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La formazione svizzera degli Ad Infinitum, pioniera del symphonic metal di stampo contemporaneo (come loro stessi lo definiscono), è pronta a lanciare il terzo album, Chapter III: Downfall. Li abbiamo già conosciuti come grandi entusiasti di argomenti storici grazie ai due primi lavori in studio. Mentre Chapter I: Monarchy girava intorno alla figura del “Re Sole” Luigi XIV e Chapter II: Legacy si concentrava su quella di Vlad III di Valacchia (il buon vecchio Dracula), questa volta il gruppo ci ha portati nell’antico Egitto a esplorarne la storia e la mitologia.
La scelta del tema stuzzica immediatamente la nostra curiosità ma ci fa un po’ preoccupare il fatto che il disco sia composto di ben dodici canzoni e tutte di lunghezza modesta. Il che in questo genere può essere un’arma a doppio taglio. Per fortuna il pericolo è scampato. Di base, Chapter III: Downfall può già essere definito un buon album, se non consideriamo le vere e proprie trappole da far girare la testa di cui è disseminato. “Eternal Rains”, pezzo d’apertura, così come “Ravenous” e “New Dawn”, sono originali e scoppiettanti; accompagnati dagli altri momenti di punta, tra cui “Upside Down” e “The Underworld”, fanno di tutto il lavoro un concentrato di melodie fresche e dinamiche che travolgono l’ascoltatore. I punti di forza qui sono molti: l’accortezza della post-produzione unisce tutti gli strumenti in modo cristallino alle sinfonie epiche, lasciando sempre il giusto spazio per permettere all’incredibile Melissa Bonny di mettere in luce le proprie capacità canore, su delle linee che non vanno mai dove ci si aspetta bensì sorprendono con variazioni di tema e stile.
Non tutto è però riuscito al meglio e non tutti gli altri brani riescono ad offrire un livello di interesse ugualmente alto. Si tratta comunque di buoni elementi che restano perfettamente nelle corde degli Ad Infinitum e che non deluderanno nessuno (ma magari non saranno quelli che vorremo ascoltare subito due volte). “Somewhere Better” e “Under The Burning Skies” sono due lenti morbidi e confortevoli, “Seth”, “Architect Of Paradise” e “Legends” (che vede la collaborazione di Chrigel Glanzmann degli Eluveitie nei panni di narratore) sono invece soluzioni interessanti che completano la magica cornice dell’intero lavoro.
Questa è una delle poche volte in cui ho apprezzato di più le tracce inedite di quelle che sono state scelte dagli autori come singoli di lancio, ma ciò non è del tutto un peccato, dato che in questo modo posso assicurarvi che Chapter III: Downfall è uno splendido disco che ha in serbo per voi più di quello che avete potuto assaggiare fino ad ora. Divertente e un po’ ruffiano, senza mai essere stucchevole, piazza gli Ad Infinitum tra i primi posti nella lista dei gruppi più interessanti del panorama symphonic metal e che siamo certi di vedere sulla scena per ancora molto tempo.