoni solamente in lingua inglese. Poi per un periodo ci siamo dedicati anche a brani in lingua italiana, anche per cavalcare l’onda del successo riscontrato nel nostro paese. La dimensione internazionale c’è e ci sarà sempre, ma questo non esclude quella italiana. Ci saranno infatti nuovi brani in italiano. Con “Italian Folk Metal” abbiamo voluto dedicare un album al pubblico italiano e adesso, dopo un po’ di tempo, ci troviamo con questo credito in qualche modo nei confronti del nostro paese.
Un ottimo disco, che peraltro ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo nella mia Torino circa un anno fa. Ma veniamo al punto cruciale di questo nostro appuntamento, ovvero la vostra ultima fatica Dislike To False Metal, in uscita il diedi di marzo. A tal proposito ti chiedo: come mai questa dichiarazione d’intenti così netta? Cosa c’è dietro il titolo di questo album?
Il titolo dell’album nasce sicuramente dalla volontà di assumere un po’ un atteggiamento provocatorio nei confronti di quei metal boomer che ancora oggi sono bacchettoni su tutti e si arrogano il diritto di dire cosa è metal e cosa non lo è. In sostanza, una presa per il culo di tutta quell’ala di facinorosi, rivoltosi che pretendono di spiegare cosa sia il metal in senso assoluto e non hanno mai preso una chitarra in mano o pubblicato un disco. Il metal di fatto può essere qualunque cosa tu voglia. Non so se sono stato chiaro.
Chiarissimo. Diciamo che nel mondo della musica un po’ è vero che, effettivamente e forse soprattutto nell’heavy metal, c’è questo ambiente un po’ anche altezzoso a tratti, no?
Ma sì, esatto, stanno diventando noiosi. Hanno tutti lo scettro per decidere cosa sia degno e cosa no, ma ci sono così tanti generi e sottogeneri. Poi sembra che non ci si possa scherzare sopra, come se avesse questa sacralità e… madonna, che palle! In sostanza noi ci critichiamo per primi con Dislike To False Metal. È un po’ contorta forse, come cosa, ma il concetto è un po’ questo.
In questo senso possiamo considerare come brano trascinante dell’album “Metal Boomer Battallion”, in cui questa vostra crociata scherzosa ma non troppo contro i leoni da tastiera. In pratica, si sostanzia nello strumento dell’odio dei nostri tempi ovvero, per l’appunto, lo sgradimento (“dislike”)!
Certamente. Anche quando pensi a tutti questi commenti di coloro che giudicano anche, ad esempio, cosa faccia ridere e cosa no, o ancora questi commenti pieni d’odio che a volte leggiamo in giro. Se qualcosa non ti piace, non la ascoltare. Poi voglio vedere chi ha effettivamente il coraggio di imbracciare una chitarra e dire « ora pubblico questa canzone e vediamo a chi piace ». Poi, se la canzone fa schifo, magari si dà la colpa all’industria musicale eccetera. Per carità, magari anche le nostre canzoni non piacciono a tutti; ma alla fine sono gusti. Giusto per dire, a me non piace Fedez, ad esempio; però lui fa successo con il suo pubblico anche se io non lo ascolto. La gente scrive le canzoni che le piacciono. Se poi sei seguito, buon per te. Se non sei seguito, amen e farai un altro mestiere. Anzi – guarda – ti ho dato una risposta anche troppo seria forse.
Guarda, è un tema sicuramente attuale con il quale ci scontriamo anche noi nel nostro piccolo. Comunque, anche dopo aver pubblicato centinaia di recensioni di dischi, notizie ed approfondimenti, capita di ricevere commenti di chi non è d’accordo conqualcosa,ma è normale che sia così, alla fine.
Sì, nel caso delle recensioni sicuramente si cerca di parlarne nel modo più oggettivo possibile, ma si può anche ammettere che certe cose non ti piacciono per determinati motivi. Nel nostro caso a volte ci sono lamentele sulla nostra comicità, ma noi non vogliamo fare ridere. Noi vogliamo essere molto serî in quello che diciamo. Se ci pensi, abbiamo fatto una canzone sulla forfora (“Winderstorm Of The Night”) e la forfora è un problema serio. Oppure “The Power Of Imodium”: Perché l’Imodium dovrebbe far ridere? Nessuno ha mai avuto la diarrea? La diarrea è una cosa drammatica e risolvere una cosa drammatica è una cosa estremamente power, come una pozione che ti salva la vita. Quasi una cosa sacra.
Per citare il vostro testo, « The power of Imodium will finally lock the gate ». Chiude i cancelli ad un malessere, alla fine.
Esatto. Perché dovrebbe far ridere? Non capisco.
Come giustamente ricordate sul vostro sito, voi prendete la commedia molto seriamente. Far ridere è una cosa seria ed ognuno si divertirà a modo proprio. Devo ammettere che il vostro album è davvero molto divertente e questa ovviamente è una mia personalissima opinione.
Eh ma – vedi? – perché non ne hai colta l’essenza. Infatti Dislike To False Metal denuncia il fatto che non veniamo mai capiti. La gente pensa che noi facciamo ridere. Assurdo. Folle questa cosa.
Pazzesco in effetti e, se ci pensi, sono molti anni che la gente vi segue sicuramente anche per questa vostra comicità. Poi per forza che uno si stufa di essere frainteso. Ma torniamo all’argomento della mancanza quasi totale della lingua italiana nel vostro disco. Devo però ammettere che, leggendo i testi, ci si accorge delle continue citazioni e riferimenti alla cultura del nostro paese. L’esempio più lampante è sicuramente “Pasadena 1994”, la canzone che forse meglio descrive un grave dramma vissuto dal nostro tricolore.
Oh, ecco. Vedi che allora capisci? Hai capito perfettamente. Se noi parliamo del rigore di Baggio del ’94, quella è una ferita che noi Italiani ci portiamo ancora dietro. Non a caso, infatti, abbiamo scelto uno stile molto vicino a quello dei Sabaton per descrivere la gravità e la pesantezza del ricordo di quell’evento che ha segnato tutti noi. L’Italia è stata segnata da questi drammi purtroppo. Come le Brigate Rosse, come gli attentati di Bologna, le stragi, eccetera, e tra tutte queste una ferita più particolare è appunto il dolore dei mondiali del ’94. Noi quindi raccontiamo questo evento con la pesantezza ed il dramma di una guerra.
Seguendo il testo della canzone, visualizziamo questi undici soldati azzurri che combattono e poi gli ultimi cinque, a cui è richiesto un compito forse più arduo rispetto agli altri sei. Poi ovviamente il compito più arduo di tutti, per l’ultimo: tirare il rigore.
Potremmo dire che è stata la nostra El Alamein ?
La Waterloo italiana, per citarvi.
Sì esatto. È stato Cefalonia, insomma una perdita incredibile.
Poi con la voce di Bruno Pizzul sul finale della canzone, che fa accapponare la pelle in qualche modo, nell’espressione del dramma che ci riporta indietro nel tempo ad un momento sicuramente non felice.
Certo, certo. Assolutamente. Questa cicatrice che rimane aperta e, se ci pensi, anche Baggio non si è mai più ripreso.
Per lui sicuramente è un dramma difficile anche solo da immaginare. In moltissime interviste lui ammette di non essere riuscito a dormire per giorni e forse mesi. Che poi – sai? – i romantici del calcio sostengono che Roberto Baggio sia ancora così amato proprio perché ha mostrato questa sua debolezza umana, che in qualche modo ha comunque dato origine ad un mito. Però alla fine penso che Baggio abbia compiuto imprese sportive rilevanti in carriera, che lo hanno reso amatissimo dai tifosi anche senza quel rigore sbagliato.
Ma certo, è stato sicuramente un grandissimo giocatore. Però nella battaglia decisiva, la finale Italia-Brasile, è successo quello che è successo e non si può tornare indietro.
Peraltro le due nazionali col numero maggiore di titoli mondiali. Dopotutto lui aveva portato la nazionale fino a quel momento, caricandosela sulle spalle. È soprattutto grazie a lui che siamo arrivati fino a Pasadena.
Ma tu ci pensi, al peso che ha avuto quel rigore? Immaginati lì a battere quel rigore. Io mi sarei cagato sotto e non solo metaforicamente. Io avrei proprio chiamato Sacchi e gli avrei detto: « Sostituiscimi ‘ché mi sono cagato sotto », e sarei andato negli spogliatoî a cambiarmi.
« Sostituiscimi oppure dammi un Imodium ».
Esatto, però all’epoca l’Imodium non era così diffuso. Oggi i rigori possiamo batterli senza problemi anche grazie all’Imodium.
Non è un caso che all’Imodium abbiate dedicato la traccia più lunga dell’album insieme a “Chupacabra Cadabra”, che forse è la mia canzone preferita proprio per queste sue continue variazioni. Impreziosita da questi continui cambi di direzione, dalla scelta della lingua spagnola e che poi si apre con un riempitivo di batteria che ci riporta alla mente un gruppo che ha fatto la storia del metal. A proposito di true metal, partire con “Painkiller” all’inizio della canzone sicuramente è una citazione doverosa. Ecco una cosa che generalmente apprezzo della vostra musica; sono proprio queste continue citazioni e tributi. Se pensiamo ad alcune chicchette nel disco, ad esempio la citazione di “Eye Of The Tiger”. Poi appunto, otre ad apprezzare questi dettagli, li trovo spesso esilaranti e ti chiedo scusa ma ormai, come ti dicevo prima, io rido per questo genere di cose.
Ma lo capisco, guarda. Non sei l’unico che ride alle cose serie. Non siamo capiti fino in fondo ma magari un giorno saremo capiti per quello che siamo veramente. Non te ne faccio nessuna colpa, dai.
Se invece ti chiedessi quale potrebbe essere il tuo brano preferito dell’album, come mi risponderesti?
Penso che il mio preferito sia “The Power Of Imodium”. È il giusto concentrato di epicità, significato e anche di sperimentazione che la canzone ci ha permesso di fare; meno sperimentale di “Chupacabra Cadabra” ma sicuramente c’è una certa innovazione, oltre a trattare il tema con una certa delicatezza. Poi è sempre molto difficile scegliere, anche perché ognuno di noi rimane legato ad alcuni momenti specifici della propria vita, come il primo bacio con la prima ragazza di cui ti innamori. Però magari il primo bacio con l’amore vero un’altra cosa e, alla fine, sono tutte sfumature che magari ti legano ad una canzone piuttosto che ad un’altra. Come scegliere quale sia la migliore volta in cui hai fatto sesso. È impossibile rispondere.
Sicuramente una difficile scelta, ma dal dieci di marzo saremo liberi di consumare l’atto fisico dell’amore accompagnati da queste vostre canzoni. Magari “The Power Of Imodium” è un po’ fuori tema, però forse con qualcosa di più movimentato … come “Dimmu Boogie”.
Certo. Ma se ci pensi, anche quella canzone parla di onoranze funebri – e torniamo al dramma, perché si parla del becchino come figura alla quale si affidano i propri cari per l’estremo saluto. Sono sempre temi delicati, impegnativi e profondi. “Dimmu Boogie” comunque parla della morte.
Il tema però tutto sommato è affrontato con il sorriso o quantomeno con una certa energia.
Be’, certo, è un po’ come quando la salma del morto viene truccata, no? Non viene truccata con la faccia triste ma si tenta di farle assumere un’espressione serena e più gradevole. Alla fine noi con la musica facciamo la stessa operazione: mettiamo un bel vestito anche a questa grandissima mannaia che pende sopra tutti noi che è la morte e ne parliamo dandole il giusto peso. Spero di essere stato chiaro ed esaustivo.
Certamente. Vedo che sarete in tour fin da subito dopo l’uscita dell’album e che partirete dal nostro paese. Avremo, tra le altre, Roma, Livorno, Genova anche con i Frozen Crown. Ecco come nasce questa collaborazione con loro ?
In realtà li abbiamo conosciuti su YouTube. Cercavamo una cantante femminile all’altezza e abbiamo trovato Giada, che è anche una straordinaria esecutrice dal vivo.
Non posso che confermare, avendola vista dal vivo qualche mese fa. Mr. Baffo, io ti ringrazio del tempo dedicatoci e della grande disponibilità. Sono convinto che ci vedremo presto, in una delle date di marzo.
Ottimo, ottimo e grazie a te dell’intervista.
Buona serata. Dislike To False Metal sempre e comunque.
Sempre!