ELEINE – We Shall Remain

Titolo: We Shall Remain
Autore: Eleine
Nazione: Svezia
Genere: Symphonic Metal
Anno: 2023
Etichetta: Atomic Fire Records

Formazione:

Madeleine Liljestam – voce
Rikard Ekberg – chitarra,voce
Filip Stålberg – basso
Jesper Sunnhagen – batteria


Tracce:

01. Never Forget
02.
Stand By The Flame
03.
We Are Legion
04.
 Promise Of Apocalypse
05.
 Blood In Their Eyes
06.
 Vemod
07.
Through The Mist
08.
Suffering
09.
War Das Alles
10.
We Shall Remain


Voto del redattore HMW: 7/10

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Nel centro del mirino del symphonic metal europeo troviamo gli Eleine, che sin dal loro esordio ben accolto  Dancing In Hell (2020), sono stati una formazione da tenere d’occhio all’interno del genere. Aiutati dai numerosi tour a cui hanno preso parte insieme a nomi più grandi della scena, il gruppo si è costruito una posizione abbastanza solida che cerca ora di  rinforzare con l’ultima uscita We Shall Remain, un’impetuosa e lampante dichiarazione d’intenti che grida “non siamo la solita band symphonic con voce femminile“. Infatti è proprio così, dato che con questo ultimo disco più che mai, si associano alle orchestrazioni comunemente utilizzate e alle melodie orecchiabili (e cantabili), frequenti influenze death e black, che rendono i brani meno luminosi e più enigmatici, puntando quasi tutto su una tuonante epicità e senza aver paura di risultare troppo pesanti. Eppure anche se lo stile è in qualche modo evoluto, comprendiamo di non esserci scostati troppo da ciò che era già familiare per il quartetto svedese: l’alternarsi della voce pulita e vigorosa di Madeleine Liljestam con i growl cavernosi del chitarrista Rikard Ekberg, riff massicci e impegnativi battuti da instancabili linee martellanti di batteria e basso (Filip Stålberg, ultimo arrivato nel gruppo si fa sentire alla grande), che creano un muro sonoro raramente costretto alla resa, senza dimenticarci degli sfolgoranti assoli di chitarra sapientemente distribuiti.

Già il primo pezzo “Never Forget”, è una tempesta ben bilanciata e spicca per il robusto ritornello. Stesso risultato anche per “Stand By The Flame” e “We Are Legion” (un inno per i propri fan). Breve intermezzo strumentale con “Vemod”, che separa i brani iniziali da quelli forse meno sorprendenti “Through The Mist” e “Suffering”, che però danno la possibilità a Madeleine di dare più spazio alla propria voce. Buona l’interpretazione di “War Das Alles”; il pezzo crea un momento più toccante, prima di concludere con la title track “We Shall Remain” la quale chiude un po’ il cerchio. Prese singolarmente le canzoni che compongono questo disco sono dell’ottimo materiale e nel complesso sono tutte godibili, ma la seccatura è che a fine album (della durata di soli 37 minuti), si ha l’impressione di aver ascoltato un unico lungo brano, un unico flusso lineare con troppi pochi picchi. Il timbro di Madeleine è particolare e sicuramente la sua voce è versatile, ma probabilmente il gruppo non ha ancora trovato la chiave per poterlo valorizzare al meglio e questo è un peccato, perché gli Eleine hanno il potenziale per potersi distinguere davvero da tutti gli altri gruppi del panorama sinfonico.

Una menzione va fatta ai testi, i cui contenuti sono significativi e ben pensati, chiaramente molto personali. L’album infatti vuole essere un incoraggiamento, vuole condividere con i propri ascoltatori un sentimento di speranza che va trovato nelle difficoltà della vita; i brani infatti sono stati scritti durante il periodo della pandemia e nel post-covid, quando molti di noi e molti musicisti hanno sofferto le difficoltà di una situazione instabile e poco serena. Alcuni di loro, come la stessa Madeleine non ha avuto paura di ammettere che si sono rialzati anche grazie al supporto dei propri fan, che li hanno spinti a non mollare e a tenere duro. In questo senso, comporre un disco non rimane un’operazione fine a sé stessa e la musica si tramuta in materiale concreto di condivisione, dove il rapporto tra musicista e fruitore diventa uno scambio sullo stesso livello – ciò non è scontato, va anzi apprezzato e tutelato. Uniti (nel metallo) siamo più forti.

“We Shall Remain” rimane comunque un lavoro che va ascoltato, specialmente da parte di chi ha apprezzato gli sforzi precedenti della band. Ci auguriamo che andando avanti con la propria carriera gli Eleine riescano a trovare definitivamente la quadra che li porterà a brillare come meritano e diventare una delle punte di diamante del symphonic metal del decennio. Nel frattempo, aspettiamo di poter ancora una volta valutare il loro operato dal vivo!

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