PUSCIFER – Existential Reckoning: Re-Wired

Titolo: Existential Reckoning: Re-Wired
Autore: Puscifer
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: Rock Elettronico
Anno: 2023
Etichetta: Alchemy Records

Formazione:

Maynard James Keenan – voce
Carina Round – voce, tastiera, chitarra, percussioni
Mat Mitchell – chitarra, sintetizzatore


Tracce:

1. Bread and Circus (Re-imagined by Mat Mitchell)
2. Apocalyptical (Re-imagined by Trent Reznor & Atticus Ross)
3. The Underwhelming (Re-imagined by Juliette Commagere)
4. Grey Area (Re-imagined by Troy Van Leeuwen & Tony Hajjar)
5. Theorem (Re-imagined by Sarah Jones & Jordan Fish)
6. UPGrade (Re-imagined by Justin Chancellor & Scott Kirkland)
7. Bullet Train To Iowa (Re-imagined by Alessandro Cortini)
8. Personal Prometheus (Re-imagined by Greg Edwards)
9. A Singularity (Re-imagined by Carina Round)
10. Postulous (Re-imagined by Phantogram)
11. Fake Affront (Re-imagined by Gunnar Olsen)
12. Bedlamite (Re-imagined by Daniel P. Carter)


Voto del redattore HMW: 7/10

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Le operazioni di remix su lavori di successo si rivelano a volte come un tentativo di cavalcare il successo di opere ben riuscite con aggiunte e cambiamenti che magari non vanno a creare del valore aggiunto, finendo in alcuni casi per svilire l’intera opera.

L’ultimo disco dei Puscifer aveva avuto un discreto successo alla sua uscita di fine ottobre 2020, ma non si può certo dire che avesse sfondato. Si tratta pur sempre di un progetto particolare e coraggioso, in altre parole “non per tutti”. Bisogna dare atto a Maynard James Keenan (anche frontman di Tool ed A Perfect Circle) che nella scelta dei sui progetti musicali fa sempre molta attenzione i suoi lavori sono sempre contraddistinti da elementi inconsueti ed anche nel caso di questa reinterpretazione di Existential Reckoning aveva supportato l’opera con il dovuto entusiasmo.

La lista di ospiti che hanno partecipato è infinita ed include storici colleghi di Maynard come Justin Chancellor (talentuoso bassista dei Tool) sulla traccia “Upgrade” ma anche inedite collaborazioni con Alessandro Cortini (tastierista di Nine Inch Nails) su “Bullet Train To Iowa” e ancora con i Bring Me The Horizon in “Theorem”.
Dopo un primo ascolto, la cosa che colpisce nell’immediato è la coerenza sonora complessiva. Si tratta di un elemento che non può essere dato per scontato dato che a volte ci si imbatte in prodotto sbilenchi e altalenanti anche quando sono solo pochi musicisti ad occuparsene.

“Bread And Circus” apre le danze e, a dire la verità, la versione proposta in questo caso da Mat Mitchell (già chitarrista dei Puscifer) è per certi aspetti ancora più incalzante e memorabile della versione originale registrata dopo la pandemia.

“Apocalyptical” nasce proprio per trattare il tema del covid e funziona anche nella versione di Trent Reznor, ma su “The Underwhelming” assistiamo alla reinterpretazione migliore dell’intero album. La canzone appare alleggerita e parzialmente ripulita da sonorità più grezze dell’originale. È uno di quei casi in cui rimuovere alcuni elementi per valorizzare l’essenza del brano si rivela una scelta vincente. Il ritornello dapprima timido e dimesso completa il suo climax arrivando ad aprirsi sul finale regalando anche emozioni agli ascoltatori più coinvolti.

Purtroppo è altresì opportuno sottolineare come, nella maggior parte dei brani proposti, questo tipo di approccio, da un lato coerente, finisca per nascondere ed eclissare il significato dei brani in favore di qualcosa un po’ evanescente.

Sicuramente i testi sono il primo elemento che viene sacrificato, in favore di casi ostinati ed eccessivamente ridondanti come “The Grey Area”, che quasi paradossalmente ben rappresenta la “age of confusion” denunciata nel brano. Altre revisioni come “Personal Prometheus” eliminano quasi interamente la parte cantata riducendo le voci di Maynard e Carina Round ad eco confusi e di fondo, appiattendone i timbri spesso distorti da artificiosi remix tipici della musica elettronica, che qui diventano sicuramente aspetti centrali.

L’idea generale sembra quella di dirigersi verso un maggiore ermetismo musicale e di concetto che a tratti risulta stucchevole e fine a sé stesso. Ovviamente non mancano le eccezioni come la splendida “Bedlamite” nata dalla collaborazione con Daniel P. Carter, la dolcissima “A Singularity” impreziosita dall’arrangiamento Carina Round o ancora l’energica “Fake Affront” in cui la revisione di Gunnar Olsen valorizza l’aggressività della voce sulle note più alte.

Nel complesso l’opera non riesce a compiere un vero e proprio passo in avanti, o per lo meno non con la giusta decisione, sebbene la produzione sia eccellente e anche capace di offrire spunti interessanti.

La sua genuinità originale rimane impagabile ma sicuramente l’idea di offrirne una visione più destrutturata e concettuale in Existential Reckoning: Re-Wired sarà comunque capace di colpire e fare breccia nell’ascoltatore, per quanto probabilmente più adatta ad una parte di pubblico che possa apprezzarne i tratti più psichedelici e meno ruvidi.

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